Veronica e i falchi

“La nostra soddisfazione massima è vederli nascere, crescerli, addestrarli e osservarli prendere il volo. Mai nessuno deve stare in una gabbia per tutta la vita. Ringrazio i miei genitori e Leonardo per avermi permesso di dimostrare come passione e impegno possano far realizzare un sogno libero.”

veronica dueLa natura in questi mesi ha mostrato il suo volto puro e libero: la vegetazione ha riconquistato i propri spazi e gli animali hanno ripreso il coraggio di tornare nei loro luoghi. Tra le sfide da superare ora c’è anche quella per mantenere questo rapporto pacifico. La convivenza tra uomini e animali è già realtà in posti nei quali non serviva la pandemia per dimostrare la priorità e la bellezza di un equilibrio, basato anche sul mutuo soccorso. Alle porte di Orvieto, Veronica Cippitelli e Leonardo Sciarra hanno deciso di dedicarsi ai falchi nel Centro Urbeveteris falconis. Li accudiscono da quando sono nati fino a quando sono pronti per spiccare il volo o per essere venduti a chi garantirà di prendersene cura nel rispetto delle loro caratteristiche. La traccia di Veronica, 25 anni, con il racconto della passione per ogni specie animale, dai serpenti ai cavalli fino all’amore per i rapaci, conferma una necessità e lascia una speranza da condividere.

La traccia: cura e addestramento di falchi

“Ho avuto un rapporto particolare con gli animali sin da bambina: dai cavalli ai rettili. Tornavo sempre a casa, portando scatole con qualcosa di speciale dentro: serpenti, camaleonti, gechi. In particolare ricordo il boa constrictor che mi regalò un amico: i miei genitori non ne furono proprio contenti, poi mamma si affezionò fino a piangere dopo la sua morte. Fino a 19 anni che ho vissuto con loro si sono dovuti adattare, anzi è diventato un collante tra di noi: soprattutto io e mio padre siamo legati dalla passione per i cavalli. Quando ho dovuto scegliere cosa studiare non ho avuto dubbi: il corso di scienze forestali alla Facoltà di Agraria. Nelle 200 ore di tirocinio obbligatorio si rivelò l’amore per un altro animale speciale: il falco. Scelsi di svolgerle, infatti, al Centro di recupero animali selvatici all’interno della Riserva Naturale del Lago di Vico. E’ tra i più rinomati nel Lazio e in Italia perché, non solo recuperano e curano, ma riabituano gli animali alla vita selvatica, liberandoli non appena sono pronti per riaffrontarla. Non rimangono all’interno delle gabbie.”

veronica riserva naturale

“Io ero in ufficio, ma sempre più attratta dalle voliere dove vedevo andare le guardie parco: li osservavo mentre maneggiavano i rapaci, sbirciavo non appena mi era possibile. Il mio tutore mi ripeteva quanto fosse importante il programma di mappatura a cui lavoravo, ma nulla era paragonabile all’emozione di vedere liberare un gheppio guarito e pronto a tornare in volo. Nelle pause scendevo a fare domande. Una delle guardie era un falconiere di vecchia data: era evidente dal metodo che utilizzava per riaddestrare gli animali. La falconeria ha delle regole precise, bisogna avere il porto d’armi e la licenza di caccia per girare con un falco. Avevo deciso: volevo imparare e diventare un falconiere. I miei amici lo sapevano e per la laurea mi hanno regalato un corso all’Urbeveteris falconis, allevamento alle porte di Orvieto, creato e gestito da Leonardo Sciarra. Poche ore per conclamare il mio amore per i falchi e far nascere quello per il falconiere.”

“Respiravo la sua passione per gli animali e per il suo lavoro, grazie al quale era riuscito a sviluppare il suo progetto, cercando di apprendere tutto quanto fosse necessario per cominciare ad affiancarlo. Senza rendermene conto è diventata la mia quotidianità: 13 anche 14 ore per seguire i nostri falchi dalla nascita alla vendita. E’ un’attività continua: si riproducono una sola volta l’anno, tendenzialmente da fine febbraio a inizio giugno, ma non depongono le uova tutti nello stesso momento, è quindi un ciclo che deve farci trovare pronti ad ogni ora possibile per assistere i piccoli appena nati. Per le mamme è dura allevarli, spesso da sei uova deposte si salvano solo due pulcini. In natura il problema principale è che devono andare a trovare cibo, qui ce ne occupiamo noi, diversificando l’offerta di alimentazione necessaria e imbeccando per i primi giorni i piccolissimi che poi rimettiamo sotto le madri. Non alteriamo il ciclo naturale perché per i rapaci l’imprinting è difficile: ci mettono di più ad aprire gli occhi e a focalizzare, non si creano quindi danni a sfamarli per poi farli stare nuovamente accanto alla loro mamma. Fanno circa 4 pasti al giorno: dalle 6 di mattina alle 10 di sera. La nostra giornata si divide quindi tra la loro cura e il governo dei più grandi. In questo periodo sono anche nella fase della muta quindi hanno bisogno di più energie e mangiare dosi maggiori. Abbiamo i nostri fornitori che distribuiscono cibo congelato.”

“Ci sosteniamo da soli con le entrate che arrivano dai falchi che vendiamo, organizziamo anche dimostrazioni e attività didattiche. La nostra attività centrale è l’allevamento e la vendita che, da noi, non avviene mai prima dei 60 giorni. Vogliamo essere sicuri che i nostri falchi siano pronti e in salute. C’è un mercato estero legato soprattutto ai compratori arabi: per loro il falco è quasi un animale domestico che preferiscono però prendere già allevato. C’è anche un mercato interno per la didattica e le dimostrazioni turistiche, oltre a chi li vuole per la caccia. Noi vendiamo i nostri falchi solo a chi sappiamo li farà volare, come è giusto che sia, seguendo ogni tipo di prudenza per accudirli. La nostra soddisfazione massima è vederli nascere, crescerli e osservarli prendere il volo. Mai nessuno deve stare in una voliera per tutta la vita.”

“Per questo siamo felici di partecipare insieme alla Riserva Naturale regionale Lago di Vico al progetto Life Lanner per il ripopolamento del falco lanario. Sono venuti a prendere da poco il primo che abbiamo allevato, verrà portato in un ricovero in cima ad una vetta da cui prenderà il volo. Prevediamo di rilasciarne almeno 50. Siamo molto orgogliosi: gli ultimi lanari sono stati avvistati in Italia dieci anni fa, è meraviglioso che tornino a volare nelle nostre zone. La mia vita è ormai intrecciata a quella dei nostri rapaci. Da qualche mese ho cominciato a condividere la forza della loro libertà con i ragazzi e i bambini disabili, collaborando per alcune ore al giorno con l’ASD Il Volo che organizza laboratori in uno spazio bellissimo vicino al Lago di Bolsena. La pandemia ha fermato queste attività, non so quando riprenderanno, spero presto, ma mi ha permesso di tornare a trascorrere l’intera giornata nell’allevamento. In questo modo, anche nei momenti più drammatici per tutto il mondo che ci circondava, io ho mantenuto il sorriso e la speranza. Mi sono mancati i miei genitori, che hanno provato con maggiore forza la tristezza della nostra distanza e quindi la perdita delle nostre abitudini come la cura dei cavalli con mio padre. Confido, però, avendone alcuni anche qui nel centro, nel quale accogliamo ogni animale, di riuscire a farli venire più vicini per continuare a condividere la nostra comune passione. Mai come ora ho capito che devo essere grata loro perché non mi hanno ostacolato e insieme a Leonardo mi hanno permesso di dimostrare come, con amore e impegno, si possano realizzare i sogni.”

La traccia volante: Chi più in alto sale, più lontano vede, chi più lontano vede, più a lungo sogna.

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