Oltre le Torri

Storie di Torri lunghe più di un metro”, ovvero parole che si stagliano dall’aria di via dell’Archeologia a raccontare l’eccezionale normalità, per mesi, mancata ad ogni latitudine.

Evocare la realtà attraverso la fantasia in storie di quotidianità eccezionale. A Tor Bella Monaca questa è stata la strategia che hanno messo in atto durante la prima lunga quarantena, grandi e piccini, riuniti dal progetto Storie di Torri lunghe più di un metro. Voluto da Roma Best Practices Award – Mamma Roma e i suoi figli migliori di Paolo Masini; sostenuto dall’associazione Libriamo Torbella, rappresentata da Isabella Cocco  e ideato da Alessandra Laterza, anima di Booklet Le Torri: il risultato di mesi di scambi e confronti, scandite da video chiamate puntuali e sempre attese, è diventato un libro, edito dalla Casa Editrice Efesto.

134 pagine nelle quali si snoda il viaggio immaginario di un’intera comunità: le esperienze di donne, uomini e bambini, forti delle loro identità e di quella del loro quartiere, insieme alla libraia di Torbella, spiccano il volo e riescono a trasformarsi nel racconto di amici, nonni, innamorati, compagni di classe, vissute in ogni angolo del paese e del mondo.

Potere della favola che una volta, anche solo inventata, in una notte di stelle, diventa patrimonio del cielo intero. Le parole si stagliano dall’aria di via dell’Archeologia e dai tetti delle Torri, ma, più spesso, si ispirano a quella normalità che per tre mesi è mancata ad ogni latitudine.

Tanti gli spunti da scegliere, da seguire fino in fondo o da assaggiare poco alla volta, per assaporare la fragranza che il libro imprime alle idee. Espediente contro la “pochite”, malattia che affligge Pio e i cittadini. protagonisti della storia che apre la raccolta: privati della fucina di immaginazione della libreria, riprendono a sognare solo grazie al ritorno della libraia. Potere della carta, collante più forte dello schermo, per famiglie che accendono la luce sul grigio di giornate tutte uguali come accade in “Mino e il libro magico”. “Attenti ai libri” richiama al rispetto che proprio per questo meritano: i testi offesi per i maltrattamenti subiti, attaccano e addolciscono il carattere di bambine capricciose come Zelda. Libri che fanno superare le paure per salire e scendere da un albero: lo dimostra la storia di Claudia e Tommy, “In due è meglio.ì”.

Leggere le “Storie di Torri lunghe più di un metro” apre porte su temi universali, con la leggerezza di chiavi semplici che pure non sempre si riescono a trovare, persi nella ricerca della complessità che deforma anche la bellezza di un’amicizia.

Di amici ce ne sono tanti. I compagni di classe di Marcellino, “fantasmi” nella scuola organizzano un bentornato speciale, pronti a sfidare i rimproveri della preside per rendere più felice il rientro di un amico. Chi non ha avuto l’amica del cuore e quanti vorrebbero averla sempre al proprio fianco? Lory e Giulia con una “Caccia al tesoro” scoprono il segreto di un legame intenso che univa anche le loro madri. Le amicizie che diventano amori dopo aver affrontato le difficoltà reciproche come per Eric e Lucia, avvicinati da “Un vecchio telefono” o Silvia e Luca, insieme sin dalla scuola media nei “Ricordi prima di…”. L’amicizia come grimaldello contro la diffidenza generata dalle differenze che diventano, invece, un dono per tutti: lo è Andy nel “Regalo più bello” e Gobena in “Strada facendo”.

Amici preziosi sono i nonni, protagonisti di molte delle storie: riconquistano il ruolo di guida e compagni di giochi negato dalla pandemia. Roberto a pagina 29 prende un treno con suo nipote Marco, mostrandogli quanto poco importi a volte la meta finale, rispetto al viaggio; mentre da pagina 89, Lara con sua nonna inventa favole per trascorrere giornate indimenticabili nella solitudine condivisa della campagna. E se una nonna rimane sola, può arrivare il gatto Totò a riempirle le giornate.

Dalle storie scritte da Roberto Bragalone, Stefano Cippitelli, Teresa La Neve, Alessandra Laterza, Marina Nasti e Isabella Vinci ( rigorosamente in ordine alfabetico) si sprigionano anche profumi particolari come quelli del cioccolato e della pizza di Martino ( il racconto preferito di mio figlio Luca) e del pane unico del forno di Riccardo.

Da Tor Bella Monaca si viaggia grazie ai petali di un tarassaco o “soffione magico” che fa volare la mitica Ginevra a Londra, tra le Torri si ritorna con le suggestioni di Maternità e di Lavori in corso. Il senso di una comunità in 133 pagine, nelle quali si respirano le ore che l’hanno unita, eliminando le distanze senza infrangere regole, per condividere un’attesa che ha rafforzato l’impegno di un contratto non scritto tra le generazioni. La figlia di Lavori in Corso esclama al padre :“Papà, come sarebbe bella Tor Bella Monaca colorata!” E lui risponde: Noi l’abbiamo costruita, ai colori, pensateci voi.” Lo ribadisce la poesia di Teresa La Neve, nei versi finali: “Mancava il colore per risparmiare, ma c’è tanto amore e l’aria buona da respirare.”

La sfida viene affidata a ragazzi e bambini, citati nella dedica iniziale quali “custodi della memoria e responsabili del futuro del mondo”. Parte con i disegni: in copertina quello realizzato da Francesca Miza del Liceo scientifico Amaldi; in chiusura un album di illustrazioni tratte da fogli e quaderni. Immagini a colorare le storie di un quartiere che è una città e un intero paese, capaci di raggiungere con la fantasia della realtà il cuore di chiunque le legga.

Vito è un trombonista

“Ho solo una certezza: il trombone è sempre con me. Era dietro la mia schiena quando andavo ai concerti con il motorino; è il mio bagaglio in treno e in aereo mentre viaggio alla ricerca di qualche garanzia; sarà il bastone della mia vecchiaia. Continuo a fare musica con lui anche quando non suono. Lo farò anche quando sarò in pensione che spero di aver raggiunto facendo il mio lavoro: il musicista.” Continua a leggere “Vito è un trombonista”

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