Elena: un primo maggio da conquistare, insieme

“Noi caregiver abbiamo perso ogni dignità, è umiliante mostrarsi nel proprio dolore ma noi lo facciamo perché è l’unico modo per non farci sopraffare dal senso di vuoto, di fine del concetto terreno di vita.” Ad Elena Improta che svolge il mestiere meno riconosciuto, per cui è necessaria la maggiore dose di sopportazione e di forza, dedico il Primo Maggio. Continua a leggere “Elena: un primo maggio da conquistare, insieme”

Non sono solo mascherine

Ieri eravamo tanti, con il nostro adesivo di riconoscimento, in giro per il centro della città a portare, soprattutto, la forza dell’immagine di una comunità unita. Per ripartire ognuno deve fare la propria parte. Non andrà bene subito, forse ci vorranno mesi, ma se si resterà chiusi nei propri spazi di egoismo, non basteranno chilometri di corsa libera per ritrovare il senso del presente e la visione del futuro. Continua a leggere “Non sono solo mascherine”

Il tenente Arduino Gobbato, detto Dino non scappò

“Ogni 25 aprile mi domando: cosa avrei fatto io? E non mi so rispondere. Lui aveva 32 anni, allora, poteva, nascondersi, scappare, invece si unì ad un gruppo di ufficiali sbandati e diede vita ad uno dei primi episodi di resistenza anti – tedesca, il 1 ottobre 1943, a Roccaspinalveti. Vi fu uno scontro a fuoco violento, furioso, fu ferito gravemente, ma si salvò. Lui era mio padre. E io, ogni anno, sono orgoglioso di lui.” Continua a leggere “Il tenente Arduino Gobbato, detto Dino non scappò”

Olmo e gli altri

“Di solito siamo pienissimi di gatti, abbiamo paura che in questo periodo, girando poche persone, non vengano rintracciati i cuccioli abbandonati o i grandi, feriti per strada. Rischiamo di trovarli quando è troppo tardi per salvarli. Per questo il piccolo Olmo ci ha regalato una speranza, non solo a noi del gattile.” Continua a leggere “Olmo e gli altri”

La piccola, grande storia di Amel

Due genitori si ammalano ad Ancona, sono ricoverati. Il loro bambino di cinque anni, negativo al tampone, resta solo. Per tutto il tempo che serve, lo adotta Ancona, la sua città. Un albergo mette a disposizione una stanza; gli amministratori lo seguono e gli fanno compagnia; un intero condominio gli augura il bentornato a casa, quando può rientrare con la sua mamma, finalmente guarita. Continua a leggere “La piccola, grande storia di Amel”

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