Due genitori si ammalano ad Ancona, sono ricoverati. Il loro bambino di cinque anni, negativo al tampone, resta solo. Per tutto il tempo che serve, lo adotta Ancona, la sua città. Un albergo mette a disposizione una stanza; gli amministratori lo seguono e gli fanno compagnia; un intero condominio gli augura il bentornato a casa, quando può rientrare con la sua mamma, finalmente guarita.
Siamo al settimo sabato di quarantena nelle Marche, regione colpita fortemente dal virus, cominciare la giornata con una storia di speranza è una terapia. La racconta il sindaco di Ancona, Valeria Mancinelli, una delle amministratrici italiane più competenti e sensibili. Riassume i tratti migliori delle persone, messi in evidenza dalla pandemia: la tensione ad aiutare, la capacità di trovare una soluzione e l’attenzione verso gli altri. Di questi mesi spero si ricorderà anche di come la politica, in alcuni territori, abbia ritrovato un significato profondo di vicinanza , attraverso rappresentanti che non si sono risparmiati nella cura della propria comunità, lavorando insieme. Per ripartire serve un incoraggiamento: l’assessorato alle politiche sociali di Ancona, il Seeport Hotel, il condominio di Amel e gli abitanti del capoluogo delle Marche ne suggeriscono uno che sa di amore e speranza.
Qualche settimana fa, Amel e il marito si ammalano seriamente. La diagnosi è confermata: sono positivi e devono essere ricoverati all’Ospedale Torrette, rapidamente in terapia intensiva. A casa rimane il loro bambino di 5 anni, non hanno parenti a cui lasciarlo. Si attivano i servizi sociali del comune coordinati dall’assessore Emma Capogrossi. Il piccolo risulta negativo, ma deve stare in quarantena. Trovare una sistemazione non è facile: non possono prenderlo in carico le normali strutture che accolgono minori, c’è un serio rischio contagio.
Si offre di farlo un albergo quattro stelle del lungomare, il Seeport Hotel. Gratuitamente. Gli riservano uno spazio bello, una grande stanza. Garantiscono tutta la sicurezza possibile e gli cucinano i suoi piatti preferiti. Ad occuparsi di lui ci pensano anche gli operatori del comune: gli portano i dispositivi di sicurezza, i vestiti di cui ha bisogno, ma soprattutto il tempo per fargli compagnia. L’hotel riserva loro una stanza comunicante nella quale possono giocare e seguirlo per evitare che avverta, con ancora più forza, il disorientamento di essere in un contesto che non conosce senza i genitori.
Il papà non ce la fa, purtroppo. Amel, invece, dopo un duro periodo di terapia intensiva, guarisce. Il bambino non risulterà mai contagiato e sta benissimo. Quando finalmente può tornare a casa con la sua mamma, trovano un lenzuolo steso al balcone ad accoglierli. Il Bentornato del Condominio, pensato, scritto e appeso con il cuore di una comunità che ha capito: se una mamma e un bambino possono riabbracciarsi dopo la tempesta è segno che la possiamo superare tutti.
Le conclusioni di questa piccola grande storia nelle parole del sindaco Mancinelli.
“In questa immane tragedia l’umanità può dare il meglio di se stessa: dai medici e gli infermieri che combattono ogni giorno per tutti noi, al titolare del Seeport che ha fatto questo gesto anche se l’immagine di questa specie di peste poteva intaccare quella della sua attività, ai nostri operatori che non si sono rassegnati a costruire per questo bambino un percorso di serie B, ad un palazzo intero che accoglie il ritorno di una mamma come una vittoria per tutti.”
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