Mani nella terra

“Spero un giorno si celebreranno anche i Custodi della terra. Spero un giorno le mani dei contadini diventino patrimonio immateriali dell’Umanità.”

Giuseppe Savino

Ieri si celebrava la giornata mondiale della Terra. Mediaticamente si sono susseguiti appelli sulle condizioni precarie nelle quali versa il nostro pianeta e richiami a dare, ognuno, il proprio contributo per tutelarlo. Tra retorica, scienza e impegno reale, mi hanno colpito le parole sincere di chi tra le zolle, seguendo i ritmi, spesso impazziti, dei fenomeni stagionali, vive 365 giorni l’anno: i contadini. Sembrano quasi versi quelli che Giuseppe Savino dedica a suo padre Antonio, indipendentemente dalle occasioni mondiali o internazionali, anche ieri era sul suo trattore a curare gli amati campi nella provincia di Foggia. Tonino, come lo conoscono tutti lo fa dal 1982 quando, nel cuore del Tavoliere delle Puglie. ha dato vita all’Azienda Agricola Savino. Dapprima coltivava campi a barbabietola da zucchero, poi si sono specializzati nella coltivazione del pomodoro da industria, grano e orzo. Negli anni 90 l’azienda si è trasferita nelle campagne di Foggia dove oggi ha un’estensione di circa 21 ettari: sono aumentati i prodotti in un territorio pianeggiante, dal clima mite e dalla buona presenza di acqua. Insieme ad Antonio a condurla ci sono i suoi due figli: Giuseppe che si occupa della parte commerciale e del marketing e Michele, dottore agronomo che si dedica alla parte agronomica e allo sviluppo. Come si legge nel loro profilo ed è importante venga ribadito: si avvalgono di mano d’opera qualificata con regolare contratto di assunzione e investono in energie rinnovabili con un impianto fotovoltaico di 25 kw per soddisfare il loro fabbisogno energetico. I prodotti principali dell’azienda sono l’uva (Trebbiano e Montepulciano), il pomodoro, l’olio di oliva, ma hanno deciso di coltivare un campo sperimentale di Paulownia ( pianta maestosa, rinomata per il legname di estrema leggerezza che si ricava dal suo fusto) e da settembre cresceranno anche i melograni. La Cascina lavora per esportare i prodotti dal cuore della Puglia alle varie parti del mondo, per far viaggiare una tradizione che si innova e rinnova, di padre in figlio, senza dimenticare da dove tutto parta: l’amore per la Terra. Le parole di Giuseppe per suo padre Tonino, sono una traccia, un solco, profumato di albe e tramonti su un campo fertile.

“Lui è nostro papà. Si chiama Antonio. Non ditegli che questa è la giornata mondiale della Terra, perché lui non dedica solo una giornata alla Terra, ma ci ha dedicato una vita intera. Ho visto la sua zappa accarezzare le piante, le sue mani accompagnare un seme nel terreno come si accompagna una sposa all’altare, ho visto le sue lacrime irrigare sogni infranti e il suo sorriso illuminare distese senza confini. Ad un contadino non puoi togliere l’aria della terra perché gli toglieresti l’ossigeno della vita. Vuoi far ammalare un agricoltore? Toglili la terra!”

“Oggi celebriamo la Terra, spero un giorno si celebreranno anche i Custodi della terra, spero un giorno le mani dei contadini diventino patrimonio immateriali dell’Umanità. Si dice che i contadini sono ignoranti perché si cercano le loro lauree appese su un qualche muro, invece la laurea di un contadino la trovi stringendo le loro mani. Fatevi mostrare le mani, sono come il tronco di un albero secolare, li sopra ci sono impressi insegnamenti che neanche la Treccani può contenere.”

“Un contadino è colui che ha fatto della propria esperienza, sapienza. Sbaglia e sa attendere, perché una volta che ha sbagliato occorre attendere un anno per poter riprovare. Tempi agricoli, mi piace chiamarli. Spero quel giorno arrivi presto, ci stiamo impegnando ogni giorno insieme alle tante persone che ci sostengono, affinché questo avvenga. Oggi celebriamo la Terra con gioia, domani spero si celebrino i Contadini con riconoscenza per aver amato per primi la terra e per averla resa feconda.”

Gianluca cura il suo comune come una famiglia

“Come primo anno da sindaco non mi sono certo annoiato: dalle minacce, agli atti intimidatori all’emergenza dettata dal virus. Nessuna avversità è riuscita ad intaccare il mio entusiasmo. Mi hanno spesso definito un sognatore, mi sento tale perché ho scelto di intraprendere questa strada per realizzare delle grandi idee per la mia comunità. Spero di lasciare una bella traccia di questi anni nei quali continuerò a fare del mio meglio.” Continua a leggere “Gianluca cura il suo comune come una famiglia”

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