Stefano dà una mano al mare con le sue foto

“Abbiamo deciso di far crescere nostra figlia in questi luoghi: i suoi occhi si alleneranno alla meraviglia dei colori che la circondano. La foto del guanto è un avvertimento che lascio anche a lei. Stiamo crescendo piccoli guerrieri che dovranno salvare il pianeta, trattato così male da chi li ha preceduti. Forse questa, ed altre immagini che realizzerò, le faranno dire che suo padre ha cominciato a fare qualcosa per non rimanere indifferente.”stefano bellissima.jpg

Un guanto di plastica che sembra salutare, sbeffeggiando i raggi di sole sulla superficie del mare. In un gioco di riflessi che rende quasi animato un oggetto di uso comune, adagiato laddove non dovrebbe, Stefano Pia, fotografo sardo, ha scattato il suo messaggio poetico in difesa dell’ambiente. Nelle acque cristalline della spiaggia di Sa Mesa Longa, nella provincia di Oristano, dopo una giornata di vento, ha trovato uno dei simboli della famigerata plastica che sta attaccando anche i luoghi più incontaminati. Ha fotografato con una Nikon subacquea da bambini, per lasciare una traccia del suo amore per l’isola. Lo fa da nove anni con il progetto Bi foto che raccoglie le opere di altri colleghi e artisti lungo le vie del suo paese Mogoro per tutto il mese di maggio. Quest’anno la mostra a cielo aperto, con immagini ispirate alla canzone di Vinicio Capossela “Che cos’è l’amor”, si è allargata ai comuni vicini: resterà allestita fino a marzo per dimostrare a visitatori e indigeni quanti dettagli di meraviglia potrebbero sfuggire. Il saluto al mare è un pugno che arriva leggero, dritto allo stomaco: nessun pesce o specie vegetale si può sentire al sicuro, nemmeno nel golfo più protetto. La foto è un incoraggiamento anche ai nostri bambini, a partire dalla figlia di due anni e mezzo di Stefano che cresce tra il vento e i colori della Sardegna: il pianeta è nelle vostre mani, non distraetevi, salvatelo!

La traccia: foto delle spiagge e del mare della Sardegna

“La fotografia è un mezzo espressivo che può raccontare tutto tra realtà e poesia. Il mare qui è ancora bello, ma se ti chini e osservi bene: la sabbia è strapiena di microplastica ed anche nell’acqua, purtroppo, si può trovare di tutto e di più. Sabato c’era stato vento, probabilmente il guanto, quello per prendere la frutta al supermercato, era volato da qualche ombrellone e me lo sono trovato davanti.”

“Sa Mesa Longa è un piccolo golfo nel quale c’è un roccione lungo che chiude il mare a 100 metri dalla spiaggia, rendendolo quasi un lago. Ciò che entra non esce. Se quel guanto si trovava lì, lì sarebbe rimasto. L’ho osservato e seguito per trovare il momento esatto nel quale la corrente lo posizionasse a farlo sembrare una mano. Scattata la foto con una Nikon subacquea, quella che usano i bambini, ho ovviamente preso il guanto e l’ho buttato nel cestino.”

stefano guanto

 

“Inserirò l’immagine in un lavoro che sto realizzando sulle spiagge della Sardegna per raccontare, attraverso la mia passione per il mare, la bellezza della nostra isola. Voglio però rappresentare la realtà, quindi anche i rischi che corrono i nostri luoghi di essere attaccati e inquinati. Lo faccio sempre in maniera poetica perché credo possa arrivare più velocemente il messaggio. Se si mostra una spiaggia sporca senza nessuna prospettiva o dettaglio che possa raccontarne l’anima, non si riesce a far capire il dramma che invece emerge da un’acqua cristallina irrisa da un guanto di plastica.”

Coperta Pia finale_Layout 1“Vorrei scrivere la mia lettera d’amore al mare della Sardegna: non importa raggiungere ogni angolo della costa, mi sto muovendo intanto nelle spiagge vicino casa. Le foto le raccoglierò in un libro che mi autofinanzierò. Il secondo dopo “Kilometro Zero” che dedico alla mia terra. E’ il mio modo di lasciare un messaggio a chi lo prenderà e sfoglierà. Un promemoria che rimane per spingere a non perdere mai l’attenzione per la bellezza che ci circonda.”

“Lo facciamo da nove anni con la rassegna Bi Foto, insieme con il mio amico Vittorio Cannas con la quale non guadagniamo un euro, ma la ricchezza di vedere tanta gente per le strade ad osservare le opere di colleghi che vengono per esporre, anche da altri paesi. Arrivano dal continente ed è una grande festa. Quest’anno siamo riusciti ad estenderla in diversi comuni oltre al mio Mogoro. Una piccola rivoluzione che resisterà, allestita anche durante l’inverno, fino a marzo. Ci sono artisti di livello internazionale che hanno deciso di portare le loro foto qui. E’ un segnale che invita a rimanere: purtroppo quando i paesi si spopolano, come spesso accade, perdiamo tutti qualcosa.”

 

 

“Noi abbiamo deciso di far crescere nostra figlia in questi luoghi, i suoi occhi si alleneranno alla meraviglia dei colori che la circondano. La foto del guanto è un avvertimento che lascio anche a lei. Stiamo crescendo piccoli guerrieri che dovranno salvare il pianeta, trattato così male da chi li ha preceduti. Forse questa, ed altre immagini che realizzerò, le faranno dire che suo padre ha cominciato a fare qualcosa per non rimanere indifferente.”

stefano ritratto ok.jpg

La traccia volante: Recuperiamo il senso e il rispetto per la bellezza. Non dimentichiamocene nemmeno un dettaglio, perché il bello fa piacere. Con la fotografia io provo ad aiutare, in questo senso, a ricordare.

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