“Come se la paura, comune quasi tutti nell’ultimo anno, abbia generato, a partire da Aradeo, un bisogno di amore, di darne senza l’obbligo di riceverne. A due giorni dall’appello, lanciato via social e con una locandina, avevamo raggiunto oltre 40 prenotazioni per partecipare il 19 dicembre, alla prima giornata di tipizzazioni per donare il midollo osseo. Per la quarta, prevista per domani, sabato 16 gennaio, ne abbiamo quasi 200.”

Non è stato facile riprendere l’entusiasmo per raccontare. Mi serviva una storia semplice di speranza e di condivisione. Ho ripreso a cercare: i miei occhi si sono fermati sull’immagine di una fila ordinata lungo la strada di un borgo. Non evocava critiche o soluzioni agli assembramenti, ma descriveva quanto sta accadendo ad Aradeo, comune di 9000 abitanti a 27 chilometri da Lecce. Qui vive un artigiano di 44 anni, Fabrizio Arcuti con la sua famiglia che nelle ultime settimane sembra essersi allargata, fino quasi a comprendere l’intero paese. A giugno ha scoperto di essere affetto da una forma di leucemia per cui è necessario il trapianto di midollo. A novembre la ricerca è diventata più urgente, Fabrizio, una moglie, due figli e due sorelle, ha continuato a provare a mantenere intatti i ritmi delle sue giornate, ma chi è cresciuto al suo fianco, Maria Neve la sorella maggiore e Piera la minore hanno iniziato a pensare come fare per trovare il prima possibile il donatore compatibile. 1 su 100 mila: questo il numero che rappresenta la sfida davanti cui vengono posti i malati di leucemia. Maria Stea, agguerrita presidente dell’ADMO regionale pugliese, lo ha ribadito alle due donne salentine. Un’impresa che da subito hanno capito non riguardare solo Fabrizio, ma contenere l’opportunità di unire, nella costruzione e nella vittoria, donatori e pazienti in attesa. Tre giornate speciali, che domani diventeranno quattro per “tipizzare”, ossia registrare le caratteristiche del midollo, di donne e uomini dai 18 ai 35 anni con un peso superiore ai 50 chili: dovevano cominciare con almeno 40 candidati per dare un senso alla mobilitazione di un’autoemoteca e di una equipe medica dedicata, cifra superata il giorno stesso che è stato pubblicato sui social l’appello con il riferimento telefonico a cui prenotarsi. Sono seguiti post di musicisti e artisti amici di Fabrizio, il più visualizzato quello di Cesko del gruppo Après La classe, non è mancato neanche l’appoggio di Emma Marrone, originaria del posto. Alla terza giornata, sabato scorso, 9 gennaio, davanti al poliambulatorio di Aradeo sono arrivati in 200. Una fila ordinata, organizzata nei dettagli per garantire sicurezza ed efficienza. L’immagine di una comunità che si stringe a chi ha bisogno, consapevole che il proprio dono potrebbe riaccendere la speranza di Fabrizio, ma anche di chi non si conosce, in altre zone del paese, in attesa che, da quel registro nazionale dove difficilmente si riescono ad annotare così tante tipizzazioni in poco tempo, esca il proprio tipo giusto. Raccogliere il racconto di Maria Neve Arcuti, insegnante, speaker radiofonica, guida turistica, sorella di Fabrizio è più di una miccia per tornare ad accendere la voglia di scrivere e mostrare la bellezza generosa che resiste al buio dell’egoismo. Le tracce ripartono da Aradeo per tentare di raggiungere il cuore di Roma, Milano, Genova, Palermo e dimostrare che ancora si può essere realmente uniti nell’affrontare la paura.
La traccia: la donazione

“Siamo tre fratelli: io sono la più grande, Fabrizio è in mezzo e poi la più piccola, Piera. Abbiamo caratteri diversi, ma siamo molto legati. Quando uno di noi ha scoperto di avere la leucemia ed è stato molto male, soprattutto durante il terzo ciclo di chemio, abbiamo deciso di non lasciare il passo al terrore, ma di trasformarlo in azioni concrete per aiutare Fabrizio e non solo. Mia sorella ha contattato l’ADMO e abbiamo avuto la fortuna di incontrare Maria Stea, la presidente, donna competente e agguerritissima. “Perché non organizzate una giornata speciale di tipizzazioni per Fabrizio e per tutti?”
“Ci ha spiegato bene cosa significasse, per fare in modo che fossimo in grado di far comprendere bene ad ogni possibile donatore che la compatibilità non è semplice da trovare, per cui più tipizzazioni si fanno, ossia registrazioni delle caratteristiche del proprio midollo, più opportunità si offrono alle migliaia di persone in attesa, non solo a nostro fratello. L’iscrizione nel registro nazionale prevede una promessa che diventa effettiva al momento della chiamata: difficilmente il processo è immediato e corrisponde al destinatario per cui si è deciso di donare. L’equazione 1 a 100 mila corrisponde ad un numero reale. Il principio con il quale procedere ci è stato subito chiaro: provare a sensibilizzare riguardo la sua malattia e tentare di sostenere il abbiamo intrapreso il percorso è chiaro per noi: la risposta che abbiamo ricevuto ha dimostrato come lo fosse e lo sia per i tanti che hanno cominciato a chiamare per aderire.”
“Maria ci ha detto che per iniziare ci avrebbero fornito un’ autoemoteca con un’equipe medica a bordo: noi avremmo dovuto trovare almeno 40 persone disposte alla tipizzazione. Con mia sorella ci siamo guardate e subito chieste: ”Ma come facciamo, in questo periodo, con il virus che giustamente spaventa tanti, a convincere a venire in piazza per fare un prelievo?” Credo, invece, che proprio il periodo ci abbia aiutato. Come se la paura, comune quasi tutti nell’ultimo anno, abbia generato, a partire da Aradeo, un bisogno di amore, di darne senza l’obbligo di riceverne. Per organizzare la prima giornata, sabato 19 dicembre, abbiamo lanciato l’appello via social e con una locandina dove abbiamo stampato i nostri numeri di riferimento per prenotarsi. Il telefono ha iniziato subito a squillare, se all’inizio erano soprattutto amici di Fabrizio, poi ci siamo rese conto che aumentavano coloro che sapevano chi fosse, ma avevano deciso di fare la donazione seguendo il nostro principio. Dopo due giorni avevamo già segnato il nome di oltre 40 possibili donatori.”
“Quel sabato sono arrivati all’autoemoteca anche degli amici musicisti di nostro fratello, un canale prezioso per raggiungere la platea dei donatori che deve avere un’età compresa tra i 18 e i 35 anni. Hanno preparato e diffuso dei video di sensibilizzazione, raggiungendo quote di visualizzazioni che si sono trasformate nella necessità di una seconda giornata di tipizzazioni, il 21 dicembre. In particolare, Cesko del gruppo Après La classe, compagno di scuola di Fabrizio, ha realizzato un video che ha raccolto centinaia di migliaia di visualizzazioni. Attraverso il fratello, altro nostro amico, abbiamo raggiunto anche Emma, nata e cresciuta qui ad Aradeo, che ha promosso l’evento nei suoi canali social. Mi ha stupito che persino un mio post, registrato dal divano di casa, nel quale spiegavo bene in cosa consistesse la donazione, rispondendo a dubbi legittimi circa le procedure del trapianto, sia stato condiviso da centinaia di sconosciuti. E’ evidente il bisogno di informare: molti pensano che si tratti di midollo spinale, mentre il prelievo e la donazione riguarda il midollo osseo, non è quindi riferibile ad operazioni e interventi invasivi per chi dona.”
“Il mio lavoro da professoressa, insegno lettere nella scuola media cittadina, ogni giorno mi ricorda quanto sia fondamentale fare arrivare il messaggio giusto. Ho l’esempio quotidiano dei miei ragazzi che, se motivati, tirano fuori una passione ed una consapevolezza incoraggianti. Si dice che siano la generazione dei videogiochi, in parte è vero, ma io, responsabile della biblioteca, li vedo venire a scegliere libri, chiedere, tornare dopo averli letti. Il caso personale che sto vivendo mi ha donato un’ulteriore conferma: i miei alunni hanno saputo e non mi fanno mancare neanche la loro solidarietà con domande, bigliettini, incoraggiamenti.”
“Mio fratello è molto introverso, timido, ha attraversato tre fasi in questo ultimo periodo rispetto alla reazione di vicinanza del paese e non solo. Nella prima ha delegato completamente a me che sono la sorella naturalmente portata alla dialettica, si è poi preoccupato, vedendo crescere il numero dei contatti: scherzando mi ripeteva “mi raccomando non farmi vergognare”. Quando ha visto mobilitarsi e arrivare alla terza giornata oltre 200 persone ha sentito la necessità di esporsi per ringraziare. Sabato mi ha chiamato incredulo: “Maria mi hanno contattato da Mediaset, dicono che vogliono intervistarmi per raccontare quanto sta accadendo.” Gli ho risposto che aveva capito male, forse era una rete locale, dopo poco mi hanno chiamato dal GR Puglia ed ho scoperto che era girata una nota dell’Ansa nella quale si parlava di noi. Probabilmente in un momento, come quello che stiamo attraversando, la generosità diventa una notizia. Sicuramente lo è stata per gli amici dell’ADMO: proprio a causa del virus con le relative conseguenze nell’organizzazione degli ospedali, le donazioni si sono rallentate molto, avere 200 tipizzazioni in un giorno solo, ha rappresentato, sì, un dato eccezionale. Ci hanno telefonato referenti del Registro Nazionale da Genova per ringraziarci.”
“Il prossimo sabato, superando un ostacolo che qualcuno ha provato a porre lungo il nostro percorso ( non mi va al momento di parlarne, perché non ci hanno bloccato), abbiamo cambiato luogo di ritrovo per le tipizzazioni. Saremo al centro trasfusionale di Gallipoli dalle 14.30 alle 19. Tutto nella massima sicurezza: turni ben stabiliti per non fare attendere e non creare assembramenti. Mi sento, però di dover ringraziare ancora una volta il nostro paese, Aradeo, a partire dal sindaco, Luigi Arcuti, convinto che nella fascia di donatori del paese che conta circa 1000 cittadini tra i 18 e i 35 anni ci sia il donatore giusto per Fabrizio.”
“Non ci fermeremo, neanche dopo la quarta giornata, sempre seguendo il nostro principio: Per Fabrizio e per tutti. Continuiamo a sensibilizzare: siamo una delle nazioni in Europa nelle quali si effettuano meno tipizzazioni, mentre ci sono 2000 persone circa, l’anno, in attesa di riprendere in mano la propria vita. Non posso smettere di occuparmene, in tutte le sedi nelle quali potrò farlo, ne parlerò: dalla radio dove vado spesso all’aula delle mie classi a scuola. Nostro fratello, grazie al calore ricevuto da questa iniziativa, ha una carica di adrenalina pazzesca con cui bilancia la paura che resiste. Nell’attesa che si trovi la compatibilità, consapevoli del possibile protrarsi del tempo, possiamo contare su un’ondata di calore, partecipazione, affetto che ci protegge. Sapevamo di vivere in un comune solidale, ma non pensavamo così tanto. Ci fermano per strada, anche sconosciuti per chiedere come va, come sta Fabrizio, a che punto sia la ricerca del donatore. In tanti stanno pregando per lui. E’ come se fossimo diventati realmente una grande famiglia. E’ importante questa energia per sostenere anche i miei nipoti: il piccolo ha 4 anni, la grande, Giulia, ne ha 8 ed una forza che potrebbe organizzare da sola una quarta e quinta giornata di tipizzazioni.”
La traccia volante: La buona energia produce buona energia.
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