“Vorrei volare sopra i tetti della città, incontrare espressioni dialettali, fermarmi sopra il naso dei vecchi mentre leggono i giornali”
Lucio Dalla, Le Rondini

Da oggi anche Bologna è zona rossa: chiusi scuole, bar, ristoranti, negozi. La città è spaventata, il virus è tornato a colpire più forte della prima ondata. Il 4 marzo è la data scelta per fermarsi: per provare a riprendere il respiro. Lo stesso giorno in cui, nel 1943, in piazza Cavour numero 2, nacque chi ha reso immortali strade, colori ed emozioni: Lucio Dalla. Viene voglia di credere che l’amore di chi ha vissuto e cantato intensamente l’anima della dotta, possa proteggerla e diffondere il potere di rinascita nel resto del paese. La memoria della sua genialità proverà a farlo, a partire alcuni luoghi della città resa spettrale dal blocco.
Fondazione Lucio Dalla, insieme al Comune di Bologna, a Bologna Welcome, a Confcommercio Ascom e al Consorzio degli Esercenti di Via D’Azeglio Pedonale, hanno deciso di condividere un omaggio che consentirà di incontrare Lucio “in giro per Bologna”, attraverso una serie di scatti del 1967. Grandi manifesti con tre soggetti straordinari messi a disposizione per l’iniziativa dall’Archivio Pressing Line per unire la città in un sorriso: l’intento è portare un poco di leggerezza in un momento tanto pesante per tutti. Gli esercenti, gli stessi o gli eredi dei posti frequentati nelle passeggiate quotidiane da Dalla, hanno abbassato la saracinesca, ma sulle vetrine, spente, sarà affissa la fotografia di chi li ha raccontati in un verso. Inoltre, grazie alla partecipazione di Galleria Cavour le immagini verranno proiettate sul maxi schermo del cuore dell’eleganza bolognese tra il 4 e il 7 Marzo, accompagnate dalle canzoni, colonna sonora della Galleria in queste giornate.
Andrea Faccani, Presidente di Fondazione Lucio Dalla, ha descritto cosa ha portato alla scelta di questa modalità di ricordo: “in attesa delle condizioni che ci consentiranno di realizzare le tante attività progettate e sospese per la situazione sanitaria, abbiamo dato vita ad un’iniziativa che consentisse a Lucio di essere comunque presente in tutta la Città, suscitando nei bolognesi il ricordo delle tante volte in cui lo hanno incontrato a passeggio o fermo ad osservare e magari ad immaginare una canzone che avrebbe raccontato le loro vite”.
Bologna c’è stata dall’inizio alla fine della storia artistica e umana del cantautore. In un contesto di distruzione che aspettava la fine della guerra nasceva come uno speciale “Gesù bambino”. Con questo titolo, considerato eccessivo per i tempi, cantò per la prima volta un inno memorizzato da generazioni, nel Teatro Duse. Era il 1970. Alla sua piazza Cavour dedicò, invece, Piazza Grande, raccontandola come il rifugio per chi dorme sull’erba e per gli innamorati, in una città nella quale “non si perde neanche un bambino almeno che non sia di Berlino”. L’ironia vivace degli arancioni intensi delle facciate dei palazzi con il sole che scherza attraverso i portici, brilla nei testi, resi indimenticabili dalla voce che continua a risuonare nella testa e nel cuore di chiunque ne percorra le rumorose e allegre geometrie.
Bologna luogo dell’anima per studenti e viaggiatori, culla della cultura, del diritto e della gastronomia. Semplice e complessa da scoprire, impossibile da dimenticare.
I piccoli gesti quotidiani si fanno rime.
Vorrei girare il cielo come le rondini
E ogni tanto fermarmi qua e là
Aver il nido sotto i tetti al fresco dei portici
E come loro quando è la sera chiudere gli occhi con semplicità
La speranza è certezza nelle poesie cantate, come nell’Anno che verrà. Le parole della canzone con cui si sono salutati pure i 365 giorni peggiori del nuovo secolo con fiducia, hanno illuminato le vie del centro durante il Natale del 2018. Grazie all’asta con cui sono state vendute una volta dismesse dalle strade, si è potuto restaurare il reparto day hospital di oncologia del Policlinico Sant’Orsola. Nuove illuminazione, porte, arredi per due sale d’attesa e di terapia, insieme alla realizzazione di stanze-giardino sui balconi con 90 fioriere e impianto per la diffusione della musica nelle sale, hanno ottenuto l’obiettivo di rendere accogliente un posto nel quale circa 150 pazienti, ogni giorno vengono visitati e curati.
Illuminare il buio riempiendo irreali silenzi. Lucio ci è riuscito anche nel Natale più oscuro che non solo Bologna ricordi. La sua Futura ha acceso via Massimo D’Azeglio, grazie alle installazioni realizzate dall’artista Pablo Echaurren. Uno dei tanti amici che la città ha unito davanti ad un bicchiere di vino e un piatto di gramigna al sugo di salsiccia, gustati nelle osterie mitiche che presto torneranno a diffondere profumi nell’aria.
In questo 2021, iniziato incerto, la Fondazione Lucio Dalla ha voluto ricordare una di queste amicizie tra bolognesi speciali nel documentario “Imprendibili” , nel quale si racconta del legame tra Dalla e Massimo Osti, designer, stilista innovatore, fondatore di marchi storici come la Stone Island. Realizzato da Fondazione Lucio Dalla insieme a C.P. Company, verrà pubblicato da oggi 4 marzo sui canali FLD e C.P. Company (50.cpcompany.com, www.fondazioneluciodalla.it).
Sodalizi umani e artistici che, prima della diffusione del virus, rivivevano nelle sale della Casa Dalla, l’ultima abitazione del cantautore nella quiete di Piazza dei Celestini, resa museo dalla Fondazione. Qui, interpreti, autori, suoi colleghi, collaboratori, allievi ed eredi si sono ritrovati da quel maledetto 2012 che lo ha portato via, per rinnovarne la memoria attraverso la condivisione della meraviglia dell’arte.

I più giovani lo faranno anche oggi con Back to futura, progetto prodotto dall’Associazione Culturale per gli Incontri Esistenziali insieme a Fondazione Lucio Dalla, con il sostegno di Illumia. Esponenti della scena musicale italiana contemporanea, scelti per ricchezza ed originalità della proposta artistica, dialogheranno dalle stanze della casa del Maestro, con il giornalista musicale Luca Franceschini: il confronto sarà arricchito da set acustici. Stasera alle 21 sul canale You Tube Incontri Esistenziali (https://www.youtube.com/channel/UCvlv0SgVb0sLWCNeGfzX0wQ) ci saranno come protagonisti Bonetti, svegliaginevra, Apice ed Elasi.

Memoria e futuro: i due regali che Lucio ha lasciato non solo alla sua amata città. Doni che mai come in questo periodo confortano. In una delle sue ultime canzoni, sembrò voler salutare le sue piazze, le strade, le abitudini:
Cantava in Dark Bologna:
Lungo l’autostrada da lontano ti vedrò
ecco là le luci di San Luca
entrando dentro al centro,
l’auto si rovina un po’, Bologna, ogni strada c’è una buca
Per prima cosa mangio una pizza da Altero
c’è un barista buffo, un tipo nero
Bologna, sai mi sei mancata un casino.
“Mentre qui tutto il mondo sembra fatto di vetro e sta cadendo a pezzi come un vecchio presepio“, da Bologna, incontrando lo sguardo ironico di Lucio, ascoltando la sua voce, verrà voglia di far credere all’intero paese che “ritornerà la luce, sentiremo una voce e potremo aspettare senza avere paura, domani.“
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