Giulia suona nell’Orchestra dei braccianti

“Ho 35 anni, sono una violinista, nata e cresciuta a Venezia, da quando mi sono laureata in Relazioni internazionali, mi occupo dei diritti dei lavoratori stranieri, ma, soprattutto, anche io sono stata una bracciante agricola.”giulia bari

 “La musica ti dà la forza per lavorare. Quando fai il pescatore, canti e tiri su le reti. Lo stesso vale per il lavoro in campagna. O per affrontare la notte e non avere paura”. Yussif Bamba viene dal Ghana, è passato per il ghetto di Borgo Mezzanone, dove, insieme ad altri braccianti di diverse nazionalità ha vissuto in una baracca e lavorato nelle campagne del foggiano. E’ riuscito a diventare un mediatore, senza mai dimenticare la sua passione per la musica, tanto da creare uno studio di incisione nella sua casa di Foggia. Yussif Bamba è una delle voci e delle anime dell’Orchestra dei Braccianti, progetto della onlus ‘Terra!’ che coinvolge musicisti, contadini e migranti di diverse nazionalità. 18 elementi, 18 storie intense che si incontrano per creare un presente più consapevole ed un futuro professionale diverso, grazie alla musica. La prima esibizione ufficiale, domani, venerdì 9 novembre, al Teatro Mercadante di Cerignola con un doppio spettacolo gratuito: alle ore 10.30 (per le scuole medie e superiori) e alle 20.30. I concerti si inseriscono nella settimana di celebrazioni dei 61 anni dalla scomparsa di Giuseppe Di Vittorio, il sindacalista che considerava il sapere come riscatto della dignità degli uomini e delle donne per lo sviluppo del paese. Racconta tutto Giulia Anita Bari, violinista veneta ed esperta di tutela internazionale, che coordina il progetto per Terra, con l’impegno per i diritti e l’amore per le note.    

La traccia: note e voci per i diritti

“Ho 35 anni, sono una violinista, nata e cresciuta a Venezia, da quando mi sono laureata in Relazioni internazionali a Firenze, mi occupo dei diritti dei lavoratori stranieri, ma, soprattutto anche io sono stata una bracciante agricola. Ho studiato violino nel Conservatorio della mia città, ma parallelamente frequentavo l’Università a Firenze: la mia tesi è stata proprio sulla tutela dei lavoratori stranieri in Europa. I miei primi contributi all’INPS, però, sono stati versati per il mio lavoro di bracciante agricola: d’estate, come molti miei coetanei, si andava a raccogliere le pesche nelle campagne venete. Era un lavoro molto ben retribuito che poi durava solo due mesi. Se non bastasse l’esperienza pratica unita alla teoria acquisita, a 24 anni ho avuto l’opportunità di seguire uno stage all’UNHCR e, per mia grande fortuna, sono andata nell’Ufficio comunicazione a fare da assistente a Laura Boldrini, una grande maestra che mi ha dato una spinta a capire quale dovesse essere la mia strada. “

orchestra lilliDall’Antischiavi a Fuori dal ghetto tour

“Da dieci anni quindi mi occupo dei diritti dei braccianti stranieri che vivono e lavorano nelle campagne italiane. Senza però mai dimenticare la mia passione per la musica. Forse era naturale che finissi ad occuparmi dell’orchestra. L’idea è nata nel 2011 quando, Sandro Joyeux, musicista con forti legami con l’Africa, ha deciso di girare per i ghetti e creare l’Antischiavi tour. Andava, solo con la sua chitarra, a cercare musica tra le baracche. Io lo conosco nel 2015 e trasformiamo la sua iniziativa in “Fuori dal ghetto tour”, coinvolgendo anche altri musicisti. Proviamo il primo gruppo con alcune esibizioni che culminano in quella nel ghetto di San Ferdinando e nel palazzetto dello sport di Rosarno. Portiamo i ragazzi ad incontrare la cittadinanza locale attraverso la musica. Per i lavoratori stranieri, che vivono principalmente isolati dal contesto, si trattava già di un’occasione di respiro e di confronto importante. Ci sono state le solite difficoltà oggettive per il tentativo di strumentalizzare politicamente l’iniziativa, ma è stato comunque un successo con grande partecipazione della popolazione del comune. Il primo nucleo dell’orchestra parte proprio da qui. Il progetto è poi proseguito e si è allargato grazie al continuo impegno di Sandro affiancato da Alessandro Nosenzo, coordinatore artistico, che ha iniziato a registrare e suonare nelle baracche del ghetto di Borgo Mezzanone. Si è aggiunta poi la casa studio di Yussif Bamba a Foggia che è diventato un punto di riferimento per studiare altri suoni.”

“E’ stata una produzione itinerante, fino a quando l’anno scorso, ho deciso di parlare dell’idea a Fabio Ciconte che l’ha subito sposata come progetto da portare avanti con Terra Onlus.”

formazione musicisti

Dalla partitura all’orecchio

“Io venivo da un altro tipo di lavoro nella campagne con MEDU (medici per i diritti), avevo coordinato il progetto Terra Giusta per 5 anni, ma non avevo mai smesso di dedicarmi anche alla musica. Le due anime si stavano incontrando in questa nuova avventura, ma servivano i fondi per realizzarla. Intanto abbiamo richiamato tutti i musicisti che avevano seguito le iniziative di sensibilizzazione, organizzate in precedenza e siamo andati per i ghetti e a Foggia a cercare chi volesse e potesse partecipare.

Mi sono sentita quasi alleggerita. Se si fa con impegno il lavoro dell’operatore, si avverte la forte responsabilità della vita delle persone, ora, con questo nuovo progetto, ho aggiunto un approccio diverso: vado a cercare in quegli stessi uomini e donne la creatività e provo, con gli altri, a renderla il loro modo di esprimersi. Nelle baracche si può ascoltare musica, costruire brani, studiare nuove sonorità. In un mese Alessandro con il suo zaino, la chitarra e un computerino, ha girato per il ghetto di Borgo Mezzanone, relazionandosi con i ragazzi che lavorano nei campi, anche per capire chi ha le capacità di stare sul palco. Il nostro è un percorso professionalizzante: dobbiamo individuare chi è in grado di reggere un concerto. Chi vuole puntare sulla musica anche come lavoro. “

“Gli artisti italiani che abbiamo chiamato, ci sono stati subito. Per me da musicista è la possibilità di accedere ad una scuola incredibile. Posso relazionarmi con colleghi e amici che vengono da 8 paesi diversi con tradizioni lontane dal mio background di violinista da Conservatorio. Usano tutti le orecchie e non la partitura: un’ulteriore sfida per noi classiconi, abituati alle parti.

Alla ricerca di musiciste donne

“Per ora sono l’unica donna dell’orchestra, ma ne stiamo cercando altre. Qui si apre un discorso culturale interessante. Siamo andati nei ghetti di bulgari e rumeni, puntando soprattutto sull’importante tradizione vocale bulgara. Le donne con cui abbiamo parlato ci hanno però spiegato che nell’Est Europa fare i musicisti è un mestiere molto ben retribuito, quindi è difficile trovare nei ghetti chi suona o canta. Riflessione diversa purtroppo sulla possibilità di coinvolgere le donne africane. Coloro che si trovano nei ghetti, sono perlopiù legate al fenomeno della tratta ed è quasi impossibile farle esporre pubblicamente. Non ci arrenderemo, però, nella ricerca di altri elementi femminili per l’orchestra che comunque è all’inizio. Da pochi mesi stiamo lavorando per costruire insieme la strada da svolgere. “

La guida di Giuseppe Di Vittorioorchestra dei braccianti logo

“Il punto di partenza è sicuramente la concezione dei diritti di Giuseppe Di Vittorio: è centrale, oltre il simbolo, la scelta di esibirci per la prima volta in pubblico a Cerignola, durante le cerimonie per i 61 anni dalla sua morte. Di Vittorio che compra il vocabolario per spiegare ad amici e colleghi di lavoro il significato delle parole. La sua politica passa attraverso l’alfabetizzazione e la conoscenza: il nostro obiettivo è proprio condurre le persone coinvolte a significati altri e alti della loro esperienza di vita. Per questo faremo girare l’orchestra nei ghetti, a raccontare il melting pot e a convincere ad interagire con esso attraverso la musica.

Il concerto lo stanno prendendo in maniera un po’ troppo rilassata, ma sono certa che, quando saranno sul palco, si renderanno conto che è una possibilità, anche di lavoro, molto importante: non è una esibizione di beneficenza, ma un’occasione per farsi conoscere e intessere rapporti e collaborazioni anche con altri musicisti che verranno ad ascoltare e curiosare. “

Verso un repertorio più ampio e una formazione stabile

“E’ un viaggio che parte dal repertorio scelto. Iniziamo da una antica nenia di Maria Michela Coccia, registrata dall’originale in Puglia da due etnomusicologi. Si comincia dalle tradizioni italiane legate alla terra, per arrivare a brani originali, scritti dai ragazzi dei ghetti o ripresi dai canti locali dei loro paesi. Dalla trasposizione musicale della povertà italiana fino alle voci dei migranti che raccontano la lontananza, l’amore per i propri cari. In mezzo c’è anche un canto politico, il solo, di Matteo Salvatore che, parlando della mietitura come una catena di montaggio svolta sotto lo sguardo attento del sorvegliante, ci porta a raccontare la realtà dei moderni caporali. Il migrante che è nel ghetto ha una vaga percezione del diritto, non canta infatti di politica, ma di quello che gli manca, di ciò che conosce. Nei prossimi mesi, attraverso la scrittura e la musica, si proverà anche a dare una maggiore consapevolezza della loro condizione di lavoratori. E’ lo stesso viaggio culturale che è stato fatto, in epoche diverse, nelle campagne, dai braccianti italiani: c’è un canto abruzzese del 700 “Povera me” nel quale una donna che si dedicava alla pastorizia, rimasta vedova, cantava di ciò che le accadeva, dei suoi problemi, soprattutto della sua povertà. Di questo c’era consapevolezza, non dei diritti.

Amplieremo il repertorio, rendendolo sempre più nostro. Portiamo avanti la filiera umana e della terra. E’ un lavoro di advocacy svolto attraverso gli strumenti della politica musicale. Si tratterà di spostarsi molto per rendere la formazione poi stabile. Per questo avremo bisogno di un supporto economico. L’Orchestra ora è sostenuta dal Fondo di Beneficenza Intesa Sanpaolo S.p.A. e si inserisce all’interno del progetto “Voci Migranti“, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. 

Il concerto di lancio, che ha ottenuto la partnership del Comune di Cerignola e della Flai-Cgil, è gratuito. Teniamo molto all’appuntamento con le scuole: è importante dialogare con i cittadini del futuro. Ci sono italiani oggi che sono molto più stranieri dei migranti, diciamo stranianti. E’ difficile integrarsi con molti di loro, più facile, per apertura mentale, dialogare con chi viene dal Gambia o dal Burkina Faso. Per questo è necessario confrontarsi con i ragazzi, far conoscere la realtà del ghetto in un modo diverso e costruire insieme consapevolezza.”

La Traccia volante: Agricoltura e solidarietà. Nell’agricoltura come azione umana sulla natura ci sono le vere tracce della solidarietà tra lavoratori, persone e terra. Noi stiamo cercando di riconquistare, anche attraverso la musica, questa solidarietà.

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