Lucia e l’albero

“L’obiettivo è promuovere il nostro territorio stupendo, risolvere i problemi economici, che non mancano, con il turismo. Siamo 4300 abitanti, se ci diamo una mano l’un l’altro, i risultati arrivano. Sono venuti a vedere l’albero da altre città italiane.

lucia e l'albero 2In un paese del Molise, un gruppo di donne decide di mettersi insieme per far conoscere la bellezza della propria piccola realtà. Utilizzano una tradizione antica al servizio di un’idea creativa. E’ la storia di Trivento: di migliaia di piastrelle di uncinetto, realizzate da una comitiva di ricamatrici ed un ricamatore, guidata dalla vulcanica Lucia Santorelli. Questa estate hanno creato un tappeto per decorare i 365 gradini della scala monumentale con ricami provenienti anche dal Brasile e dalla Nuova Zelanda. Per Natale hanno addobbato 6 metri di albero nella piazza centrale. Tutto legato da un filo che abilmente decora rettangoli di stoffa. Ascoltando il racconto di Lucia, si immagina già una sceneggiatura di un film che può scavallare l’Appenino Sannita e far conoscere la forza e l’estro di questa parte d’Italia.

 La traccia: metri di uncinetto  e condivisione a Trivento

lucia ritratto“Sono stata una bambina strana, diversa, creativa. Tutto quello che mi mancava me lo costruivo da sola. Vivo da 56 anni nello stesso paese, per il mio carattere non mi sono mai trovata particolarmente bene. Ho fatto tanti lavori diversi, quando mi sono separata sono rimasta, però, disoccupata. Mi sono chiesta: che so fare? Ricamare è stata una delle risposte. Sono stata in collegio, mia mamma faceva l’uncinetto, di sicuro non ero abituata a stare ferma. Internet mi è sembrato un alleato prezioso: lo uso come stupendo mezzo di comunicazione e condivisione.  In rete ho trovato delle pagine che parlavano dello Yarn Bombing: una tecnica utilizzata in Texas per mettere in evidenza le difficoltà del territorio, fasciando gli alberi. A Trivento non ci sono cose brutte, ma bisogna evidenziare quanto c’è di bello. Nel luglio del 2017 mi sono inventata gli Acchiappachiacchiere, dei merletti da mettere sotto agli alberi. “

“L’esperimento ha funzionato, qualcuno si è chiesto cosa fossero “quei cenciuni”, ma molte donne del paese hanno collaborato. Mi è venuto naturale immaginare di proseguire ad abbellire il nostro centro storico, decorando con piastrelle ricamate la nostra scalinata di 650 metri. Non ci potevamo però aspettare che arrivassero pezzi da tutto il mondo. Merito di Rai Italia. Ci hanno intervistato e il giorno dopo la messa in onda, sono arrivate telefonate dalla Tanzania e dal Brasile, e subito dopo ricami di molisane residenti in quei luoghi. “

 

Dal tappeto all’albero

“Mentre cucivamo il tappeto, abbiamo pensato a cosa potessimo fare per l’inverno. Una di noi, Michela Anziano ha avuto l’idea: potremmo fare un albero all’uncinetto! Siamo un gruppo di signore con una età che va dai 45 ai 60 anni, molto determinate. C’è anche un uomo, Maurizio: sa fare tutto, si è cimentato, la moglie gli ha messo in mano l’uncinetto e ci è riuscito. Per il tappeto ci avevano aiutato anche i bambini, realizzando i pon pon, per l’albero non hanno potuto, ma tutta la comunità in qualche modo ho partecipato.”

“Io, però, ho preso in mano la situazione e chiamato chi poteva fornirci la struttura: 5 metri con il puntale 6. Ci voleva il materiale per realizzarlo. Il supermercato CEPA ci ha comprato 150 euro di lana, solo verde e bianca come base. Ognuno poi aveva a disposizione una o più mattonelle, 15 per 15, al centro delle quali poteva realizzare dei disegni.”

“Tutte quelle pronte venivano portate a casa mia dove una settimana prima di portarlo in piazza abbiamo cominciato ad allestirlo. Il mio appartamento è piccolo come la cabina di un aereo da turismo, ma già ci tengo un laboratorio per i bambini “Tutto con le mani”. E’ uno dei modi con cui mi sostengo, oltre a fornire un servizio di accompagnamento dei piccoli allo scuolabus. Per l’albero ci siamo autofinanziate e abbiamo utilizzato una parte di quanto avevamo guadagnato, vendendo le piastrelle del tappeto. Avevamo ricavato circa 9 mila euro: 6 mila li abbiamo dati alle Famiglie SMA. I restanti 3 mila euro li avevamo tenuti per andare dove ci hanno invitato ad illustrare la nostra idea. Siamo state nel Duomo di Pavia su invito del Vescovo e alla Fiera del turismo di Rimini con il ristorante La Piana dei Mulini. “

“Io non ho vergogna e vado a cercare sponsor. La Proloco ci ha sostenuto spiritualmente e burocraticamente per i permessi necessari, il Comune idem, ma non abbiamo attinto a fondi pubblici.  Finora chi ci ha sponsorizzato non si può lamentare: 20 mila persone hanno visto l’albero. Purtroppo il tempo non è stato clemente e non abbiamo potuto mettere uno registro per apporre firme e commenti, ma ne arrivano in rete da gran parte di Italia.”

Verso l’estate e oltre

“Abbiamo inaugurato l’albero l’8 dicembre. In dieci lo abbiamo assemblato nel centro polifunzionale. Per fortuna la ditta Minichillo che lo ha fatto, lo ha realizzato smontabile, così lo abbiamo potuto portare in piazza con la gru. Al freddo e al gelo lo abbiamo attaccato alla rete metallica inossidabile con le piastrelle sopra. In più abbiamo voluto abbellire anche gli altri alberi, allestendo tra l’uno e l’altro dei mandala all’uncinetto di lana bianca.”

 “L’obiettivo è promuovere il nostro territorio stupendo, risolvere i problemi economici, che non mancano, con il turismo. Siamo 4300 abitanti, se ci diamo una mano l’un l’altro, i risultati arrivano. Sono venuti a vedere l’albero da altre città italiane. Più persone nel paese, più lavorano i ristoranti, circolano più soldi, magari si comprano più pantaloni ed io faccio più pieghe. E’ un giro. Riacquistano valore anche le casette del centro storico che si può così rivalorizzare. Su facebook da altri comuni stanno pensando di imitarci e riprodurre le nostre idee. Il mio intento è divulgare, ribadendo che parte da qui.

lucia il filo che unisce

“Quando toglieremo l’albero, abbiamo già in mente come utilizzare le piastrelle. Per l’estate faremo un’ombrellatura tra un balcone e l’altro. Per abbellire e far conoscere il centro storico. Vorrei che il nostro impegno creativo spingesse le belle teste di Trivento ad esprimersi. Spero soprattutto che i giovani si attivino: ora magari hanno altro a cui pensare, ma poi se si accendono le sinapsi, capiscono che possono venirci dietro con altre idee e progetti. Io ricamo, creo, invento. Spero ci siano ragazze e ragazzi intelligenti, con le conoscenze e le competenze adatte per impegnarsi  per il bene del nostro paese.”

La traccia volante: Il filo che unisce. Dobbiamo stare uniti e ricordare che “dove spunta un popolo spunta una fonte.”

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