“Ricordo la prima volta che ho incontrato le ragazze. Belle come il sole! I loro occhi che mi scrutavano mi hanno davvero ammaliato. Sono intense, non le dimentichi più.”
Nei primi mesi dei miei calendari annoto tutti gli appuntamenti: le visite, i compleanni, persino le telefonate da fare. Col passare dei fogli mi distraggo, è come se non avessi più nulla da ricordare. In realtà mi rassegno e mi affido al caso. Vorrei prendere, però, l’abitudine di scrivere per ogni piccolo spazio bianco, un proposito che rimandi alla forza, alla gioia e magari anche alla rabbia di vivere ogni giorno. Una consapevolezza che di certo emerge dalle foto che compongono una mostra ed un calendario realizzato dalla fotografa Anna Bussolotto. 11 ritratti singoli più uno collettivo per 12 mesi: protagoniste le pazienti del reparto di Oncoematologia Pediatrica dell’ospedale di Padova. Nessuna operazione compassionevole, ma un’opera d’arte che vede ad ogni ragazza abbinato il personaggio di una guerriera o di una principessa: perché combattono, ma sono nell’età del sogno. L’idea è nata dalla volontà di Chiara Girello Azzena, presidente della Team for Children, Onlus che dal 2009 sostiene il reparto attraverso progetti culturali, sostegno psicologico ed economico per i pazienti e le famiglie oltre a fornire presidi elettro medicali e a consentire di stilare contratti a medici oncologici. E’ stata lei a pensare a questa iniziativa, a convincere le giovani pazienti e le famiglie, che si fidano e si affidano alla Onlus che segue loro da quando è iniziata la battaglia, e a coinvolgere Anna Bussolotto, fotografa, esperta di ritratti, in particolare dei bambini e delle famiglie, con servizi pubblicati nelle maggiori riviste italiane e internazionali. Ad Anna ha chiesto di entrare in reparto con la sua LeicaS per rendere arte, favola e poesia l’impresa quotidiana di Syria, Giada, Anna, Denise, Camilla, Eleonora, Alice, Letizia, Lisa, Sara, Marta. L’adolescenza impavida che ha composto una mostra, finanziata e allestita sempre grazie a Team for children, fino al 6 gennaio a Padova nella Sala della Gran Guardia. Si spera che possa girare in altre città, per mostrare sirene, amazzoni, maghe, pirati con le cicatrici delle loro battaglie, pronte a combatterne altre. Per loro ogni giorno vissuto e da vivere, ha un valore preciso. Oltre la mostra, le foto sono nel calendario che si può prenotare presso la segreteria di Team for Children via mail a segreteria@teamforchildren.it. L’intero ricavato verrà devoluto ai progetti della Onlus. Anna mi ha raccontato il significato di questi suoi 9 mesi in reparto a contatto con le sue modelle. Io il calendario lo ordino e provo a non distrarmi.
La traccia: ritratti di ragazze che combattono
“Era nel mio destino andare lavorare nel reparto di un ospedale. Avrei voluto fare il medico, ma non ho superato l’esame di ammissione alla facoltà di medicina. Ci ha pensato la fotografia. Quando Chiara Girello Atzena, la Presidente di Team For Children, mi ha proposto di raccontare la battaglia delle pazienti del reparto di Oncoematologia Pediatrica dell’ospedale di Padova, attraverso le mie foto, non ho avuto esitazioni. Lei stava ancora affrontando la prima parte della domanda, io stavo già viaggiando con la mente.”
“Fino ad allora ho sempre visto la malattia come una parte naturale dell’esistenza umana, contro la quale, grazie alla medicina l’uomo più davvero molto, ma non tutto.”
“Ricordo la prima volta che ho incontrato le ragazze. Belle come il sole! i loro occhi che mi scrutavano mi hanno davvero ammaliato. Sono intense, non le dimentichi più. I miei soggetti preferiti, quelli da cui ho cominciato, sono i bambini. Sono così spietatamente onesti che con loro la fotografia di ritratto diventa un reportage: ho iniziato da subito con loro, è stato naturale, non una scelta! In loro, come in chiunque io mi ritrovi a fotografare, cerco quello sguardo che, quando intercetta il mio, mi faccia sentire la ‘scossa’. Con le ragazze l’ho sentita spesso, se non sempre. Mi sono comportata con loro in modo naturale, come faccio con tutti i miei soggetti. Ho cercato di spiegare cosa volessi da loro e loro hanno recepito: sono state molto brave.”
“La decisione di rappresentarle come guerriere o principesse è stata naturale. Dopo averle viste e averle ascoltate, la strada si è fatta subito chiara. Loro lottano quotidianamente la loro guerra, con coraggio ed orgoglio, proprio come delle vere guerriere, ma poi senti che il romanticismo della loro età emerge appena può. Si sono fidate molto di me, non hanno battuto ciglia. Io proponevo e loro annuivano. Ho chiaramente spiegato le mie scelte e le mie decisioni, ma non ho trovato nessun tipo di blocco.”
“Ci sono momenti di questi nove mesi che ricordo con maggiore emozione. Come il primo giorno di scatti, con Anna che poi ci ha lasciati 6 mesi dopo e con Syria: uno shooting al limite del delirio con i tre lupi che vagavano per lo studio e che avevano un po’ di timore nei confronti dell’attrezzatura fotografica. Garantisco che non è stato per niente facile!”
“La maggiore difficoltà l’ho avuta con me stessa, dopo ogni sessione di scatto ero attanagliata da mille dubbi: non avevo la sicurezza di essere sulla strada giusta, volevo emozionare lo spettatore, ma temevo di non farcela. Ho avuto per fortuna dei buoni consiglieri che mi tenevano legata al progetto e mi infondevano fiducia (hanno collaborato con Anna, per il supporto stilistico, Nazareno Pol ed Egidio Veronese. ndr).“
“Ho scelto di non condividere con le ragazze la scelta della foto da esporre. Lo so che è stato un rischio, ma ho deciso di correrlo per permettere al mio stile e alla mia visione artistica di emergere. Quando si parla di ritratto è naturale che il fotografo veda il soggetto in modo differente da come il soggetto stesso si sente, ma qui si trattava di interpretazione artistica e avevo bisogno di sentire al 100% la foto. Le ragazze si sono guardate con curiosità ed emozione. Spero davvero che si siano riconosciute nelle mie opere.”
“Fino al 6 gennaio la mostra è stata allestita a Padova, stiamo lavorando perché possa essere esposta in altre città. Penso che sia importate dare a molte persone il messaggio che le mie impavide adolescenti portano con i loro ritratti.”
La traccia volante: Riprendo la frase scelta della nostra farfalla senza ali, della nostra Anna che è volata in cielo troppo presto: “Only in the darkness you can see the stars” Martin Luther King
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