Marcello dedica un’antologia agli amati animali

Con questa operazione ho sublimato due aspetti della mia vita che viaggiano paralleli: il mio lavoro e impegno da veterinario e la mia arte da scrittore. Più libri vendiamo più aumentano i progetti che si possono portare avanti nel canile.”

attentialcane

Tutti pronti a farsi fotografare con i propri cuccioli, a dedicare bacheche social al culto del divino gatto. Poi, però, molti gattini vagano per le strade o peggio finiscono sotto le ruote delle auto e i canili sono pieni. C’ è chi compie anche la crudeltà, estrema, di far credere ai poveri animali di aver trovato una famiglia e poi li riporta indietro, quando si accorge che avere un cane o un gatto, implichi anche qualche impegno e la cura. Non tutte le strutture sono dei lager, ma certo non si possono definire i luoghi ideali per la felicità di chi invece ne regala senza chiedere niente in cambio. A Bari, il comune si occupa in maniera seria del canile sanitario, nel quale lavora personale appassionato. I finanziamenti, però, a volte arrivano in ritardo, rendendo difficile la quotidiana gestione. Marcello Introna è uno dei veterinari che spesso collabora, gratis: conosce la situazione e ha deciso di trovare il modo per aumentare i fondi a disposizione. Ha messo in campo la sua altra passione, la scrittura, che lo vede autore di romanzi per la Mondadori ( Percoco e Castigo di Dio): ha contattato ben 23 colleghi autori e realizzato una raccolta di racconti. Metà dei proventi delle vendite andrà proprio al canile sanitario. “Attenti al cane”, edito da Laterza, con in copertina un disegno dell’illustratore Francesco Carofiglio, è un’operazione speciale che non si prefigge come obiettivo la sensibilizzazione di futuri padroni, ma nel suo fine, giustamente utilitaristico, realizza un’operazione culturale che unisce parole, impegno ed amore a ricompensare chi dona in silenzio con uno sguardo, un miagolio, una scodinzolata. Gli autori hanno prestato la loro penna per narrare avventure di cani curiosi, gatti ironici e pecore impaurite, ma ci sono anche storie nelle quali non ci sono animali, ma chi le ha scritte voleva lasciare un contributo letterario in loro onore. Oltre ad Introna hanno lasciato un segno narrativo del loro amore per gli animali: Antonella Lattanzi, Alessio Viola, Gianrico Carofiglio, Francesco Marocco, Vito Introna, Giancarlo De Cataldo, Eugenio Vendemiale, Leonardo Palmisano, Mario Desiati, Alessandra Minervini, Andrea Piva, Mariapia Romano, Cristò Chiapparino, Giuseppe Cristaldi, Eva Clesis, Giuseppe Ceddìa, Gabriella Genisi, Ilaria De Vanna, Alessandro Schino, Cinzia Cognetti, Francesco Dezio e Giancarlo Visitilli.

Intercettato prima di rientrare in ambulatorio, Marcello Introna mi ha raccontato come ha messo insieme le sue due vite in questa operazione ed io consiglio di andare a comprare il risultato in libreria.


La traccia: racconti per aiutare gli animali abbandonati

marcellocanelilli“Il libro ha un solo obiettivo: raccogliere più fondi possibili per il canile di Bari. Il Comune non fa mancare i finanziamenti alla struttura, ma spesso ci sono dei ritardi che rallentano o impediscono alcune attività. Difficile che i negozi che vendono i croccantini, capiscano che, per motivi burocratici, non ci sono i soldi per pagare. Io collaboro da anni gratis, ma non faccio testo, perché volevo curare gli animali, tutti, sin da quando ero piccolo.

marcellocastigodidioCon questa operazione ho sublimato due aspetti della mia vita che viaggiano paralleli: il mio lavoro e impegno da veterinario e la mia arte da scrittore. E’ stato molto facile contattare e convincere gli altri 23 autori a partecipare. Non tutti i racconti hanno per protagonisti gli animali, proprio perché alcuni hanno voluto esserci pur non avendo molto tempo, quindi hanno mandato testi inediti che avevano già pronti.”

“Non ho dato nessun limite di battute, fidandomi del buon senso degli scrittori. Ho pubblicato i racconti nell’ordine cronologico in cui mi sono stati mandati. Il primo è il mio Siamo stati noi, ci sono animali nella storia anche se lo avevo scritto precedentemente all’idea di fare il libro, perché non riesco a sopire la mia indole veterinaria.”

“Non avrei mai pensato che la Laterza accettasse di pubblicare. La loro disponibilità mi ha commosso. Evidentemente l’obiettivo non è caro solo a me. Più libri vendiamo più aumentano i progetti che si possono portare avanti nel canile. A vedere tutti i likes sui social e i messaggi che ci stanno arrivando dovremmo vendere più della Bibbia.”

 “Tutto ciò che raccogliamo sarà utile, anche se è impossibile trasformare un canile in un paradiso per i cani. So bene quanto sia un luogo emotivamente avvilente. La struttura di Bari è una mosca bianca, perché sembra quasi una pensione grazie all’impegno degli operatori che si dedicano con abnegazione, ma è comunque un approdo temporaneo.“

“Il problema alla base sono sempre coloro che decidono di prendere un animale e poi non riescono a prendersene cura e lo abbandonano. Nei canili ci sono varie forme di tutela per cercare di impedire a chi adotta un cane di riportarlo dopo pochi giorni, riducendolo ad un’estenuante e dolorosa attesa infinita. Ci sono regolamenti che a volte possono sembrare integralisti imponendo comportamenti da avere con l’animale. Considerando che metà dei cani che sono nelle strutture sono di razza, forse servono anche queste regole.”

“Ne ho viste talmente tante che ho perso un po’ la fiducia negli aspiranti padroni, per cui non mi aspetto che il libro sensibilizzi, ma solo che renda le conseguenze di eventuali abbandoni meno penose. Ho fatto esperienze anche al macello: lì il dolore dura un secondo, al canile prosegue per anni. Questo lavoro è un piccolo contributo rispetto ad una così grande sofferenza dei cani.”

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“Ci ho messo un anno a raccogliere i racconti: ad un certo punto la griglia del testo era pronta e non ho potuto più aggiungere altro. Ho dedicato il mio tempo e la mia passione per fare tutto nel miglior modo possibile. E’ lo stesso impegno che metto ogni giorno nel fare il mio lavoro, curando anche gli animali che scelgo di tenere con me. E’ il caso del mio gatto Lucino. Era capitato con un padrone che non lo aveva curato bene, fatto diventare cieco e poi lasciato nel mio ambulatorio. Ne ho incontrati di aspiranti proprietari di animali così… Quelli che si inventano false allergie quando si accorgono che serve un minimo di impegno per curare il proprio animale. Lucino l’ho preso con me a fare compagnia alla gatta Romina che ho trovato a Piazza Moro che io continuo a chiamare Piazza Roma.

Non so, forse porterò anche loro alla prima presentazione del libro che sarà lunedì 11 febbraio alle 18 nella sede della Laterza di Bari.”

La traccia volante: Porta molto male disfarsi di un animale. Non è solo un modo di dire, ne ho le prove. Chi ha lasciato Lucino poi ha avuto qualche sfortuna.

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