“L’obiettivo è sempre quello: lo sport serve per stare insieme, in allegria e farsi qualche bella, sana risata. Stacce!”
Quale è il luogo più semplice nel quale ci si ritrova, senza differenze, uniti da un solo obiettivo? Inutile lanciarsi in arditi ragionamenti: è il campo di calcio o, meglio, il campetto. Due porte alle estremità di uno spazio libero e il gioco comincia. Da sempre il pallone è stato uno strumento di aggregazione e inclusione sociale, soprattutto nelle zone più disagiate delle città e dei paesi. Non solo il calcio, lo sport in generale, dal basket al rugby, riesce nell’impresa di abbattere barriere sociali e creare senso di comunità. Lo sa bene Paolo Masini che, nella sua esperienza politica e professionale, ha sempre cercato di unire progetti sociali legati alle periferie, o iniziative culturali connesse alle problematiche dell’accoglienza, attraverso strade creative con lo sport, il cinema, il teatro, la musica. Già assessore allo sport del comune di Roma; anima di Migrarti, bando che dal 2016 ha coinvolto le comunità di immigrati stabilmente residenti in Italia, con una particolare attenzione ai giovani di seconda generazione, sostenendo teatro, danza, musica, rassegne di cinema, cortometraggi e documentari (Youseff, realizzato grazie al bando da Mohammed Hossameldin egiziano della Garbatella, è in lizza per il David di Donatello come migliore cortometraggio); presidente di Best Practice Award, il primo concorso che premia le migliori idee, progetti e soluzioni per il recupero dei beni comuni della città,; ora ha ideato e lanciato, con un gruppo di collaboratori, WeDerby. Un progetto che parte dalla sfida calcistica più sentita nei territori, ultimamente, purtroppo spesso al centro di contrasti che superano i confini dello sport. Obiettivo: riportare il tifo alla sua anima di aggregante sociale attraverso la goliardia. Non solo, ulteriore scopo: coinvolgere le società calcistiche e i vari sponsor tecnici nel sostegno a tutte quelle realtà che nei territori operano per dare una funzione sociale allo sport, soprattutto nelle periferie. Coinvolti i club, a partire da quello della Roma e della Lazio; il Credito Sportivo, sponsor principale dell’iniziativa; diversi sostenitori tecnici; le scuole, protagoniste di una parte centrale del progetto; gli uffici regionali scolastici, Skuola.net e l’Associazione Italiana Calciatori. A mano a mano entreranno anche altre realtà sportive che si riconoscono nei valori dell’iniziativa. Si parte da uno dei derby simbolo, la sfida tra Roma e Lazio interpretata nell’ottica dello sfottò tra tifosi. Con il motto Stacce, i sostenitori giallorossi e biancocelesti si stanno lanciando sfide, immortalate da video postati sui profili Facebook, Twitter e Instagram di WeDerby (cinque minuti sono sentitamente consigliati per recuperare il buonumore). Le più divertenti saranno premiate a maggio allo Stadio Olimpico. Stesso tema per i ragazzi delle scuole elementari e medie: dovranno proporre sfide per il prossimo derby della capitale (Campionato 2019 – 2020) che verranno messe in atto dai rappresentanti della giuria, presieduta da Luca Bizzarri, composta in maniera equa de personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo di entrambi le squadre. Mentre sta andando a incontrare degli alunni della scuola Carlo Pisacane di Roma, accompagnato da Vincent Candela e Ferdinando Orsi, glorie delle due squadre capitoline, Paolo mi racconta come è nata l’idea e come si svilupperà. Perché le tracce negli stadi, nelle palestre e sui campetti sono importanti.
La traccia: WeDerby per riscoprire i valori dello sport
“Avevo in mente questa idea sin da quando sono stato assessore allo sport. Non c’è stato tempo per realizzarla, lo facciamo ora. Non sono un tifoso sfegatato e nemmeno un calciatore, da ragazzo giocavo a basket, anche se me la cavavo bene pure nei campi di pallone e ora non mi esimo da partecipare alle partite del calcio sociale, organizzate dal mio amico Massimo Vallati. Ho sempre creduto nei valori che lo sport riesce a trasmettere e nella funzione sociale che hanno tutte le realtà che riescono ad incidere nei territori, soprattutto quelli più disagiati.”
“Ultimamente, ogni volta che sentivo le notizie legate ad episodi di violenza tra tifoserie che raccontavano di stadi come campi di battaglia, mi intristivo. Mi sono chiesto spesso come fosse possibile che il calcio non si considerasse più una partita di pallone, ma un tema di ordine pubblico. Come fare per ricreare un clima che, a partire dai derby, le sfide più sentite dalle rispettive tifoserie, riconduca le partite ad un evento di gioco per generare appartenenza, ma soprattutto unione nel divertimento? Abbiamo pensato di tornare al passato, al semplice sfottò:
Stacce, una sfida goliardica sui risultati delle partite, da “giocare”, attraverso regole ben definite, tra colleghi, amici, parenti, compagni di scuola, condomini e tra tutti coloro che vogliono farlo.
Nella città e non solo. Perché si è tifosi in ogni parte del mondo. Anche a distanza.“
Stacce dall’Istituto Luce alla Locanda dei Girasoli
“Grazie all’Istituto Luce abbiamo recuperato un filmato nel quale a sfidarsi erano Mario Riva per la Lazio e Riccardo Billi per la Roma.”
“Siamo partiti dal derby della capitale e stanno già arrivando dei video eccezionali, soprattutto dai quartieri popolari come Testaccio e Garbatella, dove c’è chi, se perderà la propria squadra, lunedì girerà per i lotti vestito da pellicano. Le sfide devono essere documentate entro il 17 marzo. Sarà difficile per la giuria scegliere la più originale e divertente. Tutte quelle che rispetteranno il nostro regolamento, senza usare linguaggi volgari e offensivi, saranno postate sui nostri profili social: Facebook, Twitter e Instagram con l’# Stacce. “
“Sono contento siano arrivati anche i video da progetti che seguo come i Migliori figli di Roma con BPA: dalla Locanda del Girasole (ristorante gestito interamente da ragazzi down) dove si sfidano a servire con le magliette della squadra avversa in caso di sconfitta, o da One sense (locale condotto da personale sordomuto) dove lo sfottò è stato lanciato nella lingua dei segni: chi perde, laverà i pavimenti del locale. La proclamazione del vincitore avverrà, a maggio, allo stadio Olimpico, con premi messi in palio dalle società. “
“Sia l’AS Roma, sia la Lazio hanno aderito, consapevoli della necessità e del beneficio anche per loro di un clima più sereno nel quale vivere le partite. Sponsor principale è il Credito Sportivo che si occupa anche della sicurezza degli stadi. Dopo questo importante battesimo, WeDerby coinvolgerà per il campionato 2019 – 2020 anche le altre sfide stracittadine di serie A: Milan-Inter; Torino-Juventus; Genoa-Sampdoria e auspicabilmente Verona-Chievo. Ma non solo. Per stracittadine intendiamo tutti quei derby del “campanile”, anche territoriali e regionali, in altre serie e discipline sportive. Penso al basket, la pallavolo e molto al rugby che fa tantissimo per il recupero dei valori dello sport. Proprio per il carattere popolare dell’iniziativa, il nome del progetto avrà di volta in volta, a seconda della città interessata, un sottotitolo in dialetto, studiato in collaborazione con Unpli Unione delle Pro Loco che da anni si occupa della conservazione dei dialetti e le tradizioni locali. “
Un derby. Un campo. Cento storie
“Verso questa idea di We Derby mi ha spinto però anche l’obiettivo che sto portando avanti con altri progetti, legati alla mia esperienza di Mamma Roma e i suoi figli migliori, ossia quello della restituzione alla città. Un operaio è pronto a farsi un mutuo per pagare l’abbonamento allo stadio e ci sono giocatori che guadagnano tre volte il suo stipendio annuale in un mese. E’ giusto che ci sia una riconoscenza fattiva che possa colmare questa disparità di offerta. Un derby. Un Campo. Cento storie è il cuore delle attività che vedranno coinvolti sponsor, realtà istituzionali e sportive, fondazioni e società di calcio, per sostenere quelle realtà cittadine che fanno dello sport un elemento di coesione sociale, di integrazione aggregazione e di lotta al disagio. Per Roma penso al Calcio sociale al Corviale o Liberi Nantes, ma sono convinto che, a livello nazionale, ce ne siano diverse di storie di chi, attraverso lo sport diventa un vero e proprio presidio sociale. In questa parte del progetto sarà coinvolta attivamente l’Associazione italiana Calciatori e la loro onlus.”
“Giocatori ed ex campioni del passato saranno anche testimonial, come questa mattina Candela e Orsi, della parte che coinvolgerà le scuole: Una sfida tutta da ridere. Un percorso che sarà seguito e videodocumentato, nelle sue varie tappe con la collaborazione sempre delle squadre, oggi ci sarà con noi Roma Channel.”
Le scuole e una sfida tutta da ridere
“Alle bambine e ai bambini delle scuole elementari e medie chiediamo di sbizzarrirsi con la proposta di sfide che saranno poi realizzate dalla nostra giuria per il prossimo derby della capitale, nel girone di andata del campionato 2019 – 2020. A chi si inventerà le più divertenti andrà un premio speciale: due coppie, una per squadra, entreranno in campo con i giocatori all’inizio della partita. Grazie agli sponsor, alle scuole andrà un importante contributo per le attrezzature sportive. Tutto è realizzato in partnership con gli Uffici Scolastici Regionali e Skuola.net . Si possono mandare proposte fino al mese precedente il derby della stagione 2019 – 2020 alla mail unasfidatuttadaridere@gmail.com.”
“Non resta che aspettare il fischio di inizio del derby, sabato 2 marzo. Io non mi posso schierare, non ho lanciato la mia sfida: ho raccolto il sostegno di entrambi le società. Certo qualche mia simpatia non sono riuscito a tenerla nascosta. Proprio perché credo che il calcio sia soprattutto divertimento, posso raccontare questo aneddoto. Sono stato nominato assessore allo sport il 28 dicembre, il 9 gennaio c’era il derby. Per l’occasione volli andare ad incontrare i rispettivi allenatori per mandare insieme a loro un segnale alle tifoserie di mantenersi tranquilli. Allo stadio, ero seduto in tribuna. Sullo 2 a 0 per la Lazio ero sereno, il goal del recupero della Roma, l’ho accolto con un applauso composto, ma sul 2 a 2, non ho resistito e ho cominciato a saltare. Ho sentito bussare sulla spalla, mi sono girato e ho incassato la battuta di Claudio Lo Tito: “ma tu non eri l’assessore allo sport di tutti?”
“Confesso: propendo un po’ per la Roma, come pure i miei figli, ma non sfido nessuno, rimango imparziale. Non hanno lo stesso limite i personaggi della giuria, equamente divisi tra Roma e Lazio, che potrebbero farcene vedere delle belle. L’obiettivo è sempre quello: lo sport serve per stare insieme, in allegria e farsi qualche bella, sana risata. Stacce!
La traccia volante: “Qualsiasi cosa scegliate di fare nella vita, siate il meglio.” Madre Teresa di Calcutta.
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