Giorgia, Francesca e la Tabacca

“La Tabacca è il risultato anche di un incontro tra due generazioni: la nostra e quella dei nostri genitori che hanno accettato di vedere investiti, i nostri e molti dei loro risparmi, nel progetto. Non ci siamo mai sentite sole, lentamente e con l’aiuto di tante persone abbiamo sempre trovato la carica per sentirci sulla strada giusta.”

tabacca la casaCi sono storie che sembrano uscire dalle pagine di romanzi di avventure popolari. Quella della Tabacca narra di due giovani donne alla conquista di una terra e di una casa nella quale dare vita ad un sogno per la comunità. Generano iniziali dubbi in chi le circonda per le loro idee, moderne per i contadini, antiche per gli abitanti della città. Poi acquisiscono la fiducia di entrambi: un proprietario stanco affida loro la vecchia casa di pietra nel bosco dove andava da bambino, diroccata, con i caprioli che fanno colazione in cucina: 7 ettari di terra intorno da cui ricavare di nuovo ortaggi e frutti di bosco. Non c’è una strada per arrivare e il terreno su cui lavorare è impervio. Non si scoraggiano, portano ciò che serve su per un piccolo sentiero prima a piedi, poi con la carriola e con un verriccello forestale insieme a molte persone. In tanti si affacciano ad aiutarle, a condividere una tappa del loro viaggio e, nello stesso tempo, ad imparare dalla loro esperienza. Ad ottobre Giorgia Bocca e Francesca Bottero entreranno nella casa e inizieranno ampliare l’azienda agricola. Per la Tabacca, a Voltri sulle alture di Genova, conosciuta con questo nome dagli abitanti della valle per il contrabbando durante gli anni della seconda Guerra Mondiale, inizierà finalmente una nuova vita. Giorgia, responsabile dell’area formazione di Terra che qui ha una delle sedi della scuola per aspiranti agricoltori Emilio Sereni, racconta come si è sviluppato il sogno, in comune con Francesca, agricoltrice e giardiniera, formatrice della scuola e con le loro famiglie. Due donne, due generazioni, una comunità, insieme hanno scritto nella terra un romanzo che lascia tracce profonde e che continua.

La traccia: un’azienda agricola e un processo collettivo

 

“Noi siamo prese come da una missione. Il progetto è gestito da me e da Francesca Bottero con competenze di lavoro e personali diverse. Io curo la parte più sociale e politica, mentre Francesca si occupa di tutti gli aspetti tecnici: lei è l’esperta di orti e giardini. La nostra unione, nel rispetto delle reciproche diversità, ha portato alla visione del nostro progetto: il ripristino di un insediamento rurale in permacultura. E’ un metodo per progettare e gestire paesaggi in modo che siano in grado di soddisfare i bisogni della popolazione quali cibo, fibre ed energia e al contempo preservino la resilienza, ricchezza e stabilità degli ecosistemi naturali.”

Dagli orti di Vesima al bosco di Voltri

“E’ un sogno che avevamo da tempo. Cercavamo da vari anni un luogo dove realizzarlo. La prima sperimentazione l’abbiamo fatta nella Valle a Vesima dove creammo degli orti di agricoltura sinergica nel 2004/2005. Ci unimmo ai contadini del territorio per farli diventare un movimento che rivendicasse la restituzione della terra ai giovani agricoltori. La valle, purtroppo, era di proprietà di un marchese che non si voleva occupare di agricoltura, ma avrebbe voluto fare un villaggio turistico. I nostri orti sono stati protagonisti di un evento importante con risvolti comici, perché presentati insieme dal sindaco, dal marchese, dalla comunità locale, mentre noi cercavamo di mediare tra tutti. Abbiamo ottenuto moti risultati, ma non la possibilità di portare avanti il progetto.”

tabacca prima

“Avevamo notato la Tabacca, questa vecchia struttura di pietra in mezzo al bosco. Ci avevano detto fosse di uno psichiatra di Torino che non aveva mai risposto a chi aveva provato a chiedergliela. Era abbandonata da anni, c’erano i caprioli in cucina. Il primo gennaio del 2011 l’abbiamo vista e dopo pochi mesi siamo riusciti a metterci in contatto con il proprietario. Quando lo abbiamo incontrato, ci disse: “A voi la casa la do”.
Diede l’avvio alla nostra avventura perché aveva capito che non volevamo trasformarla nella nostra azienda agricola, ma in un progetto collettivo che avrebbe vissuto anche dell’accoglienza e della condivisione di quanto raccolto.”

Senza strada si sale insieme

“Non è stata facile sin dall’inizio: non avevamo una strada per raggiungere la Tabacca, posta sui territori terrazzati purtroppo spesso soggetti a dissesti idrogeologici.
Abbiamo portato tutto su a mano lungo un sentiero, prima a piedi, poi con una carriola e un verriccello, creando una strategia sociale: tante persone del posto che ci aiutavano. Hanno capito che la nostra idea ha un significato politico come portatrice di istanze. A partire dalla mancanza di differenze tra uomini e donne nel lavoro insieme. Siamo riuscite a superare, oltre alle difficoltà ambientali, quelle legate al pregiudizio che fossimo due donne che volevano fare agricoltura in un posto dimenticato. “Chissà cosa vogliono fare!” Si chiedevano all’inizio. Abbiamo dimostrato quale fosse il nostro obiettivo, dialogando con le famiglie del posto. E’ stato importante tessere relazioni. Tutto il borgo è con noi e ci ha sostenuto concretamente.”

tabacca donne che lavorano
“Ogni estate dal 2011, siamo nella nostra casetta di 12 mq da cui possiamo portare avanti, in maniera diretta i lavori. Ad ottobre la casa principale sarà pronta. E’ una struttura contadina che stiamo restaurando con materiali semplici. Per le esigenze principali stiamo procedendo nel rispetto dei principi ecologici che ci guidano, quindi il ciclo chiuso per l’acqua e i pannelli solari per l’energia. Cerchiamo di essere coerenti nel nostro percorso, seguendo la filiera di provenienza di ogni materiale e strumento utilizzato. Non possiamo prendere i pannelli da fabbriche che si avvalgono della manodopera infantile. In tal senso, prima di rifornirci, svolgiamo delle ricerche approfondite.”

“Per i serramenti ad esempio ci siamo rifornite da un’impresa di proprietà di una giovane coppia, i Cavallero, cui sta molto a cuore la sostenibilità dei processi: utilizzano il legno di castagno del posto non quello proveniente dalle foreste tropicali del Brasile.”
“Vogliamo rappresentare un modello, sia di agricoltura sostenibile, ribadito dall’essere una delle sedi della scuola Emilio Sereni di Terra, sia sociale nella costruzione di reti anche tra la città e la campagna.”

“Siamo qui dal 2011 e abbiamo coinvolto più 500 volontari, facendo loro anche formazione. Si fa pratica insieme come nel lavoro nell’orto o nell’utilizzo di attrezzi agricoli. E’ il campo di Francesca che è esperta anche delle pratiche ecologiche più innovative. Non abbiamo ancora una grande produzione, ma possiamo garantire frutta e verdura a tutte le persone che vengono da noi d’estate. Stiamo cominciando anche a vendere in piccole filiere come quelle dei gruppi di acquisto solidali. Abbiamo iniziato a costruire dei modelli agricoli di relazione. Ci piace sapere a chi vendiamo.”

“Produciamo ortaggi e frutta: siamo fiere della nostra coltivazione di amarene che da quest’anno inizieremo a trasformare in marmellate, grazie alla collaborazione con un’altra azienda agricola, gestita da una donna, Simona Cagnolo “Tutti giù per terra” che ha creato un laboratorio di trasformazione. Stiamo dando anche questa dimostrazione: cooperare rende più forti, ottimizzando rischi e spese.”

tabacca amarene

Innovazioni per l’ambiente
“Io mi sono sempre occupata di divulgazione ambientale, prima con Greenpeace, poi con altre associazioni ambientaliste, sono responsabile dell’area formazione di Terra. Ho sempre sognato di realizzare un progetto che unisse l’obiettivo di proteggere l’ambiente, creare produzioni sostenibili, accogliere e formare. L’esperienza di Vesima è stata una palestra importante per capire che dovevamo diventare anche un soggetto politico in grado di promuovere istanze per gli altri.”

tabacca toilet
“Per esempio, noi adesso vorremmo sperimentare l’idea del toilet a secco che non utilizza l’acqua dolce per i reflui, ma un impianto che la sostituisce con del materiale secco. Sono bagni particolari che trattano i rifiuti solidi umani attraverso processi di compostaggio e disidratazione, ottenendo un prodotto finale che può essere impiegato come ammendante organico per alberi e siepi. Questi sistemi non necessitano né di acqua né di prodotti chimici e non devono essere collegati al sistema fognario. I costi di investimento iniziale siano piuttosto alti, ma il sistema diventa economico nel lungo periodo grazie sia al notevole risparmio idrico sia al costo di depurazione minimo.
Con l’architetta Francesca Gagliardi che ci segue, stiamo portando avanti una battaglia politica per riempire il vuoto normativo su questa materia. Mio padre mi prendere in giro: “Ma guarda se ti devono riconoscere per un bagno!” Vogliamo chiedere i permessi al comune per poterne installare uno alla Tabacca.”

tabacca orto insieme“Portiamo avanti anche il progetto formativo: fino ad agosto è con noi Samuel tirocinante della scuola Emilio Sereni di Terra di cui costituiamo una della sedi, il tutor è Francesca.”

“Ad ottobre entreremo nella casa, il bosco è sistemato, gli alberi potati, quindi avremo raggiunto diversi dei nostri obiettivi. Ci sarà quindi il modo e il tempo per entrare in un’altra fase del progetto: ci dedicheremo alla mappatura dei sentieri per valorizzare il posto dal punto di vista turistico.”

 

“La Tabacca è il risultato anche di un incontro tra due generazioni: la nostra e quella dei nostri genitori che hanno accettato di vedere investiti, i nostri e molti dei loro risparmi, nel progetto. Dai problemi abbiamo tratto soluzioni che ci hanno fatto andare avanti. Non ci siamo mai sentite sole, lentamente e con l’aiuto di tante persone abbiamo sempre trovato la carica per sentirci sulla strada giusta.”

La traccia volante: L’unico limite è nella tua immaginazione. Realizzare un sogno non può essere facile, ma se ci si crede e si combatte ogni giorno, si può.

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