Gabriele Ottaviani non ha pensato nemmeno un momento al rischio: ha preso la bambina dalle braccia di quella madre, raccogliendone il terrore, la responsabilità e la fiducia e non l’ha mai lasciata. La violenza di un altro uomo e l’indifferenza, le avrebbero uccise tutte e due.
Poteva trasformarsi nell’ennesimo femminicidio. Ieri pomeriggio un padre, se tale si può definire, ha finto di portare la sua bambina, quella con cui appare spesso nelle foto sorridenti del profilo social, a vedere i cavalli in collina. Con loro anche la mamma, la sua ex compagna, colei che, appena fuori dalla città, ha tentato di accoltellare.
Il piano era studiato, qualora si invocasse il raptus di follia, una premeditazione evidente dalla pervicacia con la quale l’uomo ha cercato di portare avanti il suo intento. Non si aspettava certo che la donna intuisse, prendesse la piccola e si lanciasse fuori dall’auto e soprattutto non poteva pensare che su quella strada, isolata nel giorno di Pasquetta, trovasse un altro uomo, pronto a scagliarsi contro per impedire che compisse il suo piano.
E’ accaduto a Pesaro, la città tranquilla nella quale vivo e inevitabilmente sento più forte il dolore per questa violenza, ma anche la riconoscenza per chi l’ha impedita.
Gabriele Ottaviani, per il quale oggi il sindaco Matteo Ricci ha proposto un encomio ufficiale da parte del Comune, ha dimostrato che si può intervenire, che l’indifferenza avrebbe portato alla morte di una donna e di una bambina.
Uscito di casa non appena sentite le urla, nonostante avesse la febbre come ha raccontato nelle dichiarazioni al Resto del Carlino (https://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cronaca/tentato-omicidio-1.4554869), non ha pensato nemmeno un momento al rischio: ha preso la bambina dalle braccia di quella madre, raccogliendone il terrore, la responsabilità, la fiducia e non l’ha mai lasciata.
L’altro, l’assassino vigliacco ha cercato di investire tutti e tre e poi, nell’ultimo, estremo gesto di pusillanimità, ha provato a darsi fuoco. Gabriele è riuscito a mettere in salvo tutti in casa e a chiamare la polizia che è arrivata velocemente.
Forse non si sente un eroe, perché è un padre, un marito, un uomo e quindi non avrebbe potuto fare altro che intervenire.
Quante volte però si assiste al vuoto connivente che circonda gli omicidi e le violenze continue nei confronti di altre donne.
Allora sì: Gabriele è un eroe. Non solo perché ha messo la sua vita a disposizione di chi nemmeno conosceva ( consideratelo cinismo, ma non è un dettaglio superfluo),ma perché lascia la traccia dell’altruismo, della generosità, della dolcezza nel cuore spezzato di quella donna e soprattutto di quella bambina che ha protetto fino all’ultimo.
Gabriele dimostra a tutti che ognuno, per quello che può, deve fare la sua parte per aiutare chi è in difficoltà. Avrebbe potuto credere che fosse un delirio della febbre, alzare il volume della tv nella rapida considerazione che non fossero fatti suoi per poi rispondere magari ai giornalisti che non sembravano le grida di un’aggressione.
Invece ha aperto la porta, è andato a capire e ha salvato due vite.
Per questo, da donna, da madre, da essere umano, ringrazio Gabriele e sono felice che sia mio concittadino.
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