Zorra porta un naso rosso e un pensiero positivo

Davanti alla porta del reparto dell’ospedale Bambin Gesù ci siamo guardati. E’ stato solo un attimo di incertezza, appena entrati, abbiamo messo il nostro naso rosso e ci siamo trasformati. Silvia è rimasta fuori, sono diventata Zorra ed è avvenuta la magia per cui tutto è sembrato più facile.“

silvia zorra giornataNelle giornate più cupe, quando tutto sembra allearsi per abbattere l’umore, si può incontrare un sorriso e, inevitabilmente, una piccola luce prova ad accendersi. Se si sta male o soffre qualcuno caro, ci si arrovella nel pensare a soluzioni pratiche, cedendo a tratti allo sconforto, badando bene a non farsi notare; nelle difficoltà, un pragmatismo automatico avvolge ogni pausa o tentennamento. Chi si ferma è perduto! Pare il dogma da rispettare. Proprio in queste situazioni un oggetto minuscolo, di un colore acceso, può fare il miracolo. E’ un naso rosso, indossato da chi sa interpretarne la missione di traghettatore di sorrisi e di pensieri positivi, e offerto a chiunque voglia provarne gli effetti benefici. Lo indossano i clown della Federazione Viviamo in Positivo ODV. 4500 volontari che ogni giorno regalano un messaggio di allegria e di serenità, suggerendo una prospettiva diversa a tutti coloro che soffrono o vivono particolari momenti di disagio. Sostenuti dalla volontà discreta di portare un po’ di sole dove c’è buio o nebbia, arrivano ovunque: negli ospedali, nei centri di riabilitazione, in carcere, nei quartieri più difficili. Sono tra bambini e famiglie che combattono contro una malattia, con gli anziani soli, al fianco di chi lotta per riprendersi la propria quotidianità e chi ne cerca una differente, migliore. In Italia, ma anche con missioni all’estero, raggruppati in oltre 65 associazioni, dal 2003, accendono un puntino rosso di speranza. Silvia Frenquelli, Zorra, è la presidente dell’associazione VIP ( Viviamo in positivo) di Roma nella quale ha cominciato, tra i primi, ad intraprendere questo percorso 15 anni fa. Sabato 18 maggio sarà con gli altri volontari clown a piazza Santa Maria in Trastevere per la Giornata del Naso Rosso ( ogni associazione organizza l’evento nel proprio territorio prima o dopo la data del 19 maggio, definita dalla Federazione, è consigliabile consultare il sito per la conferma http://www.vipitalia.org/). Presenteranno i loro progetti, ma inviteranno anche ad indossare quel naso, a portarlo dietro perché in ogni momento ci può essere bisogno di guardarsi allo specchio e tirare un sospiro La sua traccia è la storia di un viaggio, cominciato per caso, che prosegue in ogni momento della sua giornata, quando si ricorda che Zorra non si abbatte mai.

La traccia: i progetti della Onlus Viviamo in positivo

“Ognuno di noi ha un nome da clown, scelto durante il corso di formazione di 3 giorni. Bisogna cercarne uno che non sia nell’elenco degli altri 4500. A me è andata bene perché sono cresciuta con l’associazione, partecipando al primo corso che è stato organizzato, 15 anni fa. Mi sono ricordata che quando frequentavo un coro, c’erano altre tre Silvie, a distinguermi ci pensò un bambino: facevo scherma, quindi mi soprannominò Zorra. Mi è sembrato perfetto riutilizzarlo da clown.”

silvia zorra ritratto“Il mio percorso è iniziato per caso, grazie ad un’amica. Si era trasferita a Milano e mi chiamò per informarmi che aveva iniziato a seguire con il naso rosso che erano molto interessanti: “informati perché le faranno anche a Roma!”. L’ho fatto ed abbiamo trovato un modo per fare insieme un’attività comune, a distanza. Sin dal mio ingresso, al primo incontro, mi è stato chiaro l’obiettivo: portare il sorriso nei posti dove c’è sofferenza, abbracciando la filosofia del pensiero positivo. E’ un modo di vedere e vivere la vita nel quale si entra e dal quale, per fortuna, difficilmente si esce.”

In tre carica e magia

“Per mantenere il nostro spirito e trasferire il messaggio a chi si trova in situazioni di disagio, abbiamo bisogno di una formazione iniziale che continua nel tempo. Ogni mese facciamo almeno due allenamenti: oltre alla giocoleria e all’improvvisazione, affiniamo le varie tecniche sulla fiducia. Andiamo sempre in tre in servizio: deve bastarci uno sguardo per capire subito come intervenire. La sintonia è fondamentale.”

silvia zorra ospedale

“L’ho capito bene la prima volta che sono entrata al Bambin Gesù. Eravamo il primo gruppo che svolgeva questa attività, senza una passata esperienza a cui fare riferimento. Davanti alla porta del reparto ci siamo guardati “vediamo cosa succederà?”. E’ stato solo un attimo di incertezza, appena entrati, abbiamo messo il nostro naso rosso e ci siamo trasformati. Silvia è rimasta fuori, sono diventata Zorra ed è avvenuta la magia per cui tutto è sembrato più facile. “

“Alla fine del servizio, ogni volta, ci aspetta un momento di condivisione per capire cosa abbiamo sentito: siamo comunque delle persone e possono esserci giornate nelle quali stiamo meno bene ed altre in cui ci sentiamo più carichi. Le situazioni sono diverse e potrebbero condizionarci, ma basta uno sguardo all’altro, uno dei tre, numero perfetto, e si trova la forza.”

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“Per due ore e mezzo il nostro unico pensiero è riuscire a portare allegria nella stanza di un ospedale, di una casa di cura, nello spazio comune di un carcere, nella piazza di una zona degradata. Da un paio di anni a Roma abbiamo attivato anche il progetto Clown at home. Andiamo a casa di ragazzi con gravi disabilità e passiamo due ore insieme anche alle loro famiglie. E’ un servizio particolare perché entriamo ancora di più nell’intimità di una persona, nei suoi ambienti, noi che siamo gli unici a cui, in ogni situazione, si può dire di no. In ospedale non si può rifiutare la visita del medico o di un parente, ai clown si può dire che non è il momento.”

Il naso rosso arriva ovunque

“Proviamo ad insistere, ma poi ci allontaniamo, con l’intento di riprovarci. Sappiamo che il naso rosso riesce dove altri non possono.
Abbiamo le prove. Ricordo un pomeriggio al Santa Lucia (centro per la riabilitazione). Eravamo in camera con una signora, a canticchiare, quando lei ha iniziato a seguire la melodia con un fischio leggero. E’ entrato il marito, ma uscito subito. Lo abbiamo trovato fuori in lacrime: “Non sapete da quanto tempo, non sentissi emettere un suono da mia moglie!” E’ il piccolo miracolo di cui siamo protagonisti: avevamo trasmesso energia sia alla signora sia a suo marito. “

silvia zorra corsia.jpg“E’ una situazione che porta benefici a tutti. Lo sanno bene anche i medici, gli infermieri e gli operatori che troviamo nelle varie situazioni nelle quali andiamo ad operare. Nel reparto pediatrico del Santa Lucia, i fisioterapisti ci utilizzano per alcuni esercizi da far compiere ai bambini. Siamo ben accolti anche nel carcere minorile, dove portiamo avanti un progetto dall’anno scorso. Il nostro compito in questo contesto si basa soprattutto sulla possibilità di ricreare rapporti di fiducia. Capita che non si conosca nemmeno il nome di chi condivide la cella, nelle nostre attività noi ci chiamiamo in continuazione, quindi superiamo già questa barriera alla reciproca conoscenza.”

“Lavoriamo sulla collaborazione che può portare a vedere in maniera positiva il proprio stato anche in luoghi nei quali è più difficile. Da quest’anno stiamo collaborando anche con un progetto legato alle Vele di Scampia, insieme a Davide Cerullo, ex detenuto che in questi luoghi è nato e cresciuto. Andiamo una volta al mese a giocare con i bambini. A giugno staremo per una intera settimana nella ludoteca l’Albero delle storie che proprio Cerullo ha creato.”

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“E’ un lavoro stimolante come quello nelle scuole, dove raccontiamo quanto si possa fare e ottenere attraverso il pensiero positivo. Speriamo che da grandi si ricordino degli incontri in classe con i clown quando si troveranno ad affrontare dei problemi.”
“Ogni servizio è un viaggio in noi stessi con gli altri. Spesso si parte anche fisicamente per delle missioni. Alcuni clown dell’associazione sono stati in Costa D’Avorio, dove, per tre anni hanno fatto formazione di clown terapia ad alcuni ragazzi che poi sono venuti qui a Roma, per conoscere il resto delle nostre attività e poter poi ricrearle al loro paese. Io finora sono stata in missione solo a Torre del Greco: quando siamo arrivati, non siamo stati accolti nel migliore dei modi dai bambini del posto che poi, dopo 3 anni di attività, non volevano più mandarci via. “

“Non so cosa lasciamo alle persone con cui entriamo in contatto: forse un momento di svago mentre vivono condizioni di disagio. Proviamo a trasportare, magari anche solo per poco, in un mondo diverso, incantato, non solo chi soffre, ma anche i loro famigliari, costretti nella quotidianità, a non abbassare mai la guardia.
Il sorriso non ha età e non ha confini, se pensi in maniera positiva hai una marcia in più: non guarisce ma può sicuramente aiutare ad affrontare le difficoltà.”

silvia zorra bolle.jpg“Quando si entra in questa filosofia, non se ne esce più: io la porto con me anche in ufficio, lavoro alle nell’ambito delle risorse umane di una grande azienda e a casa. Ci sono clown che dopo pochi anni, per motivi personali, hanno dovuto lasciare l’associazione, ma restano sempre legati: si rimane clown per sempre. La prova l’abbiamo di continuo. Pochi giorni fa ci ha scritto una ragazza non più in servizio: “fate parte di me, mi sto per sposare e voglio fare le bomboniere con i nasi rossi.”

silvia zorra copertina

“E’ il legame che non si spezza: quando non può essere diretto, aiuta comunque l’attività a continuare. Anche in senso pratico. Noi viviamo grazie alle donazioni e al cinque per mille: non chiediamo i soldi in maniera diretta. Tutto quello che entra viene utilizzato per i nostri progetti e per la formazione. Solo un giorno l’anno, indicativamente a maggio, in tutte le realtà in cui siamo presenti come Federazione, organizziamo un evento “La giornata del naso rosso” per farci conoscere e soprattutto per sensibilizzare sulla nostra visione della vita. Chi fa una donazione, si porta via un naso rosso che può indossare quando vuole. In ogni momento può servire guardarsi allo specchio e vedersi in un altro modo, meno serio, più felice.

silvia zorra cinque per mille.png
“Ogni anno è più difficile fermare la corsa delle persone per ricordare loro l’importanza di un semplice gesto, ma noi siamo clown quindi ci riusciamo quasi sempre.“

La traccia volante: pensa positivo, sempre.

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