Quel ferragosto agli ex bagni Iole

Erano le estati semplici delle tavolate improvvisate; dei bagni dalla mattina al tramonto; a casa con la sabbia sui piedi e i capelli umidi; con zii, nonni, amici, bagnini da considerare punti di riferimento per una stagione: sere nelle quale si scoprivano i genitori capaci anche di ridere e di scherzare. Giorni di cui rimangono frammenti brevi, racchiusi in alcune foto scattate, distratte, che ritornano quando ti ritrovi, 37 anni dopo, a trascorrerne di simili.

zona 27 la tavolata (2)La prima volta che ho ballato avevo quattro anni. Mentre dimenavo, in maniera scomposta, braccia e piedi sulla pista dello stabilimento di Marina Grosseto, provai una sconosciuta sensazione di libertà dalla vergogna: per una bambina, al tempo, patologicamente timida, non poteva non diventare un momento indimenticabile.

Erano le estati semplici delle tavolate improvvisate; dei bagni dalla mattina al tramonto; a casa con la sabbia sui piedi e i capelli umidi; con zii, nonni, amici, bagnini da considerare punti di riferimento per una stagione: sere nelle quale si scoprivano i genitori anche capaci di ridere e di scherzare. Giorni di cui rimangono frammenti brevi, racchiusi in alcune foto scattate, distratte, che ritornano quando ti ritrovi, 37 anni dopo, a trascorrerne di simili.

Pesaro è una città di mare, la scelta del bagno/lido/stabilimento da frequentare è determinante sin da ottobre: quale e quante sono le attività offerte, il grado di accoglienza per bambini, anziani e famiglie. Due anni fa, spinti da una comodità logistica ( si diventa pigri quando si ha tutto vicino), abbiamo optato per Zona 27. Per i pesaresi è ex bagni Iole, dal nome della proprietaria che pare gestisse tutto da una sedia all’ingresso senza troppo slancio e con piglio autoritario: ombrelloni, sdraio e nulla di più concesso allo svago estivo. Completamente opposto lo stile di Claudio e Silvia che, con una squadra compatta di parenti e collaboratori, hanno deciso di prenderlo in gestione, ereditando solo il nome. Si capisce subito dalla disponibilità costante a sbloccare le palline del biliardino: ci può essere la Vuelle a pranzo, Davide interviene subito a concedere la sfida a 11 goal a chiunque, da un metro a un metro novanta, lo vada a chiedere.

Il bar, dall’alba fino a sera inoltrata non si ferma mai, ed è frequente assistere a cene improvvisate sui lettini con le pizze prese dal ristorante davanti. Non mancano le serate musicali, anticipate sulla lavagnetta nera all’ingresso, segnale prezioso della burrasca in arrivo: quando Claudio la toglie, vuol dire che gira il garbino e bisogna scappare. Scese le scalette, alla fine di Viale Verdi, superata la rotonda, si è accolti in questa atmosfera dal sorriso della piccola Rebecca, un futuro nel turismo, o dallo sguardo allegro di Lino, pronto a scherzare anche con un carico di lettini da sistemare.

Diventa una piacevole abitudine quotidiana, tanto che a settembre inizia ad avvertirsi già la malinconia, persino di quei personaggi con cui non si scambia più di un saluto o di uno sguardo di presenza: dalla signora che arriva solo alle cinque di pomeriggio accompagnata dal figlio; alla brigadiera che domina il lido nelle ultime file e sa i segreti anche delle punte laterali; i ragazzi che corrono in continuazione sulla passerella e il gruppo dei quarantenni palestrati, fissi al sole, sui lettini a riva.

Si sa che si rivedranno tutti, vestiti, durante l’anno, condividendo la confidenza di conoscersi senza.

Quest’anno ai bagnanti abituali si sono aggiunti coloro che sono stati battezzati gli “esodati” dei Bagni Alfredo, il lido confinante che ha ceduto la gestione all’esoso hotel 5 stelle. E’ arrivata la comitiva del sud, napoletani e pugliesi, con i quali, inevitabilmente abbiamo legato, inserendo nuove abitudini agostane: il caffè comodo delle tre, l’aperitivo al tramonto e l’organizzazione di qualche evento per fermare il tempo di una vacanza nella quale, anche i nostri ragazzi, si sono mischiati e perfettamente adeguati.

Non poteva mancare la tavolata di ferragosto.

zona 27 la tavolata (2)

Il menu prevedeva piatti tipici, dall’antipasto al dolce: pizza con la scarola, pasta al forno, frittate e torta caprese. Alle due, sotto gli sguardi di sprovveduti con il contenitore tristo di insalata di riso, abbiamo unito due lettini, srotolato le tovaglie colorate e allestito un banchetto matrimoniale. Bambini in prima fila, nonni all’ombra, noi confusi in piedi o accovacciati, con piatti ricolmi di carboidrati e colesterolo ( la plastica è stata correttamente smaltita nei secchi per il riciclo). Giusto il tempo di un bagno per ridarsi un tono con i figli ed evitare il lungo sonno post pranzo, ed è scattata la musica.

Silvia e Claudio hanno ingaggiato una coppia di dj di Torre del Greco, agguerrita sin dai primi pezzi.

luca balla (2)E’ sceso in pista Luca, per almeno un’ora sono io a 4 anni a Marina di Grosseto: non si ferma, prova ogni movimento, persino la break dance ed altri sembra che gli vadano dietro. Mentre si sfornavano panini con la porchetta e la nutella, ho visto chi li ha abbinati, è arrivato al bancone un trio. Lo sguardo di Monicelli avrebbe plaudito alla composizione delle loro espressioni, trucco e parrucco, perfetti per un gruppo di caratteristi inattesi. Stranieri perchè pallidi, vestiti per una festa all’oratorio e apparentemente distanti da una dimensione goliardica estiva, si sono posizionati vicino alla consolle. Incontrollabili le battute sulle loro somiglianze a personaggi del nostro immaginario televisivo anni 80.

Fino a quando, in un momento fiacco dei festeggiamenti, con gli invitati seduti ai bordi e sonnecchianti, non è scesa in campo una di loro: Elena, quasi due metri di donna, dalle fattezze lievemente simili alla Vulvia di Guzzantiana memoria. Ha fatto roteare la sua gonna pesante damascata e guidato, nel ritmo, nei passi e nella contagiosa euforia, senza alcun timore di giudizio, comitive di adolescenti e quarantenni impacciate.

“E’ sempre l’anima della festa!” Ha commentato il suo compagno, età indefinibile, berretto della Benelli indossato alla Jova Beach, canotta blu su pantalone beige a tre quarti, occhi dolci. La sua dama gioiosa ha animato balli, inventandone di altri. Gian, con una carriera di trascinatore, si è dovuto arrendere a brocche di spritz per fronteggiarne il confronto. Calati i freni inibitori di tutti, si sono lanciate le coppie del liscio e del latinoamericano nascoste dietro agli ombrelloni dei pensionati; Silvia, dal bar si è rivelata una insegnante di zoomba scatenata, la Silvia più timida l’ha guardata diventando rossa, ma con il primo sorriso rilassato della giornata. Viene inglobato anche il gruppo “Ibiza”, i trentenni dal fegato a rischio che ha trasformato il lato campo da beach volley in una curva rum e cola.

zona 27 walterIl tramonto ha animato la voglia di far sentire la voce: il temibile momento del karaoke. Superato il rischio di un Sanremo in salsa russa, dopo l’esibizione della più bella della spiaggia da far accorrere gli otorini, ha preso il microfono Walter, il decano di Zona 27. Un “Rose rosse” stile Leali, seguito, ispirato, da Andrea, di ritorno da una esibizione di canti sacri per il vescovo, pronto per una impeccabile “Ti lascerò”. Fino all’arrivo di tre celestiali ragazze che hanno toccato le vette di Adele.

“Ma veramente, guardate laggiù, accarezza il mare!”

Improvvisamente il bar si è svuotato: la corsa sulla spiaggia, scavalcando lettini vuoti e schivando materassini, per raggiungere la riva e vedere l’unica protagonista in grado di offuscare Elenona: la luna rossa.

In braccio i bambini, svegliati gli anziani: meravigliosa, a ricordare quanto la felicità possa essere breve, semplice, senza distinzioni, per tutti, da condividere, ognuno con i propri passi e pensieri.

“Ceniamo qui, ci sono pasta al forno e frittata in cabina!”

La tentazione alle nove è venuta, ma si è infranta sullo sguardo, ormai distrutto, di Claudio e dei ragazzi che hanno permesso a questo ferragosto di essere una giornata in una famiglia più grande, in grado di tenere insieme fino al colpo di scena finale.

Si torna a casa con la sabbia nei piedi e i capelli umidi.

“Certo sembravate un po’ matti, mamma! Quanto ci siamo divertiti però oggi!”

Chissà cosa ricorderà Luca della prima volta che ha lasciato andare scomposte braccia e gambe sulla pista del Lido Zona 27!

Di questa estate dai pensieri leggeri che prepara ad un autunno di necessari approfondimenti complessi.

zona 27 settembre

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