“Se il 25 dicembre si riempiranno i posti che lascerò liberi nel tavolo sociale, servirò lasagne, torrone, vino e caffè con più gioia. L’importante è che chi ha potuto e potrà, prenda spunto dalla nostra iniziativa: chiami l’amico o parente solo e lo inviti a casa sua, a stare in compagnia.”
Il giorno di Natale, per chi è solo, può diventare una data insopportabile da superare. Intorno, la reale o ipocrita fiera degli affetti, acuisce le assenze. Nelle grandi città la sensazione pare aumentata dal silenzio irreale delle strade, dove si abbassano le serrande, si chiudono spesso anche i ristoranti, tranne quelli con cenoni e pranzi prenotati da famiglie numerose, e i bar. Trovare una luce e una porta aperta può offrire uno spiraglio. Nel Gran caffè Arenula si farà di più: ci sarà un tavolo sociale dove, senza necessità di prenotare, chi sarà solo, potrà accomodarsi e non dovrà pagare nulla. Aggiungi un posto a tavola diventa più di un verso retorico. Marco Antonelli, il gestore dello storico bar di Largo Arenula, impegnato da sempre nella conduzione di locali, presto diventati centri di riferimento e di aggregazione, dalla Garbatella a Monti; allenatore di calcio; personal trainer, abituato ad essere motivatore, racconta come questa idea voglia essere una traccia per spingere anche solo a fare una telefonata all’amico, parente solo. Un gesto di affetto semplice che unirà e illuminerà tutti coloro che ne hanno bisogno.
La traccia: il tavolo sociale contro la solitudine a Natale
“Ho cominciato a pensarci dopo aver letto un post che parlava di una iniziativa simile, organizzata da un pub di Londra. Mi ha colpito e ho attivato la catena. Mi sono detto: lancio l’idea di un pranzo di Natale senza prenotazioni, libero e gratis per chi è solo, nel bar. Mi diranno che mi faccio pubblicità, sono in cattiva fede perchè noi non ne abbiamo bisogno. Soprattutto giornate come il 25 dicembre, nel luogo in cui ci troviamo e per come siamo conosciuti, i clienti non mancano. Anzi, a pensarci bene: commercialmente è un po’ una follia, dopo uno dei mesi, come novembre, tradizionalmente fiacco.”
“Non mi importa, come non giudico chi non vorrà seguire il nostro esempio, chi giustamente pensa a vendere i tavoli, così non bado alle critiche e non ci tengo ai complimenti. So da solo quanto ho fatto in questi anni e quanto quello che accadrà il 25 sarà il risultato della mia sensibilità e della mia voglia di mettere in movimento le persone. Ce ne sono tante con il “core grosso”, ma spesso non sanno come utilizzarlo. Io sto indicando un modo: “chiama tua zia o un tuo amico che sai che sono soli, fai sapere che c’hai pensato: invitali a stare con te.“ Non cerco like, mi fa diventare molto più ricco un sorriso. Matematicamente chi farà un gesto per seguire la mia proposta, chi comporrà quel numero, riceverà indietro energia positiva. Io lo so. “
“Il 25 dicembre, come faccio da quando ho cominciato a lavorare, a 17 anni nelle discoteche, io non sto a casa. Sicuramente mi raggiungerà al bar la mia famiglia, abituata a vedermi coordinare e servire. Il like, quello vero, lo ricevo da loro, quotidianamente, questo mi basta. Spero ci siano coloro che si sveglieranno tristi e troveranno al Gran Caffè un posto dove ritrovare un sorriso. E’ una carezza che ha più calore e valore se la dai a Natale, rispetto che il 18 dicembre. Lo spazio lo troveremo: se avessi chiesto di prenotare avrei dato uno schiaffo, l’ennesima possibilità di essere escluso.”
“Può essere pure che non venga nessuno, ma conto nell’aver smosso coloro che avranno fatto la telefonata, avvertito l’amica: si saranno ricordati di dimostrare vicinanza. Sono abituato a motivare: lo faccio con i miei dipendenti, con mia mamma, le mie figlie, mia moglie, i miei ragazzi prima di entrare in campo. E’ il mio ruolo: me lo sono ritrovato, coltivato e ci tengo. Se il 25 dicembre si riempiranno i posti che lascerò liberi nel tavolo sociale, servirò lasagne, torrone, vino e caffè con più gioia. Ovviamente bisogna stare insieme in allegria per cui non mancherà uno spettacolo di cabaret. Perchè tutti i giorni dell’anno, ma soprattutto a Natale, si deve dare un contributo affinchè nessuno rimanga da solo.”
La traccia volante: basta poco, che ce vo’.
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