Mauro ha adottato il quartiere

“Nessuno mi ha costretto, ma quando ti trovi in mezzo, ti appassioni: non posso abbandonare gli alberi, il senso della comunità e della continuità è importante. Non si fermano le richieste, di piantare come quelle di avere informazioni o di essere aggiornati sulla cura. Mia moglie ogni tanto mi dice “Se fossi un albero mi seguiresti di più”.mauro edicola

 La prima casa nella quale andai a vivere, con Gian, a Roma, era a Porta Portese: poche fermate di tram 8 da Trastevere, ma atmosfere molto diverse. Una zona incastonata tra gli uffici, all’onore delle guide e delle cronache cittadine soprattutto per il grande mercato domenicale. Fino alla nascita di Viola, ho vissuto poco il quartiere, poi, soprattutto cominciando a frequentare la scuola, ho provato a conoscerne meglio i luoghi e le persone. Tra di loro, un riferimento costante è diventato Mauro, il giornalaio di Largo Toja. L’edicola, almeno fino al raggiungimento dei 6 anni di età dei figli, è per i genitori e i nonni, un passaggio obbligatorio per la somministrazione continua di qualsiasi novità editoriale, gadget, pupazzetto. Non in tutte, però, si incontra un Mauro Silenzi, sempre pronto ad aggiungere, alla ricerca spasmodica di una fatina di gomma, un saluto, una chiacchiera sincera e l’offerta di aiuto nelle incombenze quotidiane. Mauro ha assunto, anche per me, quello che ho capito essere il ruolo riconosciuto da buona parte del territorio: un amico su cui poter contare. Dopo aver lasciato Roma, ho continuato a seguire le sue attività, soprattutto quella di adozione degli alberi, constatando con piacere, come ora nelle guide e nell’informazione sulla città, Porta Portese venga citata come la zona nella quale, oltre al mercato, si può trovare l’edicola più verde d’Italia.  

La traccia: gli alberi e i cittadini del suo quartiere

“L’edicola è della mia famiglia: siamo a Largo Toja dal 1972. Io da giovane mi ero trasferito in Sicilia per amore, a portare avanti altri progetti professionali. Nei primi anni 80 però sono tornato a Roma e mi sono messo a vendere i giornali con mio padre e i miei fratelli. In quei tempi l’edicola era il luogo per eccellenza da cui si potevano avere informazioni e, oltre al bar, un posto dove incontrarsi tutti i giorni e confrontarsi anche sui problemi del quartiere. A me piaceva conoscere le persone, i clienti abituali: farmi vedere come un’interfaccia del territorio, diventarne una parte integrante. E’ stata un’acquisizione graduale di fiducia. Hanno cominciato a lasciarmi le chiavi di casa; a farsi consegnare la posta da me; a chiedermi informazioni sulle iniziative e sui problemi; anche a confidarsi. Dalle 4.45 alle 19.30, dall’alba al tramonto, tutti i giorni, tranne la domenica, io c’ero e ci sono: sono un riferimento fisso.”

adotta un alberoUn alberello di legno e la credibilità

“Il mio ruolo è cresciuto, quasi a trasformarsi in quello di custode di questa piccola e particolare parte della città. La mia volontà era ed è, difenderne la bellezza e renderla sempre più vivibile. Nel 2015 mi colpì una iniziativa che stava portando avanti l’associazione Trastevere attiva a Viale Glorioso. Avevano fatto adottare degli alberi ad alcuni abitanti: sulle targhette che avevano apposto, c’erano i nomi dei proprietari putativi. Pensai che lì fosse più facile gestire la cura delle piante, vista la presenza di palazzi con diverse famiglie, ma volli provare a portare l’idea in edicola. Se a Trastevere erano i singoli a gestire gli alberi, io avrei offerto, in più, il mio coordinamento.  Il bisogno di verde nel nostro quartiere è sempre stato forte, soprattutto dopo i lavori di rifacimento di alcune strade che avevano trascurato proprio la piantumazione di alberi, seppure prevista negli appalti. “

“Decido di mettere un alberello di legno nella piazza e lanciare la proposta di adottarne uno, vero, per cento euro. Non mi aspettavo che arrivassero subito delle richieste. Mi stupii: davano cento euro sulla fiducia che io li trasformassi in un albero. Mi hanno investito di una responsabilità importante per cui non potrei mai deludere le aspettative. Ho rispetto massimo della credibilità che è un patrimonio. Per questo conosco e seguo tutti e 93 gli alberi che abbiamo piantato finora.

C’è chi l’ha voluto dedicare al nipote morto giovanissimo, un ricordo vivo che cresce. Un marito invece ne ha piantato uno come regalo di compleanno per la moglie.”

Dalla scelta dell’invaso all’annaffiatura

“E’ il modo per avere una geografia diversa del territorio. Strade e piazze che abbiamo imparato a conoscere anche in base agli invasi disponibili: come associazione La Voce di Porta Portese, insieme all’architetto Laura Clerici, li andiamo ad individuare per poi comunicarli all’Ufficio Giardini del Comune. L’importante è che siano liberi da tronchi tagliati perché al momento non ci sono macchinari per toglierli definitivamente. Una volta trovati gli spazi, chiamiamo gli uffici e, con un responsabile, effettuiamo un sopralluogo; aspettiamo l’ok per poi presentare il progetto, preparato con l’architetto; raccogliamo i fondi; infine andiamo a comprare i fusti. In collaborazione con Trastevere attiva abbiamo trovato un vivaio di Pistoia che manda direttamente le piante all’Ufficio Giardini territoriale che si occupa di piantarli. La cura a partire dall’annaffiatura spetta a noi cittadini.

“Aceri campestri, Cercis Siliquastrum, Platani, Peri da fiore ed 1 Ginkgo biloba. Abbiamo un patrimonio da custodire. Quest’anno ha piovuto molto, ma l’anno scorso l’estate è stata secca e si è dovuto annaffiare spesso. Alcuni cittadini e negozianti si sono offerti di curare il proprio albero. Ho piazzato 40 esemplari. Abbiamo assegnato ,però, l’incarico in maniera ufficiale al portiere sudamericano di uno stabile del quartiere. Ci ha garantito l’acqua per i nostri alberi anche a luglio ed agosto. Lo abbiamo pagato a pianta. E’ stato uno scambio importante anche umanamente. “

I vandali, i contrari e gli appassionati resistenti

“I residenti si affezionano ai loro alberi. Dimostrano che dal basso c’è attenzione e voglia di dare un contributo per poter vivere in un ambiente curato. Certo speriamo che aumenti la sinergia con chi amministra: i risultati insieme si raggiungono più velocemente. Abbiamo la collaborazione con l’ufficio giardini, ma ogni volta che dobbiamo presentare un nuovo progetto, lo seguo con attenzione, sto dietro a tutti i passaggi. Nessuno mi ha costretto, ma quando ti trovi in mezzo, ti appassioni: non posso abbandonare gli alberi, il senso della continuità è importante. Non si fermano le richieste di piantare come quelle di avere informazioni o di essere aggiornati sulla cura. Mia moglie ogni tanto mi dice “Se fossi un albero mi seguiresti di più”.

Purtroppo non sono mancati atti vandalici. Su Via Pascarella ne hanno spezzato uno a metà, mentre tolgono spesso le targhette ed io devo andare a rimetterle. Il genere umano è vario. Non tutti amano gli alberi, possono persino dare fastidio. Alcuni negozianti si sono lamentati perché coprivano le insegne. Con i bancarellari di Porta Portese abbiamo avuto uno scontro forte per gli alberi della piazza: sostenevano che rendessero complicato posizionare i banchi. Due piante sono state avvelenate.

Noi non abbassiamo mai l’attenzione e soprattutto: 93 alberi abbiamo piantato e 93 ce ne sono con relative targhette. Quelli che si sono seccati li abbiamo sostituiti. “

“E’ anche un esempio per i bambini del quartiere. Alcune scolaresche hanno voluto regalare a maestri e professori l’adozione di un albero. E’ un modo per legare tutti di più al territorio che si vive.“

Un record oltre la soglia

“Sono contento di essere considerato il giornalaio più verde d’Italia. Mi sono sempre interessato dei problemi ambientali. Ho montato l’impianto fotovoltaico sull’edicola che si alimenta principalmente così. Credo sia l’unica a Roma. Ho il mio piccolo giardino anche a casa. Con la Voce di Porta Portese, in collaborazione con un’altra associazione, abbiamo avviato un corso di orticoltura per creare orti sui balconi.

I cambiamenti climatici sono incombenti, ce ne accorgiamo soprattutto dalle conseguenze negative, ma l’attenzione generale di chi dovrebbe occuparsene concretamente non è massima. Allora è importante che ognuno faccia la propria parte. La cura della casa non dovrebbe finire sulla soglia, ma andare oltre il limite: lo spazio pubblico è di tutti. Nel nostro piccolo ognuno può fare un passo per migliorare la situazione, basta crederci.

mauro e gli alberi lilli

La traccia volante: Cuore. Bisogna fare la propria parte con passione, con tutto il cuore.

Claudia ha la voce del papà nel Core

Giulia suona nell’Orchestra dei braccianti

Giulio fotografa le tradizioni

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