Maria Grazia, nel nome di Davide, chiede giustizia e diritti per tutti

Sto soffrendo come nessuna madre dovrebbe mai. Era un ragazzo di 31 anni, con un figlio di nove per cui accettava qualsiasi condizione di lavoro pur di garantirgli un presente dignitoso. Era un uomo con valori forti, credeva nei diritti di tutti. Come potrei ricordarlo con odio e violenza. Per lui continuerò ad aiutare a crescere la consapevolezza delle brave persone che ci sono, ma spesso devono essere sostenute per non finire vittime di chi vorrebbe strumentalizzarne la paura e le debolezze.”

maria grazia roma todayDavide Marasco è un ragazzo di 31 anni, ha un figlio di nove, ha accettato orari di lavoro impegnativi per mantenere la sua famiglia. Non si lamenta, quotidianamente fa il suo dovere, credendo nei valori forti trasmessi da sua madre: arrivata dalla Sardegna, ha cresciuto sei figli nella capitale. La mattina presto del 27 maggio sta andando al forno dove impasta il pane, quando una macchina contromano, guidata da un uomo in stato di ebbrezza e precedenti penali, lo centra in pieno e fugge senza prestargli soccorso. Per Davide i tempi verbali si trasformano: era un uomo onesto che stava andando a lavorare. Al presente rimane l’amore dei suoi cari e i valori che impediscono alla mamma Maria Grazia di farsi strumentalizzare da chi vorrebbe usare la morte di suo figlio per attaccare la nazionalità di chi lo ha ucciso. Un assassino è tale per il delitto che commette, indipendentemente dalle sue origini e deve essere giudicato e condannato per i suoi crimini. La madre di Davide non vuole vendetta, ma giustizia per tutti coloro che non devono morire a 31 anni, una mattina di maggio mentre vanno a provare ad esercitare un proprio diritto. La sua traccia racconta di una forza ideale che sembra superare il dolore e della povertà morale di chi vorrebbe approfittarsi proprio di quella sofferenza per meri scopi elettorali. Maria Grazia è una donna incredibile che sa non troverà più la serenità, ma la pretende per suo nipote e per tutti i bambini a cui continua a insegnare, ogni giorno, da precaria, nella scuola della periferia di Roma.

La traccia: la battaglia per la giustizia contro ogni strumentalizzazione

La presa di coscienza sui diritti è cresciuta dentro di me nel tempo. Sono un’insegnante precaria: ogni anno a giugno vengo lasciata a casa e a settembre torno in classe. Vivo nel VI municipio. Lavoro in una scuola con una targa dedicata a Marco Pietrobono, vittima della strada.”

maria grazia scuolaQuando è successo l’incidente di mio figlio, ho preso la situazione in mano. Sono la mamma di Davide: la lotta perchè ottenga giustizia mi appartiene per il grande dolore che provo. Coloro che si sono nominati, da soli, paladini non mi interessano perchè non condividiamo i principi di odio razziale e violenza che professano. Ogni giorno entro in aula, trovando diversità di etnia, religiose, sociali, mai potrei trattare i miei alunni a seconda delle loro differenze. Per me sono tutti uguali, anzi ho sempre fatto in modo che il razzismo nella mia scuola non entrasse e lavoro affinchè, sin da piccoli, cresca in loro uno spirito critico che li possa supportare in futuro.”

Non vado certo a fare comizi a favore di chi sta al potere! Chiedo giustizia e non giustizialismo. Avrei voluto che con me ci fossero le istituzioni, ma sono state e continuano ad essere assenti. Abbiamo saputo della morte di mio figlio dai social e dai giornali: nessuno ci ha avvisato prima. Mia figlia ha notato diverse notifiche sul profilo del fratello, messaggi di condoglianze. Mi ha chiamato mentre ero a scuola. Io ho pensato ad uno scherzo e chiamato mio figlio che non rispondeva. E’ morto alle 3 di mattina: io l’ho saputo alle 9. I vigili sono andati a comunicarlo alla sua famiglia alla sua ex moglie e al bambino alle 10.30. Da Roma Capitale mi hanno detto che prima di informare devono sbrigare tutta una serie di burocrazie. I giornalisti però hanno saputo in tempo reale e con loro anche alcuni politici del territorio.”

Niente odio ma giustizia

La foto di mio nipote è ancora visibile nel profilo di un rappresentante della Lega del Municipio che ha deciso, subito, di diffondere un proclama contro la nazionalità albanese dell’assassino di mio figlio. Ha utilizzato il dolore di un bambino per portare avanti la sua battaglia razzista, senza nessun rispetto per l’etica e conoscenza della legge che impedirebbe l’utilizzo dell’immagine di riconoscibile di un minorenne. “

maria grazia saviano.jpg

Sono sconvolta e mi sono rifiutata di ricevere il falso sostegno di questi personaggi. L’assassino che ha ammazzato mio figlio è un assassino a prescindere che sia albanese o italiano come tanti che hanno commesso delitti simili e poi rivestito anche cariche pubbliche. Ha commesso un reato terribile, perchè, se ti metti alla guida senza essere lucido, corri, colpisci come un proiettile e scappi senza aiutare chi hai travolto, vuol dire che sei un omicida, senza aggiungere l’aggettivo “stradale”. Su questo bisogna attivarsi politicamente per sensibilizzare a partire dai bambini sulle regole della sicurezza stradale e per garantire che chi ha commesso reati non possa riavere la patente e non pagare per le proprie responsabilità.”

Non servono proclami, ma senso di responsabilità da parte delle istituzioni. Ancora nessuno ha bussato alla nostra porta, anche solo per manifestare solidarietà.  E dire che io non sono stata affatto in silenzio! Ho rilasciato interviste a radio, tv e stampa locale per impedire che altri parlassero al posto nostro. Al funerale ho chiesto che in Chiesa entrassero solo i puri di cuore, perchè mio figlio era credente: chi predica odio doveva fare un passo indietro per rispetto. Mi è arrivata all’orecchio la notizia di una fiaccolata organizzata dai movimenti di estrema destra che avrebbero preso come pretesto la morte di Davide per attaccare gli stranieri. Ho negato la nostra presenza e ne ho organizzata un’altra con le Parrocchie e le persone che realmente avevano a cuore mio figlio e la nostra famiglia.”

maria grazia tgNon potevo e non posso permettere che si approprino della figura di Davide coloro che inneggiano alla violenza. Come può ricordare mio figlio chi ha calpestato il pane che lui ogni giorno andava ad impastare e preparare per gli altri! Io non ho mai pensato di prendere una pistola per vendicarlo, sono andata dagli avvocati affinchè se c’è una legge venga applicata. Dopo Davide sono stati commessi altri 20 omicidi in strada. Io voglio che l’assassino venga condannato con il massimo della pena. Non lo perdonerò mai: deve scontare in carcere la sua colpa. Quando esce vorrei che proseguisse ad essere isolato dalle persone perbene. Vorrei che lo stesso senso di colpa che lo perseguiterà per sempre, venga avvertito da quel Pubblico ministero che, nonostante i precedenti penali, gli ha ridato la patente, mettendolo nelle condizioni di commettere ciò che ha fatto.”

Per Davide buono e onesto con tutti

Sto soffrendo come nessuna madre dovrebbe mai. Era un ragazzo di 31 anni, con un figlio di nove per cui accettava qualsiasi condizione di lavoro pur di garantirgli un presente dignitoso. Era un uomo con valori forti, credeva nei diritti di tutti. Come potrei ricordarlo con odio e violenza. Per lui continuerò ad aiutare a crescere la consapevolezza delle brave persone che ci sono, ma spesso devono essere sostenute per non finire vittime di chi vorrebbe strumentalizzarne la paura e le debolezze. Ci sono stati molti genitori dei miei alunni che sono venuti a casa a mostrare la loro vicinanza. Il conforto più grande me lo hanno dato i bambini che hanno accolto il mio ritorno in classe con tanti disegni bellissimi. Sono segni importanti che mi danno la forza di portare avanti la mia battaglia di giustizia per i diritti di tutti i cittadini sfruttati e dei lavoratori. “

Sarò sempre disponibile ad aiutare le persone che hanno bisogno di me come insegnante e come testimone di un vissuto duro che serva a fare in modo che queste stragi non avvengano più. Svolgerò questo mio impegno in classe, con gli amici dei miei ragazzi. La mia famiglia all’inizio era dubbiosa su questa mia battaglia pubblica perchè Davide non venisse dimenticato. Qualche conoscente mi ha anche detto: “Attenta potrebbero vendicarsi!” Di cosa posso aver paura io, dopo quello che mi è successo! Se poi dovessero fare qualcosa a me o ai miei cari, so bene a chi imputare la colpa. Conosco questi personaggi. Dissentirò sempre dai loro metodi.”

maria grazia copertinaDavide credeva nel Vangelo, in quel Dio che alcuni pensano di avere dalla loro parte mentre privano gli altri dei diritti, mentre calpestano il pane che è simbolo di amore e pace. Dovrebbero chiedere perdono: non è con l’odio che si risolve, ma con la presa in carico.”

La traccia volante: Bisogna pretendere sempre giustizia e il rispetto dei diritti per tutti.

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