Ci sono persone meravigliose in questo mondo. Pensano agli altri, quasi fregandosene di se stessi: mettono al rischio la propria vita nella corsa per salvare quella di chi non conoscono. Non importa se c’è chi non li capisce, li attacca, li ostacola nel loro cammino, vanno avanti perchè sanno di essere nel giusto.
La verità è negli occhi, nella voce, nelle mani di decine, centinaia di donne, uomini e bambini che si affidano ai loro sguardi che non chiedono, alle loro braccia che cingono, alle parole che non c’è bisogno di pronunciare. Mentre si sta svolgendo l’ennesimo scontro tra chi è semplicemente umano, non ha bisogno di restare tale, perchè lo è sempre stato e mai penserà di non esserlo, e chi ha smesso o forse non lo è mai stato; mentre una barca di 18 metri con 65 persone a bordo sta resistendo in mezzo al mare per capire come portare tutti a terra sani e salvi; c’è un sorriso che dovrebbe spiazzare tutti e azzerare polemiche e cori.
Lo ha ripreso un fotografo, Valerio Nicolosi che sta cercando di realizzare un documentario per raccontare quel popolo di anime libere e meravigliose, “Frontiere, le vie per l’Europa” ( https://www.produzionidalbasso.com/…/frontiere-le-vie-per-…/).
Appartiene ad una mamma. Era su quel gommone alla deriva: ci è salita con il suo pancione per garantire un futuro felice, o almeno provarci, a chi sta cercando di proteggere nel suo corpo. Non si può nemmeno percepire l’estensione del dolore nel momento in cui avrà pensato di non farcela, ma si può vedere la sua gioia mentre la ginecologa di Proactiva Open Arms ( ONG spagnola) le sta facendo l’ecografia a bordo della barca di Mediterranea Saving Humans per confermarle che il suo bambino c’è ancora e sta bene.
So che non servirebbe, gli animi bui non si illuminano nemmeno con gli arcobaleni di notte, ma mostrerei questa foto, a ripetizione, a chi sta, come al solito, battendosi su posizioni ideologiche e di principio, per impedire che questa madre scenda a terra e venga soccorsa.
In Libia, il luogo ritenuto sicuro da questi personaggi ignoranti e oscuri, si bombardano i centri di detenzione nei quali comunque vivono in condizioni inaccettabili donne, uomini e bambini.
C’è chi ogni giorno mette tutto se stesso per impedire che tutti quanti noi si possa finire nell’inferno dell’ignavia. Non basterà una foto, ma documentare, non smettere di sapere e di diffondere quanto sta accadendo, non troppo lontano dalle nostre scrivanie, non è mai stato così necessario.
Mi permetto di dedicare il sorriso di quella donna ad un’altra figura femminile, minuta ma forte come cento capitani, Nawal Soufi, attivista per i diritti umani italo marocchina. Sto seguendo le sue cronache mentre cerca di aiutare, in ogni modo, chi attraversa le frontiere tra Bosnia e Montenegro, nella rotta balcanica. Non se ne parla, o si racconta troppo poco di questa zona nella quale ci sono agenti di polizia che sparano e torturano migranti in cerca di salvezza. Qualche giorno fa, Nawal ha raccontato nel suo profilo Facebook, di essersi seduta vicino ad un uomo che aveva appena saputo di essere diventato padre per la prima volta. Dopo aver affrontato la fatica e la paura di montagne, fiumi, sentieri accidentati, voleva ritornare indietro per raggiungere la sua famiglia, la scelta meno logica, ma Nawal riportava la sua richiesta per aiutarlo nell’impresa, perchè l’amore è al centro anche dell’orrore che i suoi occhi vedono quotidianamente. Dopo poche ore, ha documentato di un pestaggio brutale da parte di alcuni agenti di polizia ai danni di altri migranti, uno di loro le aveva mostrato i segni delle percosse, sferrate senza nemmeno chiedere i documenti. Nei giorni successivi era in un gruppo contro cui hanno sparato. Nawal come Carola, come Valerio, ci sono, non fanno passi indietro, non cercano glorie future: sono umani.
Mi auguro che il bambino di quella donna sulla barca possa un giorno vedere la foto del sorriso di sua mamma vicino a chi lo ha permesso, ne riesca a capire il senso profondo, simbolo dell’amore dato e ricevuto. E lo faccia dal posto nel quale, grazie a sua madre e a quegli angeli, può vivere sicuro e sereno.
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