“Bisogna costruire nuovi modelli di sviluppo: non possiamo farlo da sole noi quarantenni che rimaniamo le più preoccupate per la situazione che ci circonda. Mia figlia Melania di 12 anni, che mi segue sempre, mi ha chiesto: “Mamma perchè in Italia ancora non c’è stato un presidente della Repubblica donna?” Devo continuare perchè ci sia presto una risposta concreta e positiva alla sua legittima domanda.”
“Vive nella lotta” è il motto che la nonna Marcella ha trasmesso a Nicoletta, quando a Sarzana le raccontava dell’antifascismo e delle sue battaglie per i diritti dei lavoratori in fabbrica in Svizzera dove era emigrata. Nikki è cresciuta, leggendo i vari numeri di Noi donne che la nonna custodiva gelosamente, presa nei valori dell’uguaglianza e della libertà. In ogni ambito nel quale ha potuto si è data da fare perchè venisse garantita, a chi le chiedeva aiuto, l’opportunità di realizzarsi e vivere serenamente. Lo ha fatto all’interno del partito politico nel quale ha deciso di militare, occupandosi ogni giorno del suo territorio; nell’associazione antiracket in cui ha lavorato; nel coordinamento delle politiche femminili e nelle difesa delle donne all’interno del suo partito e in Punto D, la realtà che ha creato con alcune sue amiche. La sua forza che non prevede resa, ma solide collaborazioni, le sta facendo combattere una lotta a testa alta contro una malattia odiosa che non le impedisce di continuare il suo impegno. Insieme abbiamo raccontato la prima parte della sua storia nella Zampata della Tigre, un libro – diario nel quale Nikki, senza retorica, ha spiegato come ha scoperto e combattuto contro il tumore. L’ennesima prova della sua volontà di condividere e di segnare tracce fondamentali per chi le è accanto e chi verrà, soprattutto per sua figlia Melania. Negli ultimi mesi la sua capacità di trasmettere idee e valori da combattimento, l’ha riportata nell’agone politico: proprio quando è più che necessaria l’affermazione di una tutela della parità di condizioni, si sta impegnando alla preparazione della Conferenza delle donne del PD. Nelle diverse iniziative punta al coivolgimento anche delle più giovani, coloro che, grate delle battaglie di chi le ha precedute, pensano non siano più a rischio diritti acquisiti. Le sta mettendo in guardia, senza spaventarle, ma per renderle attente sulla necessità di essere unite in un percorso che parte da sua nonna Marcella e deve arrivare oltre sua figlia Melania nella garanzia dell’uguaglianza e della libera felicità per tutti. Nicoletta Guelfi è un’amica e sono felice di condividere la sua traccia di riflessioni e propositi.
La traccia: l’impegno politico per i diritti delle donne
“Il mio impegno politico parte da mia nonna, dai suoi racconti, dallo sprone a non accontentarsi, ma a lottare sempre per ciò che ci spetta. E’ diventato un percorso di vita quando ho deciso di iscrivermi a quella che era una sezione di partito. Avevo 30 anni ed erano i Democratici di Sinistra. Partecipavo a tutte le iniziative: prendevo i pullman, gli autobus, le metropolitane per non far mancare la mia presenza. In particolare mi appassionavo alle manifestazioni riguardanti i diritti delle donne. Un giorno Marcella De Fazio, una compagna più grande, mi chiese se mi andasse di occuparmi del coordinamento delle donne del mio municipio, Ostia. Non mi sentivo all’altezza, ma mi garantirono che mi avrebbero sostenuto e aiutato.
“E’ stato un periodo molto intenso. Facevamo molte attività concrete, coinvolgendo altre organizzazioni, soprattutto la CGIL per provare ad abbattere il soffitto di cristallo che, in realtà, sembra ancora frenare le carriere femminili rispetto a quelle dei colleghi maschi. L’elezione di Christine Lagarde alla BCE è stata accolta da un applauso mentre eravamo riunite, la scorsa settimana, in un incontro preparatorio alla Conferenza delle donne.”
La necessità di organizzarsi
“Stiamo cercando di recuperare tempo perso, anche all’interno del mio partito. Nello statuto del Pd, sin dalla prima stesura, si parlava di una Conferenza delle democratiche, ma poi si sono organizzate solo alcune regioni, senza riuscire ad eleggere una portavoce nazionale. Il nuovo segretario ha deciso di riprendere il discorso in maniera più strutturata: è stato stilato un manifesto, consultabile online e si procederà all’elezione della portavoce e degli organismi dirigenti con il coinvolgimento diretto di tutti i territori.”
“Ci stiamo concentrando su quelli che sono i ritardi più inquietanti per un paese civile a partire dalla parità salariale, mantenendo l’attenzione su quei diritti fondamentali ancora sotto attacco.”
“Alcune ragazze con cui mi confronto, io che mi sento media, tra chi ci ha preceduto e chi verrà, mi hanno detto che abbiamo già fatto tutto noi e non c’è bisogno di conferenze e altre battaglie. Il mio impegno è portarle a capire che invece dobbiamo proseguire il percorso insieme e non considerare nulla come acquisito, soprattutto in questa fase storica nella quale spesso sentiamo rappresentanti istituzionali attaccare i nostri diritti. Siamo indietro rispetto ad altri paesi europei, basti pensare alla piena attuazione della Convenzione di Istanbul per la difesa delle donne vittime di violenza. Non si può vivere come un’emergenza continua l’elenco delle donne uccise o maltrattate, ma porre un argine concreto con regole condivise.”
“Per farlo serve stare insieme, unire le forze: giovani e meno, rappresentanti di diverse organizzazioni. Bisogna pungolare a partire dal nostro gruppo politico per fare in modo che non si abbassi mai l’attenzione, anzi si rilanci con strumenti e politiche efficaci.
Così come accadde quando presi ad occuparmi del coordinamento, un impegno che purtroppo per curarmi ho dovuto lasciare. Dovrei andarci cauta anche ora, continuo a seguire terapie piuttosto forti, ma resisto. Vado alla Festa dell’Unità della mia zona, Ostia e dove serve per convincere il maggior numero di donne a partecipare alla Conferenza, ribadisco, soprattutto le ragazze. Bisogna costruire nuovi modelli di sviluppo: non possiamo farlo da sole noi quarantenni che rimaniamo le più preoccupate per la situazione che ci circonda. Questo è un impegno che merita le mie energie. Vedo nel pubblico delle iniziative e alla Festa, mia figlia Melania con i suoi 12 anni che mi segue sempre. Ancora non capisce il senso di tutte le mie idee, ma mi ha chiesto spesso “Mamma perchè in Italia ancora non c’è stato un presidente della Repubblica donna?”
“Devo continuare perchè ci sia presto una risposta concreta e positiva alla sua legittima domanda. Prendo i miei farmaci, vado a fare i controlli dal mio giovane oncologo a Milano, costruisco e partecipo. Non è facile. Capita che mi debba fermare. In autunno, però ci sarà la Conferenza, se otterremo il percorso per cui stiamo lavorando, verrò ripagata di tutti i miei sforzi. I diritti delle donne non si toccano e il futuro si costruisce sempre nel presente.
“Vivo nella lotta” diceva mia nonna Marcella.
La traccia volante: la parità. Non è solo una parola ma un impegno da ottenere.
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