“Ci troviamo in un piccolo comune che testimonia come si possa realmente creare un senso della comunità nel confronto tra generazioni, senza temere i contenuti e la modalità diretta di affrontarli.”
Estendere all’intera cittadinanza i progetti, svolti all’interno di una scuola media, trasformandoli in un piccolo evento unico. E’ quello che accadrà il 4 e 5 ottobre a Vigarano Mainarda, in provincia di Ferrara per la prima edizione del Festival InDipendenze. L’iniziativa nasce dall’incontro, prima intellettuale, poi reale, tra due donne: Agnese De Michele, insegnante e assessore all’istruzione, e Angela Iantosca, giornalista e scrittrice. Unite dalla volontà di vivere la propria professione, approfondendo e divulgando, hanno preparato dal 2017, con diversi progetti per la legalità, gli studenti del comune che ora saranno protagonisti del Festival. Porteranno le tracce del percorso intrapreso nelle loro aule, nei luoghi della loro città, insieme a relatori esperti: da Federica Angeli all’associazione Anglad di Bologna, alla psichiatra Laura Della Ragione. Un programma che porta il marchio di riconoscimento di Angela Iantosca, direttrice artistica, determinata ad affrontare temi di interesse generale da prospettive uniche. Lo ha fatto nei suoi libri, come in Bambini a metà, nel quale ha raccontato le esistenze difficili dei figli di famiglie di ‘ndrangheta ad Una sottile linea bianca per cui ha trascorso molto tempo, a partire dal suo primo ingresso nel 2015 per lavoro, a San Patrignano, insieme ai ragazzi della comunità. Continua a farlo ogni mese, dalle pagine del mensile Acqua & Sapone di cui è direttrice, pubblicando articoli e reportage che possano veicolare contenuti profondi attraverso un contenitore più leggero. Il suo racconto del Festival si intreccia con quello del suo lavoro: una passione per la scrittura, stimolata dalla conoscenza degli altri e animata dal confronto continuo, soprattutto con i più giovani.
La traccia: Il Festival InDipendenze
“E’ un’emozione vedere con quanto entusiasmo tutti i ragazzi coinvolti si stiano preparando al Festival. Ci aiuteranno anche coloro che ormai sono alle superiori, ma hanno frequentato i laboratori negli anni passati: faranno il servizio d’ordine (e non solo). Agli altri spetterà il compiti di porre le domande. Ragionerò con loro nel formularle nei giorni immediatamente precedenti il Festival, ma senza nessuna censura. C’è una grande attesa e voglia di conoscere i relatori che affronteranno temi forti. Per Federica Angeli, protagonista della prima giornata, sono previsti un centinaio di studenti, solo della scuola media. Nel secondo verranno i rappresentanti dell’associazione dei genitori contro le tossicodipendenze Anglad di Bologna, che ha aperto una sede anche a Ferrara. E’ un proseguimento del lavoro svolto a scuola dal 2017 a cui abbiamo aggiunto un altro tema legato al mondo delle dipendenze, quello dell’alimentazione, nel dibattito intitolato “La malattia chiamata cibo”, con la psichiatra Laura Dalla Ragione, il nutrizionista Francesco Melis e il giornalista Emanuele Tirelli che per l’Espresso si è occupato di questo argomento. E questo è solo l’inizio: abbiamo già in mente di allargarlo e tenerlo vivo nel corso dell’anno”
Reggio Calabria, Cento e Vigarano
“Ci troviamo in un piccolo comune che testimonia come si possa realmente creare un senso della comunità nel confronto tra generazioni, senza temere i contenuti e la modalità diretta di affrontarli. A portarmi qui ci ha pensato il destino. Ero a Reggio Calabria a presentare il mio libro “Bambini a metà”, nel quale proseguivo a scrivere di ‘ndrangheta dopo aver pubblicato “Onora la madre.” Ho ricevuto una telefonata da un mio amico giornalista, Daniele Sanzone, che si trovava a Cento con la professoressa Agnese De Michele: “Angela sono qui con una persona che devi incontrare. Quando le ho detto che dovevate conoscervi, perché avete molti punti in comune, lei ha tirato fuori dalla borsa una copia di “Onora la madre”. Quindi: quando vi incontrate?”.
“Sono andata a trovarla a Cento, dove insegnava in una scuola superiore con indirizzo psicologico e artistico. Sono rimasta subito colpita dalla preparazione dei suoi studenti nell’accogliere l’autore di due libri: alcuni studenti mi hanno posto domande sulle mafie da un punto di vista analitico, mentre altri mi avevano preparato dei cartelloni bellissimi sul libro che esporremo durante il Festival. Da Cento, Agnese mi ha portato a presentare il libro nel suo paese, Vigarano. Quando ha deciso di organizzare il Progetto Legalità per il comune nel quale è anche assessore, è stato naturale avviare la collaborazione.”
“Il mondo intorno a noi cambia grazie a noi” è stato il titolo, un po’ lungo, ma chiaro che ho voluto dare al primo laboratorio. Aveva come obiettivo fornire i rudimenti sulle origini e le caratteristiche principali delle organizzazioni mafiose per poi chiedere ai ragazzi di provare a capire, quanto e come, fosse presente la criminalità organizzata nel loro territorio. Hanno scoperto come un fenomeno che sembrava distante fosse in realtà più vicino di quanto pensassero. Così, dopo averli preparati, gli ho fatto leggere e approfondire il libro “Questione di rispetto”, scritto da Giuseppe Baldessarro e che racconta la storia di Gaetano Saffioti. I ragazzi hanno studiato e alla fine lo hanno incontrato, facendogli toccare così con mano l’umanità di chi lotta tutti i giorni per il fresco profumo della libertà. Non solo, in quella occasione ho lanciato l’iniziativa “Adotta un vivo”, perché la memoria è fondamentale, ma bisogna far capire ai ragazzi che ci sono tante persone vive che ogni giorno agiscono in nome della legge e che bisogna stare al loro fianco, facendo la differenza nel nostro quotidiano!”
“Per affrontare il tema della droga, invece, l’anno scorso, siamo partiti da test anonimi per capire quanto ne sapessero. Poi è seguita una fase informativa in cui ho spiegato loro: provenienza, spaccio e affari, legati al traffico degli stupefacenti. Anche in questo caso siamo approdati ad un libro particolare “Io non smetto”, scritto da Giorgia Benusiglio, la ragazza che 20 anni fa, per mezza pillola di ecstasy, è stata sottoposta al trapianto di fegato. Dopo averli portati in gita a San Patrignano, hanno incontrato direttamente Giorgia. In tutto questo è stato sempre importante il sostegno dei genitori dei ragazzi, incontrati prima del percorso di legalità intrapreso. Devo dire che da parte loro non ho mai ricevuto manifestazioni di dubbi o opposizioni: si sono fidati e si sono anche dimostrati molto interessati.”
“Alla fine del progetto di quest’anno, all’indomani dell’incontro con Giorgia, ci siamo ritrovate con Agnese e ci siamo dette: “Abbiamo finito ed ora che facciamo?”. Agnese ha rilanciato: “E se facessimo un festival?”. “Ed eccoci qui”.
Conoscere, scrivere e confrontarsi
“Non mi stupisco, è una mia attitudine anche nel mio lavoro di giornalista: non scrivo tanto per farlo, cerco di trovare sempre una prospettiva poco esplorata e vado ad approfondire. Ogni volta è un viaggio nei luoghi e tra le persone, a cui rimango inevitabilmente legata. E’ accaduto per “Bambini a metà” e sta accadendo soprattutto ora con San Patrignano, dove sono andata a marzo 2015 per realizzare un servizio per Vita in Diretta. La prima volta che sono entrata, ho sentito un tuffo nello stomaco e mi sono resa conto che si parlava troppo poco di quella realtà unica e di tossicodipendenze in generale. La cosa che mi ha colpito e continua a colpirmi della comunità è che è un luogo di pace, di bellezza nel quale vive la complessità umana. Sono persone che si sono raccontate tante bugie e che qui hanno deciso di dirsi la verità e di pretenderla. “Li devo raccontare!” è stato il mio istinto. Da qui è nato “Una sottile linea bianca”, con il quale, da un anno circa, giro nelle scuole italiane, grazie al progetto We Free ideato dalla comunità di San Patrignano per la prevenzione alle tossicodipendenze. Una esperienza fantastica! A gennaio uscirà un altro libro sempre sul tema.”
“Io ci provo in ogni contesto in cui mi trovo a trasmettere contenuti. Anche nel mio lavoro quotidiano alla direzione di Acqua & Sapone, mensile esistente da 15 anni, che fino al 2017 ho coordinato e ora dirigo. L’idea è quella di portare contenuti in un contenitore ‘leggero’. E allora parliamo di tutto: ambiente, migranti, Alzheimer, tumori, mafia, corruzione. Ad ottobre per esempio tratteremo il tema della disintossicazione da internet, altra dipendenza. E come sempre, anche nel giornale non dimentico l’attenzione ai più giovani. Il primo anno ho lanciato la rubrica “Raccontami i tuoi eroi”, indirizzata agli studenti delle scuole elementari e medie. Sono arrivate lettere da tutta Italia. Da Napoli alcuni bambini mi scrissero che il loro eroe era un collaboratore di giustizia, altri lo zio pompiere, ma c’è stato spazio anche per padri e madri che ogni giorno si davano da fare per il loro bene. Nessuno mi ha parlato di tronisti o calciatori.”
“Per questo non riesco a smettere di incontrare le persone, perché la conoscenza e l’incontro sono una linfa continua per il mio lavoro. Ho iniziato subito dopo la laurea: scrivevo per la Piazza, il giornale di Latina, la mia città. A Roma, invece, ho collaborato con alcune trasmissioni televisive. La mia passione però è scrivere e confrontarmi con la vita reale, a partire dai ragazzi. Questo cercherò di fare anche il 4 e 5 ottobre, insieme e grazie ad Agnese e a tutti coloro che vorranno partecipare al nostro Festival InDipendenze, di cui faremo parlare!”.
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