Le parole sono importanti!

Sono 3126 le parole italiane a rischio di estinzione, saranno segnalate con il simbolo di un fiorellino nell’edizione 2020 del vocabolario Zingarelli. Il nostro ricco patrimonio di vocaboli, aggettivi, verbi, dopo aver attraversato percorsi etimologici, incontri tra culture, provenienze dialettali, si sta smarrendo. Si può ancora intervenire per salvarlo.

parole importantiNell’era della comunicazione rapida e sintetica, nella quale in 160 caratteri si riesce a sintetizzare l’avvio di un grande amore o la fine di un matrimonio; in cui i ministri comunicano scelte politiche determinanti con un tweet senza alcuna cura dei termini utilizzati in esso, torna a risuonare il grido morettiano: “Le parole sono importanti!”. La speranza è che non sia un canto del cigno.

Potremmo perdere la possibilità, per sempre, di definirci impavidi e radiosi.

Per risparmiare le vocali su un “grz”, evitare “ti abbraccio “ con una emoticon, lasciare sospesa una frase con inutili puntini di sospensione, stiamo abdicando all’utilizzo della nostra creatività, fantasia, sensibilità, sostenuta da lemmi che valgono una sintesi più accurata di un disegnino o di insolite crasi. Pigri, usiamo sempre più quelle parole che ci regalano il conforto di una rapida comprensione.  Scaltri, inventiamo cacofoniche espressioni, mutuando linguaggi di settore o scimmiottando vocabolari stranieri.

“Non mi spoilerare come andrà a finire!”

“E’ più performante, poi breeffiamo e ti do l’ok definitivo.”

Le ho sentite pronunciare e confesso: spesso mi rifugio, anche io, in un onnicomprensivo “assolutamente”, in cui si costringono verbi e vocaboli che, invece, estrapolati, aiuterebbero a indirizzare il senso verso cui vogliamo condurre l’avverbio, da solo incapace di esprimerlo.

Fino all’insopportabile “Notte”: abbiamo perso anche la voglia e il tempo di augurarcela “buona”.

Quando ero piccola al mare, venni soprannominata “bucolica” perchè avevo utilizzato inavvertitamente, ma congruamente, l’aggettivo per definire il mio bisogno di prati e campagne rispetto alla ripetitività della spiaggia. “E sarò bucolica!” Esclamai nell’incomprensione e poi derisione generale. A breve, cesserà il pericolo di essere presi in giro per l’uso di aggettivi obsoleti, perchè non se ne sentiranno e scriveranno più, sparendo definitivamente dall’uso quotidiano.

 

Il segnale che l’impoverimento sia reale e sempre più rapido, non lo lanciano solo insegnanti, linguisti o bucoliche giornaliste, è partito direttamente da chi ci ha offerto, sin da bambini, il tesoro cartaceo per scoprire quante possibilità ci siano di esprimere un’emozione, spiegare un fenomeno, comunicare una nozione: la Zanichelli. La casa editrice emiliana ha deciso di utilizzare diverse strategie per invitare al salvataggio. Quella d’urto passa attraverso la creazione di Aree Z a lessico illimitato. Posizionate nelle piazze delle principali città italiane, ospitano un dizionario Zingarelli nella versione gigante di un’installazione artistica interattiva. Sulla quarta di copertina un monitor touchscreen proporrà a rotazione 5 dei 3126 lemmi a rischio. Scelta la propria parola, sarà possibile postarla, con il suo significato, sui propri canali Facebook e Instagram direttamente dallo schermo del vocabolario.

Il #paroledasalvaretour dopo Milano, è a Torino fino al 4 ottobre, sarà poi a Bologna (5 – 11 ottobre), Firenze(12 – 19 ottobre),Bari (21 – 26 ottobre), Palermo (28 ottobre – 2 novembre). Per chi ai social network preferisce mezzi più classici: Zanichelli ha pensato a cartoline vere e proprie, ognuna con una parola da salvare con il suo significato, da affrancare e spedire. La comunicazione contemporanea in soccorso della sua base fondamentale, mette a disposizione anche il canale della moda. Il brand MSGM, creato nel 2009 da Massimo Giorgetti, ha adottato 5 parole e creato una speciale collezione dedicata. Impavido, Impetuoso, Illogico, Vivido e Radioso sono le protagoniste dei capi della linea presentata in anteprima a Milano durante la Settimana della moda.

La distruzione del linguaggio è la premessa ad ogni futura distruzione.” Ammoniva Tullio De Mauro. Non servono grandi sacrifici per evitarla, da domani, ogni giorno basterebbe scegliere un sinonimo, utilizzarlo rispetto ad un più comodo termine di uso quotidiano e provare a diffonderlo. Chissà forse scopriremo di essere compresi maggiormente in questo modo, rispetto che con una emoticon. Per chi lo farà: GRAZIE con tutte le vocali.

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