“La nostra realtà esprime le diverse contraddizioni della storia recente: oltre alla presenza ormai stabile di cittadini stranieri, spesso sfruttati, ci sono i giovani che non hanno lavoro e diverse famiglie che vivono ai margini per problemi di povertà e degrado. La marcia Restiamo Umani, grazie al sacrificio di John, dimostra quanto l’umanità sia la base per affrontare qualsiasi percorso di riconoscimento dei propri diritti, senza distinzione.”
John Mpaliza è un ingegnere informatico di 50 anni, nato nella parte orientale della Repubblica Democratica Del Congo. E’ in Italia da 29 anni. Ha lavorato come programmatore per il comune di Reggio Emilia, fino al 2014 quando ha deciso di diventare Peace Walking Man, un camminatore per la pace. In questi anni ha attraversato città, paesi e continenti, smuovendo in particolare le coscienze sulle tragedie delle violenze legate allo sfruttamento minerario, perpetrate nel paese da cui è dovuto fuggire. Il 20 giugno di quest’anno, giornata mondiale per il rifugiato, è partita da Trento, la sua Marcia Restiamo Umani a cui ha aggiunto temi e parole per richiamare la necessità ad accogliere e rispettare i diritti di tutti. Dopo 4 mesi e 3.000 km percorsi, domani arriverà a Castel Volturno. A Lampedusa, Riace, San Ferdinando e Rosarno, ha trovato l’appoggio delle rete di organizzazioni che si occupano di diritti umani e inclusione, sulla via Domiziana lo accoglierà Padre Daniele Moschetti dei Missionari Comboniani che ha messo insieme diverse realtà del casertano. L’obiettivo è promuovere una iniziativa di accoglienza e lanciare un coordinamento che continui a informare e formare sui temi della pace, della lotta contro ogni forma di razzismo e xenofobia. L’attivista congolese arriverà nel pomeriggio, incontrerà i cittadini nella piazzetta Annunziata e poi proseguirà per un evento pubblico al Centro Immigrati Campania Fernandes, in un dibattito a cui si aggiungerà anche Padre Alex Zanotelli. Mai come in questa fase storica c’è bisogno che si incontrino i percorsi di chi si impegna direttamente contro l’indifferenza. Padre Daniele Moschetti spiega perchè ritiene importante promuovere l’iniziativa di Mpaliza e proseguire, costruendo proprio sul suo messaggio di umanità.
“Nel passaparola per fissare tappe e incontri lungo la marcia di John, abbiamo voluto esserci anche noi. Un’occasione unica e necessaria per parlare di diritti di tutti, un modo per dare risalto, soprattutto in questo periodo storico, al confronto sui temi della pace e dell’uguaglianza, contro i rigurgiti di razzismo e xenofobia che minacciano a diversi livelli. Non è una iniziativa partitica, ma di gente e cittadini che sente importante costruire un’Italia attenta al presente e soprattutto al futuro, offrendo il meglio di se stessi, guardando avanti con fiducia, speranza e con concretezza di azioni positive.”
“La realtà di Castel Volturno, in particolare, esprime le diverse contraddizioni della storia: oltre alla presenza ormai stabile di cittadini stranieri, spesso sfruttati, ci sono i giovani che non hanno lavoro e diverse famiglie che vivono ai margini per problemi di povertà e degrado. La marcia dimostra, grazie al sacrificio di John, quanto l’umanità sia la base fondamentale per affrontare qualsiasi percorso di riconoscimento dei propri diritti, senza distinzione.”
“Martedì ho incontrato John nella sua sosta a Napoli insieme a Padre Alex Zanotelli. Non so quale sarà il riscontro della nostra tappa. Sto provando a coinvolgere il territorio: è il primo evento pubblico che organizzo come associazione. Spero possa servire per lanciare un coordinamento tra le varie organizzazioni che abbiamo messo insieme per questa iniziativa, per poter portare avanti un programma di attività di informazione e formazione insieme. Sui valori fondamentali non ci possono essere divisioni, ma se anche solo alcune delle associazioni decidessero di continuare il percorso insieme, sarebbe un bene per tutti.”
“La marcia di John, invece si concluderà il 20 ottobre in piazza San Pietro. Spero proprio riesca a consegnare a Papa Francesco la lettera aperta che esprime solidarietà per gli attacchi di cui è stato vittima dopo essersi espresso a sostegno dei migranti e dei più deboli. C’è bisogno che l’attenzione rimanga accesa contro il buio dell’intolleranza e dell’indifferenza.”
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