Diffondere, attraverso l’arte, messaggi ed esempi di figure positive, distinte nel contrasto alla violenza contro le donne. Questo lo scopo dell’installazione Bad News, realizzata dall’associazione Liberi Libri di Rovato, inaugurata ieri pomeriggio, subito rimossa per ordine del sindaco del comune bresciano. Tra le motivazioni espresse dal primo cittadino la definizione della stessa come “una carnevalata”.
Il 25 novembre tanti rappresentanti delle istituzioni, nazionali e locali, interverranno durante la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Ci sarà chi si adopera quotidianamente per utilizzare gli strumenti a propria disposizione per il contrasto e il sostegno delle vittime e chi magari ha appena negato i fondi, minacciando la chiusura di strutture che attivamente la combattono e promuovono soluzioni per chi l’ha subita. Verranno pubblicati articoli e trasmessi speciali, non sempre scritti e curati in maniera corretta per far capire la portata di un fenomeno drammatico che colpisce sempre più donne e bambini nel nostro paese. Spesso, purtroppo, si è registrata una narrazione mediatica volta quasi giustificare i carnefici, mistificando i comportamenti delle vittime.
Pare ci sia chi già si è distinto in entrambi i campi, amministrativo e dialettico, per incoerenza e utilizzo di termini inappropriati. Il sindaco di Rovato, comune in provincia di Brescia, ieri pomeriggio ha fatto rimuovere dalla polizia locale l’installazione Bad News, realizzata dall’associazione Liberi Libri per sensibilizzare, proprio sulla necessità di una comunicazione seria per veicolare sia i casi di cronaca, sia le storie di chi combatte attivamente il fenomeno. L’opera, allestita con tutti i permessi in regola, sembra sia stata definita dal primo cittadino “una carnevalata” o peggio “una puttanata”.
Si trattava, per chi non ha colto l’attimo di vederla, di un film di plastica di colore rosso che avvolgeva i pilastri del colonnato della centrale Piazza Cavour con apposti pannelli e immagini esplicative per proporre i modelli e le figure di donne che sono divenute simbolo della lotta alla violenza o che si sono fatte promotrici di sostegno alle vittime.
Come ribadiscono dall’associazione : “Il film plastico, riciclabile al 100%, è realizzato in modo da escludere radicalmente qualsiasi ipotesi di danno alla struttura del porticato.”
Questa poteva essere, forse, l’unica motivazione comprensibile, ma rapidamente chiarita, rispetto alla richiesta di rimuoverla, a sole poche ore dall’inaugurazione di ieri pomeriggio, alla quale erano state invitate le autorità locali, le stesse che avevano approvato la richiesta per l’allestimento, ufficialmente protocollata negli uffici preposti. Il direttivo dell’associazione che, dal 2011, si fa promotrice di diverse iniziative culturali nel comune, prendendo spunto sin nel nome dalla volontà di rendere liberi attraverso la cultura, considerandosene “figli”, dal latino “liber”, ha espresso profonda tristezza nel comunicato diffuso, mista a incredulità rispetto al gesto. Si legge.
“L’associazione Liberi Libri che coopera da quasi dieci anni con il Comune di Rovato e con altri enti e associazioni in maniera proficua e senza aver mai avuto il benché minimo problema, partecipa sin dal 2015 alle iniziative di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne promosse da Auser Rovato. Negli anni scorsi abbiamo importato, primi in Italia, l’installazione “What were you wearing? / Com’eri vestita?”, realizzata dall’Università del Kansas e riproposta a Rovato, a Brescia e in diversi altri comuni della nostra provincia in collaborazione con Casa delle Donne – Centro Antiviolenza Onlus.”
Viene precisato l’iter corretto seguito, proprio per evitare che un’opera che doveva diffondere consapevolezza, errasse nel mancato rispetto delle regole condivise.
“Con richiesta protocollata il 20 settembre 2019 abbiamo richiesto l’autorizzazione del Comune di Rovato a procedere con l’installazione. Testualmente la nostra richiesta così recita: “L’installazione comporterebbe l’affissione di pannelli delle misure di circa 70cmx100cm in corrispondenza dei pilastri di Piazza Cavour, che sarebbero poi anche ricoperti da un drappo color rosso. A tal proposito siamo a chiedere l’autorizzazione all’esposizione di tali pannelli per la durata di circa 3 settimane (indicativamente dall’11 novembre al 1° dicembre)”. Con comunicazione del 25 settembre 2019, il Comune ha comunicato che, “visto il parere della Giunta Comunale espresso nella seduta del 23/09/2019, siamo spiacenti di comunicare che non sarà possibile dar corso alla Vostra richiesta del 20/09/2019”. A seguito di contatti con il Sindaco e con i competenti Uffici, in data 22 ottobre 2019 è pervenuta comunicazione dal Comune di Rovato con la quale “preso atto del nuovo parere della Giunta Comunale, espresso nella seduta del 21/10/2019, si comunica che il rilascio dell’autorizzazione comunale è subordinata al possesso delle autorizzazioni di tutti i proprietari dei Portici Vantiniani”. L’associazione ha quindi raccolto, uno ad uno, i permessi scritti di tutti i proprietari del piano terra di entrambi gli edifici. Sono seguiti contatti, sia telefonici che per e-mail, con gli uffici comunali per l’organizzazione dell’installazione. Il materiale pubblicitario dell’intera rassegna è stato condiviso da Auser Rovato con tutti i partecipanti e con l’amministrazione comunale. Tutti i membri della Giunta Comunale sono stati invitati all’inaugurazione dell’installazione.”
La burocrazia a volte è importante quando sottolinea un impegno serio di chi vuole incidere con i propri gesti, nel rispetto delle istituzioni. Sono fondamentali i termini utilizzati, e spaventano quelli che ha espresso il sindaco. Raccontano i membri dell’associazione.
“Questa mattina, nel corso del montaggio dell’installazione, il Sindaco, architetto Tiziano Alessandro Belotti, ha improvvisamente intimato la rimozione dell’installazione, definendola una “puttanata” e una “carnevalata”. All’obiezione che l’installazione fosse stata autorizzata dall’Ente che egli si trova a soprintendere, ha negato e ha richiesto l’intervento della polizia locale minacciando denunce per non meglio precisati reati. Si sono quindi presentate due pattuglie di polizia locale che hanno raccolto la documentazione e non hanno adottato alcun provvedimento. In fiduciosa attesa degli sviluppi di questo increscioso episodio, l’associazione Liberi Libri ha completato l’installazione alle ore 15.00 e alle ore 16.30 si è regolarmente tenuta l’inaugurazione con la partecipazione di numerosi rovatesi, rappresentanti dell’Auser e della signora Piera Stretti rappresentante di “Casa delle donne Brescia”. Alle ore 17.30 si è presentata una terza pattuglia di polizia locale che ci ha notificato un’ordinanza emessa dal comune di Rovato con la quale ci è stata intimata l’immediata “Rimozione delle coperture in telo rosso e film plastico a tutta altezza dai pilastri vantiniani”, che equivale, per la natura stessa dell’installazione, alla sua totale rimozione. Per mero rispetto dell’autorità pubblica e delle regole preposte al vivere civile, e senza alcuna acquiescenza al provvedimento notificato, abbiamo provveduto a smantellare l’installazione.”
Come l’associazione, così si attende, fiduciosi un ravvedimento del sindaco e della sua amministrazione. L’installazione pare avesse tutte le carte in regola per essere esposta, ma anche fosse mancato uno solo dei passaggi, pure regolarmente svolti, preoccupa che ci sia chi possa denigrare pubblicamente, da un ruolo che richiederebbe diplomazia e rispetto, l’opera di cittadini che volevano semplicemente lasciare una traccia forte, forse più di tante parole, su cosa si possa fare concretamente per contrastare la violenza contro le donne, attraverso esempi, comunicati in maniera efficace attraverso l’arte.
L’associazione non si arrende, benchè non abbia giustamente ceduto allo scontro, si sta muovendo per capire come fare in modo che l’impegno di tante persone, soprattutto che il messaggio che si voleva comunicare, possa essere pubblicamente mostrato.
A chi legge e a chi dovrebbe fare comunicazione seria contro le forme più o meno subdole di limitazione della libertà di espressione, si chiede di non essere indifferenti. E se non dovesse arrivare il necessario ravvedimento, si spera ci siano altri comuni o enti privati che vogliano ospitare l’opera.
Il contrasto contro la violenza alle donne si deve agire tutti i giorni dell’anno e passa anche attraverso la cura di piccoli gesti e del modo di comunicarli.
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