Francesco e la musica che riparte unita

“Cuore e testa, mai come in questo periodo, devono viaggiare insieme nella strada di un musicista. Continuo a considerare chi intraprende questo percorso un mezzo matto, ma quanto sarebbe triste e solo il mondo senza di noi! Uniti, usciremo da questa crisi, per consentire ad ogni artista di tornare a diffondere note ed emozioni nel rispetto di regole e obiettivi condivisi da tutto il settore.”

francesco copertina 2

Il tintinnio dei cucchiaini nelle tazzine dai bar, l’aria dei phon dai saloni di bellezza, i clacson delle auto nel traffico, i passi e le chiacchiere nelle strade: le città, oggi, hanno ripreso il loro suono sospeso, attutito appena da mascherine e distanze fondamentali. In realtà anche nei giorni più duri e dolorosi, non è mancato un sottofondo a mantenere viva la speranza: la musica non si è fatta fermare, si è diffusa dalle finestre e da molte terrazze, trasformate in palcoscenici collettivi. Eppure, proprio chi ha sostenuto e accompagnato la pandemia con note e parole, ancora non ha certezze sui tempi e le condizioni per riprendere il proprio lavoro. Nell’attesa di sapere come e quando potranno ricominciare concerti, registrazioni e spettacoli, il mondo della musica cerca di fare il punto sui diritti di un settore nel quale per troppo tempo si sono delegate regole certe e considerazione istituzionale alla passione e alla sopravvivenza. Francesco Tosoni, chitarrista e produttore artistico,  ha deciso di esprimere pubblicamente la sua posizione che è anche una proposta: unire le forze in un coordinamento unico, un referente credibile che rappresenti tutti i soggetti coinvolti, per superare egoismi personali e divisioni che vanno a colpire soprattutto chi ha cominciato da poco a credere in questo lavoro. Agli artisti emergenti Francesco ha dedicato una parte importante del suo impegno professionale con Noise Symphony, l’etichetta che ha fondato nel 2009 a Roma con un gruppo di amici e professionisti. Ascoltano, seguono e strutturano il percorso di chi si rivolge loro, provando a trasformare il talento in un’impresa con un obiettivo ben preciso. Non li ha fermati nemmeno il virus, sul canale dedicato www.indieffusione.com hanno continuato ad accogliere e diffondere la musica delle nuove proposte. La certezza che uniti e consapevoli dei diritti ci si possa risollevare dalla crisi ha avvicinato il produttore romano al coordinamento “La musica che gira”. Manager, produttori, artisti, musicisti, tecnici, consulenti, promoter, etichette discografiche, agenzie di booking, proprietari di live club, uffici stampa, insieme per fare tutto il possibile per riprendersi e stimolare una riforma definitiva del settore. La traccia di Francesco, che per me è anche l’amico delle estati a San Felice Circeo, accompagnamento musicale dei pomeriggi d’estate, con la sua chitarra dal balconcino nel centro storico, racconta l’amore per la musica che risponde ad un’esigenza di comunicazione con il mondo, attraverso le note e le voci, suoni preziosi che veramente faranno tornare a vivere le nostre città.

La traccia: il viaggio della musica dal cuore al cervello

francesco esordi“Ho cominciato a suonare la chitarra nel 1997, avevo 18 anni, era un po’ tardi, ma da allora non l’ho più lasciata. Mi considero un esploratore dell’intera filiera musicale: dallo studio e la pratica costante dello strumento, all’interesse per ogni aspetto della produzione artistica fino all’approfondimento del discorso commerciale. Compiere il percorso mi è servito per comprendere ciò che non riuscivo a capire da solo. E’ un mondo nel quale l’evoluzione è stata rapidissima, soprattutto per la nostra generazione. Siamo passati dal vinile alla musica liquida, dal cd allo streaming, alla musica gratuita. Da qui la volontà di non chiudermi, bensì la spinta a conoscere nuovi ambiti e possibilità di interazione. Nutro rispetto per chi preferisce rimanere nella propria nicchia: ho fatto per anni jazz, ci sono musicisti eccezionali che continuano nella loro arte, contando su un pubblico selezionato. Allo stesso tempo non apprezzo chi si incattivisce contro chi fa la trap: sono forme di comunicazione diverse, legate a generazioni differenti, ma entrambi hanno diritto a spazi e condizioni per presentarsi nella maniera migliore. Spesso capita anche a me di non riuscire a stare dietro alla musica e ai testi dei più giovani, ma provo ad ascoltarli senza pregiudizi. Temo le divisioni sempre più evidenti all’interno della comunità musicale. Ho avvertito una strana sensazione quando ho sentito pronunciare al presidente Conte la frase “sugli artisti che fanno divertire”, ma mi ha colpito ancora di più analizzare la risposta che è arrivata sui social da vari soggetti del nostro mondo. Ho letto dichiarazioni che nascondevano, dietro l’esaltazione del proprio ego ferito, l’evidenza di come la situazione attuale sia il risultato di scelte scellerate, commesse anche prima della diffusione del virus.”

francesco primo maggio“Mi hanno contattato delle associazioni di categoria, nate proprio in questo periodo, io sono già legato a Note Legali che da anni mi supporta per capire quali siano le regole e i diritti a cui devo far riferimento a livello professionale in quello che troppo spesso è più che un libero mercato. Quante volte ho sentito dire: “non importa che mi si versi i contributi!”. Una prassi, frutto purtroppo della precarietà a cui molti si sono abituati, per cui meglio garantirsi il pagamento intanto di qualcosa di sicuro, poi per l’Enpals si vede. Ora ci si è resi conto, in maniera brutale, di quanto avere 30 giorni di contributi riconosciuti faccia la differenza: c’è chi non ne ha nemmeno sette e sicuramente ha lavorato un numero di giornate superiori. In questo modo, sulla carta non si è nemmeno professionisti, mentre invece è solo la dimostrazione di ignoranza in materia di diritti. Ci si è scandalizzati perché il settore sembra non esser preso sul serio, quando per anni si è fatta leva solo sulla passione che ognuno di noi prova quando fa musica, tralasciandone gli aspetti professionali. Ora è saltata qualsiasi garanzia, ma non si può continuare a fingere che così non fosse già da prima, lasciandosi andare ad ulteriori divisioni che non portano a nulla. Ho letto che c’è chi si erge a musicista di “serie A”, rispetto a chi considera inferiore, per riuscire a rosicchiare qualche tutela in più. Non capisco questa differenziazione. Siamo tutti fermi, i concerti dal vivo temo non riprenderanno prima del 2021, di sicuro è uno stop che vivranno in maniera diversa coloro che hanno un patrimonio accumulato negli anni, rispetto agli emergenti: ho paura che per alcuni di loro potrà significare l’abbandono di questa strada.”

Al servizio degli emergenti

“Per quello che posso non ho mai smesso, soprattutto in questi mesi, di dedicarmi proprio ai giovani con la mia casa discografica. Noise Symphony è una factory artistica che abbiamo fondato nel 2009, per occuparci di formazione, pianificazione e produzione di progetti artistici da introdurre nel mercato musicale. Il nostro obiettivo è quello di selezionare e assistere chi si rivolge a noi, in tutta la fase di sviluppo, dall’ideazione alla progettazione fino alla produzione e presentazione ufficiale ai nostri partners. La nostra filosofia è quella di pensare come dei veri artigiani che realizzano pezzi unici, curando fino al minimo dettaglio ogni fase del processo creativo. Ci definiamo dei generatori di opportunità.

Il nostro scopo è quello di creare una vera e propria community nella quale poter segnalare, ascoltare e condividere la propria musica o il proprio artista preferito.  Attraverso l’attività di valutazione e scouting del nostro team, la diffusione Radio FM e web sul nostro canale dedicato (www.indieffusione.com), la cura meticolosa nella definizione dell’immagine e di un percorso artistico mirato e la partecipazione attiva degli utenti, si genera una reale opportunità promozionale e discografica per gli artisti della nuova era.”

francesco indieffusione“La segnalazione è semplice e gratuita: basta inviare la propria proposta attraverso l’apposito Form che si trova nel nostro sito. Il brano, se ritenuto idoneo è inserito nella programmazione della Radio. Ogni settimana i migliori – scelti attraverso il coinvolgimento attivo degli utenti – saranno inseriti nelle attività promozionali di INDIeFFUSIONE. Lavoriamo in stretta sinergia con: Pirames International, MEI – Meeting degli Indipendenti e Work Entertainment Booking & Management, tre realtà da sempre attente alla nuova scena musicale e all’evoluzione del mercato discografico. Abbiamo anche diversi media partner. Siamo abituati a muoverci in squadra, anche perché il lavoro non manca, e la filiera si è molto stretta. Lavoriamo più di dodici ore al giorno. I nostri numeri corrispondono a quelli che rappresentano un mondo nel quale l’offerta è di molto superiore rispetto alla domanda. Riceviamo oltre 50 mail al giorno con allegati demo da ascoltare e lo facciamo: abbiamo avuto settimane con oltre 500 ascolti.”

La proposta per risollevarsi

“In più, da tre anni mi occupo anche di consulenza musicale per le produzioni tv. La chitarra è sempre con me, la utilizzo principalmente per la produzione, ma non rinuncio ad esibirmi dal vivo. Quando è arrivato il blocco, avevo appeno chiuso delle tournée ed avevo programmato  quelle estive che sono saltate. Ho proseguito con il resto del mio lavoro, ma ho trovato il modo per riflettere su quanto ci stava capitando. Mi sono posto come sempre senza certezze inscalfibili, pronto ad ascoltare le opinioni degli altri, ma senza farmi trascinare dall’angoscia del momento. Non sono d’accordo ad esempio con le forme di sciopero bianco che alcuni hanno proposto. L’ho scritto in un post subito dopo il concerto del Primo maggio e ribadisco le mie perplessità. E’ stato un concerto meraviglioso ed emozionante. Ho rivisto tanti colleghi e ho gioito per loro, si è parlato anche di diritti per i lavoratori dello spettacolo, ma non so se questa possibilità, in prima serata su Rai3, sia stata sfruttata al meglio per parlare delle difficoltà del settore. A rappresentare la categoria sono stati gli artisti stessi.  Ipotizzando lo sciopero dell’arte, non si è chiarito quale associazione di categoria lo abbia indetto, se aderiranno tutti gli artisti e tutte le attività di settore. La vera riflessione per me è se siamo tutti disposti a rinunciare a qualcosa, anche a un po’ del nostro ego, in favore di un’intera categoria.

francesco la musica che gira“Prima di tutto servono risposte certe a domande che devono essere poste da un interlocutore che riesca a rappresentare in maniera efficace il nostro variegato mondo. Come casa discografica abbiamo deciso di aderire all’appello lanciato da “La musica che gira”. E’ un coordinamento composto da manager, produttori, artisti, musicisti, tecnici, consulenti, promoter, etichette discografiche, agenzie di booking, proprietari di live club, uffici stampa. Non si tratta di un sindacato, né di un’associazione di categoria, ma di una piattaforma di confronto tra lavoratori, imprenditori e professionisti della musica e dello spettacolo che vogliono fare tutto il possibile per rispondere alle conseguenze negative della crisi in cui ci troviamo e stimolare una riforma definitiva del settore. E’ quello che secondo me è necessario, perché sono stati coinvolti anche giuslavoristi, economisti, consulenti del lavoro e realtà accademiche che si stanno confrontando con la politica e le istituzioni e stanno dialogando con molte realtà. E’ fondamentale ora riscrivere le regole di un comparto che va riorganizzato anche sotto il punto di vista legislativo. Per questo ho deciso di unire anche la nostra voce alla richiesta di una Commissione Congiunta di Camera e Senato dedicata all’industria musicale e che il Ministero convochi al più presto un tavolo tecnico specifico.” 

“Credo possa essere la strada anche per evitare che ci si ritrovi in una ennesima caccia a chi arriva prima ad accaparrarsi possibili spazi, lasciando indietro chi ha meno mezzi per essere ascoltato. Si rivelerebbe di nuovo l’immagine di un fronte diviso che si dedica alla speculazione. Si deve essere lucidi ed uniti, non impulsivi e incattiviti. Mi metto soprattutto nei panni di chi ha deciso da poco di trasformare la propria passione in lavoro. Ripenso a quando ho cominciato io nel 2000, il mio primo disco è del 2003, a come sia radicalmente cambiata la situazione. Oggi hanno realmente un coraggio che risponde ad una esigenza vera, oppure non si avvicinerebbero nemmeno ad una realtà che non è più virtuosa, né in termini economici, né di soddisfazione personale. Il 90% di coloro che inviano demo alle case discografiche non riceve nemmeno una risposta. Non è un attacco alle etichette, anzi sperimento in prima persona come sia difficile stare dietro a tutto.  Si corre, si deve essere sempre sul pezzo, sul mercato, non sbagliare colpo. Per questo, rischiando di perdere del romanticismo, agli artisti emergenti che si rivolgono a noi, io ripeto di considerare il proprio progetto come un’impresa. Io, un po’ tardi, ma l’ho capito. Non perdere l’urgenza della comunicazione che nasce dal cuore e dalla pancia, ma farsi supportare dalla parte razionale e quindi ascoltare l’esterno, capire i meccanismi commerciali e accettare, rendendole costruttive, anche le critiche. Noi spingiamo i nostri artisti a compiere un’analisi continua del proprio percorso, valutando i feed back non solo del proprio pubblico di riferimento, ma anche da parte di coloro che non apprezzano, senza inibirsi.

francesco finale ok“Cuore e testa, mai come in questo periodo, devono viaggiare insieme nella strada di un musicista. Gli artisti sanno quello che vogliono. Noi possiamo mettere a loro disposizione gli strumenti, loro ci mettono la determinazione. Continuo a considerare chi intraprende questo percorso un mezzo matto, ma è necessario che si pongano delle domande e degli obiettivi per non perdere l’entusiasmo nella frustrazione. A volte mi capita di guardare con invidia chi a cinquant’anni decide di dedicarsi alla musica come pura passione, io ho scelto di viverci: le dedico ogni mia energia, ma sono contento di aver trovato il modo. Me ne sono accorto ancora di più in questi mesi. Suono la mia chitarra quando ho voglia, insegno perché mi va di farlo, partecipo a concerti dal vivo facendomi pagare il giusto, faccio il discografico aderendo ad un codice etico per il quale do voce agli artisti che capisco abbiano un senso, soprattutto perché si mettono in discussione in uno scambio continuo. Sono nel mezzo del mio viaggio, devo camminare, non posso fermarmi e vorrei dare il mio contributo per cambiare ciò che non va. L’arte e l’artista devono essere messi al centro, non sono l’unico a pensarlo, spero saremo sempre di più. Così credo che questi mesi possano trasformarsi, paradossalmente in una risorsa per farci riflettere.”

La traccia volante: “​takes the noise out of life and creates a Symphony”​
Toglie il rumore della vita e crea una sinfonia.

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