Marina, Mauro e Valerio raccontano Marco

“Il libro non vuole essere solo una ricostruzione dei fatti giudiziari: racconta sì la follia di quell’evento drammatico che ha portato alla morte di Marco, ma all’interno di una storia che ne celebra la vita. Quando si spegneranno i riflettori sul caso Vannini, resterà il lascito di chi sia stato questo ragazzo dolce, buono e generoso nei suoi 20 anni di amore condiviso con la sua famiglia, con gli amici, con chi lo ha incontrato.”

marco vannini libro due ok okDietro ogni caso di cronaca, anche il delitto più efferato, bisognerebbe non dimenticarsi mai ci siano persone con storie, affetti e sentimenti reali, precedenti e conseguenti. E’ una sensibilità, ma anche una responsabilità di chi racconta, che si aggiunge a quella di una narrazione accurata e attenta dei fatti. Mauro Valentini è un giornalista e scrittore che ha deciso di seguire in questo modo la cronaca nera, in particolare cinque casi di crimini avvenuti a Roma, a cui ha dedicato il proprio lavoro. Dall’omicidio di Antonella Di Veroli, alla storia di Francesca Moretti, dalla scomparsa di Mirella Gregori al mistero della Sapienza di Marta Russo. Il quinto libro uscirà ufficialmente il 7 luglio, pubblicato da Armando Editore: “Mio figlio Marco – La verità sul caso Vannini”, scritto insieme alla mamma di Marco, Marina Conte. Pagine dense di ricordi, emozioni, di vita per descrivere chi sia stato il ragazzo sempre sorridente di Cerveteri, negli anni precedenti la maledetta notte tra il 17 e il 18 maggio 2015 in cui un folle colpo di pistola ed un’assurda volontà a non soccorrerlo, lo hanno ucciso in una villetta di Ladispoli. Non mancherà un’analisi precisa degli atti giudiziari e delle intercettazioni, ma lo scopo è lasciare una memoria di chi, in questo modo, non resterà mai solo una vittima o il protagonista di un caso giudiziario, ma un nipote, un amico, un cugino, un figlio felice e amante della vita. Venerdì 3 luglio alle 17 a Cerveteri la prima presentazione, il 18 la seconda a Ladispoli. Gli incassi del libro spettanti alla famiglia, verranno devoluti completamente ai due comuni per progetti culturali e iniziative sociali rivolte ai ragazzi. La traccia di Mauro racconta come è nato ed è stato realizzato il libro, ringraziando Marina, Valerio e Marco per averlo voluto come compagno di viaggio.

La traccia: la memoria in un libro

marco vannini mauro ritratto“Marina mi ha scelto. Il 28 settembre dello scorso anno eravamo a Cassino per la consegna del Premio Letterario Pier Santi Mattarella, edizione dedicata alla memoria di Marco Vannini. Io ero arrivato secondo per il mio libro su Marta Russo. Sono intervenuto, parlando, ovviamente, di Marco. E’ scattata la molla che ha fatto ritrovare, dopo poco, me, Marina e Valerio seduti intorno al tavolo del loro salotto a decidere come impostare il nostro lavoro per raccontare la vita di questo ragazzo meraviglioso, spezzata a soli 25 anni. Si è creata un’empatia difficilmente spiegabile: Marina voleva a fianco, in un percorso così duro e faticoso, qualcuno nel quale potesse specchiarsi. Io ho un figlio del 95 e valori famigliari simili a quello che continuo a definire il trio magico dei Vannini. Madre, padre e figlio uniti da un legame che nemmeno la morte ha interrotto.”

marco vannini marina e valerio ok“Me ne sono accorto appena ho varcato l’ingresso della loro casa e abbiamo iniziato a parlare di quanto in quelle stanze e non solo, avessero costruito insieme nel tempo. Marina e Valerio si guardano negli occhi con una luce che riesce a far percepire la presenza di Marco. Da questa energia hanno tratto la forza per proseguire dopo quella terribile notte. Non si sono mai fermati: sia nelle aule di tribunale, dove si battono, perché emerga la verità e si ottenga giustizia; sia nei progetti che portano avanti in nome di loro figlio, mantenendo i rapporti con chi lo ha amato, affinchè non si dimentichi chi è stato e la sua memoria non rimanga solo legata ad un assurdo caso di cronaca nera.”

marco vannini fiaccolata“In tanti ne hanno parlato, si è scritto e ricostruito: io ho voluto, anche su questo aspetto, procedere a modo mio. Temevo di essere condizionato dalle numerose versioni e riletture: ho preso tutte le carte e le intercettazioni, quasi come se non le avesse mai lette e ascoltate. Per quanto possibile, a mente fredda, ho ripercorso ogni passaggio, senza tralasciare i dettagli. Mi sono avvalso anche della consulenza di Luciano Garofalo, perito di parte della famiglia Vannini che mi ha offerto la sua spiegazione tecnico forense per comprendere quanto le indagini siano state condotte in maniera insolita. Non gli è stato consentito di procedere al sopralluogo della casa dove è avvenuto l’omicidio: un fatto senza precedenti. Alla fine di questo lavoro, nel quale ho tenuto a freno la parte emotiva, mi è sembrato realmente impossibile che alcuni snodi fondamentali della vicenda non siano stati visti e considerati. Per fortuna anche la Cassazione ha rilevato le incongruenze e gli errori commessi durante il processo di secondo grado: noi temevamo che si potesse chiudere tutto il 7 febbraio, così non sarà e l’8 luglio si tornerà in aula.”

++ Ucciso in casa fidanzata: condannata tutta la famiglia ++“Il libro, però non è una ricostruzione dei fatti giudiziari: racconta sì la follia di quell’evento drammatico che ha portato alla morte di Marco, ma all’interno di una storia che ne celebra la vita. Quando si spegneranno i riflettori sul caso Vannini, resterà il lascito di chi sia stato questo ragazzo dolce, buono e generoso nei suoi 20 anni di amore condiviso con la sua famiglia, con gli amici, con chi lo ha incontrato. Una traccia che proseguirà con coloro che continueranno a conoscerlo attraverso le nostre pagine.”

“Alla fine del libro c’è un pacchetto di lettere, scritte dalla nonna, dai cugini, dagli zii e dagli amici. Per capire chi potesse lasciare questa ennesima testimonianza su Marco, ho ripreso la lista degli invitati al suo diciottesimo compleanno. Non aveva voluto prenotare locali, ma preferito rimanere a casa, chiamando i suoi nonni, i parenti e gli amici più cari: “Per me la festa è questa!” aveva commentato con la mamma. Sono loro le ultime voci a raccontarlo.”

marco vannini famiglia“Per ricostruire la storia della famiglia, invece, son voluto partire da quella che ho definito la “cronaca di un amore”. Dal primo incontro tra Marina e Valerio, al loro matrimonio, la nascita di Marco, la scuola, la comunione. Il racconto di una famiglia normale e speciale: i Vannini che hanno deciso di devolvere i proventi del libro ai Comuni di Cerveteri e di Ladispoli per destinarli ad iniziative e progetti sociali portati avanti nel nome del loro figlio. I sogni di Marco sono stati interrotti, ma possono rivivere in altri ragazzi che magari non hanno le stesse possibilità di cui poteva disporre Marco per realizzarli. Marina e Valerio vorrebbero sostenere attività legato allo studio o ad un percorso professionale, anche quello legato ad una carriera militare, Marco desiderava diventare un pilota. Hanno deciso che seguiranno con gli assessori alla cultura o alle politiche sociali le iniziative necessarie per raggiungere uno dei loro obiettivi: rendere il ricordo di Marco un’eredità felice per chi ne raccolga il testimone e lo trasformi in futuro. Si pensava di cominciare infatti con una borsa di studio per l’Università a suo nome.”

marco vannini mauro libri“Questo è il loro scopo che inevitabilmente è diventato il mio. Umanamente, sentirmi dire da Marina che sono riuscito a far emergere chi fosse suo figlio così come loro lo desideravano è il risultato che più mi rende felice. Professionalmente il libro è un altro passo nel mio percorso per raccontare la cronaca in un modo differente. A partire dal caso di Antonella di Veroli fino alla vicenda di Marta Russo, c’è un filo rosso che lega i cinque testi che finora ho pubblicato: una rilettura dal punto di vista umano di quanto è accaduto. In una delle prime critiche ricevute sul libro dedicato al caso di Antonella Di Veroli, mi hanno detto che non sono un addetto ai lavori, non sapevamo che fosse il miglior complimento che potessero farmi. Corrisponde a quello che mi regalano coloro che ci tengono a dirmi: “pur non essendo appassionato di cronaca nera, sono stata rapito dalla narrazione.” Io non sono un magistrato, bensì voglio indagare nell’animo e nell’anima di persone normali, che, all’improvviso, sono diventate vittime o si sono trasformate in assassini. L’assassino di Marta come lo stesso Antonio Ciontoli non sono spietati killer, con carriere criminali alle spalle, eppure in un momento della loro vita, qualcosa è scattato e li ha resi tali. Provando ad analizzare da questa prospettiva, ho cercato di capire cosa possa essere accaduto anche in quella villetta di Ladispoli, dove, dopo il primo gesto folle, il colpo di pistola, sparato senza alcun senso, che però non aveva ucciso, nessuno sia riuscito a sfruttare una seconda occasione che il destino stava offrendo per uscirne. Sarebbe bastato chiamare il 118 subito e dire che Marco era stato colpito da un proiettile per salvarlo. Nessuno dei componenti di quella famiglia lo ha fatto.”

“Io tento di raccontare questi corto circuiti emotivi e le conseguenze a cui hanno portato, ben impresse negli occhi di Marina e di Valerio. Con loro inizierò un breve tour nei luoghi di Marco per presentare la sua storia. Partiamo venerdì 3 luglio alle 17 con il sindaco di Cerveteri, Alessio Pascucci. Sarà un dialogo semplice e diretto con il pubblico. Proseguiremo l’11 a Ladispoli, nel Teatro Marco Vannini, insieme al primo cittadino Alessandro Grando e ad Anna Boiardi, giornalista di Quarto Grado che è diventata un’amica della famiglia. Il 18 parteciperemo ad una rassegna a Santa Marinella; il 25 andremo a Civitavecchia; a settembre chiuderemo a Bracciano dove Marina e Marco sono nati. Il viaggio continuerà in autunno per far conoscere Marco oltre le zone nelle quali ha vissuto da bambino e iniziato a costruire il suo futuro da ragazzo. Continuerò a portare con me la sua storia che è quella di una vita interrotta, sospesa su un’assenza, ma che deve rimanere viva nel suo ricordo.”

marco vannini finaleLa traccia volante: “Per me è fondamentale far conoscere Marco per quello che era, perché era una bella persona. Nel libro ci sono testimonianze di amici, parenti e chiunque lo identificava con la sua generosità, con il suo sorriso, con quella bella parola che aveva per tutti e per me è importante.” Marina Conte a Fanpage.it

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