Ieri notte Sara non ha dormito, ma non era la sua consueta insonnia legata alla preoccupazione di dover vigilare ogni respiro di suo figlio Simone, gravemente disabile. L’alba di questo 17 luglio era attesa con un’altra emozione: finalmente hanno avuto le chiavi della loro nuova casa al pian terreno.
Anni, troppi, imprigionati da scale o ascensori stretti, a formare ostacoli, spesso insormontabili per poter accedere o ricevere le terapie quotidiane di cui Simone ha bisogno: ora un pezzo di strada di questa famiglia diventa piano.
Si festeggia quella che dovrebbe essere la normalità, ma dato che così non è: oggi è il giorno della gioia per una mamma che potrà faticare leggermente meno e per due donne che non l’hanno mai lasciata sola in questa impresa. Alla giornalista Rai, Isabella Schiavone si deve l’attenzione sulla storia di forza e di disperazione di Sara, costretta come la maggior parte dei caregiver a gestire, senza pause, le esigenze di Simone, allettato e bisognoso di cure costanti. A Elena Improta va invece il merito di aver coordinato con la sua onlus Oltre lo Sguardo la raccolta della cifra necessaria per saldare il debito di Sara con l’Ater e poter avere le agognate chiavi del nuovo alloggio. Elena come le tante persone che hanno contribuito, hanno mostrato a Sara e Simone il volto migliore di un paese che fa ciò che può per essere accanto a chi ha bisogno: un euro, come con un sorriso, un’ora di tempo da lasciare libera ad una mamma che necessiterebbe di un respiro solitario.
Tanti anni al settimo piano nella penombra che Isabella ha illuminato e da cui Elena insieme a tanti altri ha tirato fuori questa famiglia a cui ora continua ad occorrere sostegno. Sara è sempre sola, senza lavoro e senza sonno per occuparsi di Simone 24 ore al giorno e con pochi aiuti. Non ha mai smesso di combattere.
Oggi Simone compie 25 anni. E’ casuale, ma sembra parte di una sceneggiatura. Se lo è chiesto anche Sara nel suo post insonne:
“Stiamo vivendo in un film? Mi sa di si…uno di quei film che commuovono fino alle lacrime come “La vita è meravigliosa” dove tu, che sei molto più bello di James Stuart, alla fine ti metti a gridare al mondo “Buon Natale, Buon Natale!” correndo sotto la neve…Uff….ora mi metto a piangere e invece dobbiamo provare a dormire un po’ che domani….è Natale….”
Dopo Natale devono venire altre giornate luminose per le tante Sara e i Simone che hanno bisogno di un raggio di luce. Queste notizie non devono passare sotto traccia: illuminano tutti, dimostrando che si può sperare in un futuro non sempre diverso, ma condiviso.
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