Sharly, un sorriso di luce

Quando si condivide un pezzo di vita insieme in una comunità educativa, il legame che rimane è per sempre, non solo un legame fisico, ma anche un legame dell’anima, unico. Noi continueremo insieme a ricordarla: perché Sharly non è un numero, ma è una di noi e ne percepiremo la presenza ogni giorno. Lei sarà nel sorriso di chi l’ha amata veramente.”

sharly luminosa.jpgEra luminosa Charlotte Yapi Akassi, detta Sharly. Sorrideva alla vita che con lei non era stata molto generosa. Era arrivata con sua madre dalla Costa d’Avorio, molto piccola, un’età che non riuscirà mai a definire precisamente. Aveva un carattere deciso, vivace, certo non semplice da gestire: le difficoltà di un contesto famigliare, incapace di rispondere alle sue problematiche, la condussero nella comunità di Villa luce a Milano. La direttrice, Madre Teresa Gospar divenne una sua figura di riferimento come le altre ragazze, soprattutto le più grandi: da allora saranno le sue sisters. Un legame che non si è spezzato nemmeno quando, ormai grande, ha incontrato un uomo buono con cui ha creato una famiglia, cercando di districarsi tra il lavoro e la gestione dei suoi due figli. Le sisters hanno cercato di rimanerle accanto. Avevano capito i suoi timori. Dopo la separazione dal marito, con il quale aveva mantenuto un ottimo rapporto, era stata per due anni con un altro ragazzo, per poi approdare a quella storia che non riusciva a finire con un uomo, un violento. Sharly aveva provato a superare da sola questo ennesimo ostacolo, era il suo modo di essere, non voleva pesare sugli altri. Fino alla notte tra il 23 e 24 settembre quando si è trovata davanti il suo assassino, colui che per un periodo aveva considerato amore. L’ha strangolata, poi ha finto il pentimento, tentando il suicidio. Sharly è morta, lasciando un’eredità di affetto, sentimento che non ha mai fatto mancare a nessuno. Le sue sisters hanno deciso di custodirne la memoria e soprattutto di mantenere viva la sua identità, rispetto a chi si è sbrigato velocemente a descriverla come una ragazza difficile, sottintendendo l’impossibilità per lei di salvarsi: l’inevitabilità di un destino segnato. Insieme alla rete Non una di meno di Milano hanno stabilito: la ricorderanno in ogni manifestazione contro la violenza, perchè non si trasformi mai in un numero o in uno stereotipo, ma rimanga il suo sorriso, la sua bellezza e cresca illuminando il presente e il futuro dei suoi due bambini. Il 5 ottobre, le ex ragazze, come si definiscono coloro che hanno condiviso un periodo importante della vita nei corridoi della comunità, si sono ritrovate proprio all’esterno di Villa Luce per una cerimonia speciale che ha preceduto il funerale, svolto lo scorso sabato. Sono loro a descrivere una traccia diversa per raccontare Charlotte Yapi Akassi, Sharly.

Sharly arrivò a Villa Luce alle fine del 2004, era piccola. Veniva da una realtà difficile: come accadeva solitamente nella comunità, le più grandi si presero cura di lei. E’ così che si diventava “sister”: si creava quel rapporto unico che non finisce mai. Il nostro riferimento era Madre Teresa Gospar, in grado di prendersi cura di tutte noi. A Sharly venne assegnata anche una famiglia amica: si chiamano così dei nuclei che cercano di far provare alle ragazze ospiti quel calore che non hanno potuto avere. A Charlotte sono rimasti accanto fino all’ultimo. “

Appena uscita dalla comunità aveva conosciuto il ragazzo che diventerà suo marito e padre dei suoi figli. Si sono separati dopo alcuni anni, ma tra loro è rimasto un bel rapporto. Erano d’accordo perchè i bambini stessero con il papà, visto che lei aveva trovato un lavoro da Burger King per cui rimaneva fuori anche la sera. C’erano però anche le giornate nelle quali rimanevano con lei. Aveva i suoi problemi e le sue difficoltà quotidiane da superare, ma cercava di farlo sempre con il sorriso, senza far pesare sugli altri i suoi stati d’animo.”

Nel gruppo segreto Facebook, creato da noi ragazze della comunità, ci raccontiamo e confortiamo: lei scriveva sempre messaggi positivi. Tanto che oggi c’è un po’ di rimpianto per non aver potuto fare di più per lei: noi che tendiamo sempre a sostenerci. Ultimamente avevamo capito che era un po’ spaventata per gli atteggiamenti violenti di questo ultimo uomo che frequentava. Non è vero come stiamo leggendo che avesse avuto chissà quante storie, non che questo possa comunque giustificare quanto le è stato fatto. Dopo il marito, aveva incontrato un altro ragazzo con cui era stata per un periodo, poi purtroppo si era legata a colui che aveva capito essere sbagliato, ma non era riuscita ad allontanare del tutto. L’aveva già picchiata, ma lei non aveva voluto proseguire nella denuncia. Non ha ascoltato nessuno in questo senso: la famiglia amica e nemmeno noi sisters. Ha provato a cavarsela da sola. Sperava bastasse tenerlo a distanza, non ha avuto il tempo per lasciarlo definitivamente: l’ha uccisa prima.”

Quelle botte, quegli avvertimenti, quel terrore rimangono a testimoniare quanto fosse premeditato l’omicidio. Proveranno a farlo riconoscere incapace di intendere e di volere, visto il tentativo di suicidio, subito dopo averla strangolata: non è accettabile. E’ entrato in una casa nella quale presumibilmente non viveva più, di notte e ha ammazzato Sharly. Giusto quattro giorni prima del compleanno di suo figlio che ancora chiede perchè la mamma sia morta senza poter festeggiare i suoi sette anni.”

sharly madre teresaAmava i suoi bambini come aveva amato due figure che sono stati i suoi pilastri: Madre Teresa Gospar e sua nonna. Quando erano morte, per lei era stato un grande colpo, ma continuava a seguire i loro insegnamenti. Credeva che le persone non potessero essere cattive perché in ognuno c’è sempre qualcosa di buono, quando non si riesce a vedere comunque c’è Dio , la Madonna che aiutano nel ritrovare la pace e la serenità. Sì perché lei era una ragazza che credeva molto, pregava fin da quando è arrivata nella Comunità. Sui giornali riportano comportamenti strani, scrivono che era vivace, quasi fosse una colpa, che si facesse molti selfie e video. Era una donna bellissima, sapeva che questa dote naturale avrebbe potuto creare dei pregiudizi nei suoi confronti, ma sapeva scherzarci. Era solare, nonostante tutto quello che aveva passato, è difficile trovare una foto nella quale non sorridesse. Forse l’ha fatto anche quando è arrivata dall’altra parte del cielo. Pioveva sabato mattina durante il suo funerale, ma mentre la sua bara stava scendendo, è uscito un raggio di sole. In molte abbiamo pensato fosse il segno che si era incontrata con madre Teresa e fosse serena.”

Sharly è stata capace di unire due mondi diversi nel ricordo. Il 5 ottobre fuori dalla comunità eravamo insieme alle donne di Non Una di meno: abbiamo intonato la canzone Ni una menos, poi siamo entrate tutte insieme nella cappella, continuando a cantare insieme alle suore. Non esiste un saluto giusto o sbagliato. Noi siamo le ex ragazze: abbiamo imparato a lottare nella vita troppo presto, abbiamo sofferto troppo presto e, come la nostra Sharly, abbiamo pianto troppo presto. Quando si condivide un pezzo di vita insieme in una comunità educativa il legame che rimane è per sempre, non solo un legame fisico, ma anche un legame dell’anima, unico. Noi continueremo insieme a ricordarla: perché Sharly non è un numero, ma è una di noi e ne percepiremo la presenza ogni giorno. Lei sarà nel sorriso di chi l’ha amata veramente.”

sharly finale.jpg

Pubblicità

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Blog su WordPress.com.

Su ↑

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: