“Chi è sano, segua le indicazioni date dagli scienziati, in modo tale che, chi sta male, possa sentirsi più sicuro e il diffondersi del virus si fermi. Sono cinque anni che lotto contro il cancro, non posso accettare di essere vinta dall’ influenza o peggio da chi ne sta sottovalutando la gravità.”
Ho pensato molto a lei in questo periodo. La mia amica “tigre” Nikki Guelfi. Ci siamo sentite qualche mese fa: mi aveva raccontato, con la sua solita determinazione, delle sue attività politiche, alternate alle terapie che deve continuare a seguire. Ho visto le sue foto ironiche con la mascherina, trovata dopo difficili ricerche, lei che ne ha necessità vitale. Ho letto il suo appello social a rispettare le indicazioni per evitare l’aumento della diffusione del virus con i rischi che comporta per chi è più fragile. In queste giornate nelle quali, pare assurdo, ma ci si sta impegnando a diffondere un messaggio semplice che pure stenta ad essere recepito, le ho chiesto se le andasse di ribadire perché: chi sta a casa e si attiene alle regole, non preserva solo la propria salute, ma le salva la vita. Nikki, seppure agitata e stanca, mi ha risposto con la consueta forza e il necessario pragmatismo. La sua è sempre una traccia fondamentale e la ringrazio per avermi consentito di segnarla, per me e per gli altri che la leggeranno.
“Chi è immunodepresso, come me, non potrebbe sopravvivere. Se io venissi contagiata, dopo aver avuto un tumore ai polmoni, non credo ce la farei. Sono chiusa in casa già da prima che emanassero le ordinanze con le necessarie restrizioni. I controlli con l’IEO di Milano, dove c’è il mio oncologo, li faccio online: invio gli esami che periodicamente eseguo al San Camillo e il mio medico mi risponde. Mi ha anzi raccomandato di non muovermi: se servono i farmaci me li fa arrivare lui.
Non mi piace parlare di me, ma se è necessario per svegliare le coscienze delle persone meno attente, lo faccio.
Chi è sano, segua le indicazioni date dagli scienziati in modo tale che, chi sta male, possa sentirsi più sicuro e il diffondersi del virus si fermi. Sono cinque anni che lotto contro il cancro, non posso accettare di essere vinta dall’influenza o peggio da chi ne sta sottovalutando la gravità.
Per questo, esco il minimo indispensabile, giusto per andare a fare delle visite mediche che non posso spostare. Indosso la mascherina che, con non poche difficoltà, sono riuscita a trovare. Così, chi mi vede, capisce che mi devo proteggere e quindi riconosce il mio stato di fragilità. E’ strano ma questa è quasi una consolazione: spesso sono stata attaccata per strada perché camminavo piano o ero lenta al supermercato, ora non mi dicono più nulla.
E’ chiaro che per il mio bene e quello delle persone che amo, farò di tutto per preservarmi. Credo da sempre nel valore del “noi”: sono certa anche ora ci aiuterà a venire fuori da questa situazione. Mi auguro che si trovi presto il vaccino, affinchè ci si possa, veramente, sentire tutti più sereni.”
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