“E allora eccoli, i pericolosi fuorilegge: genitori con figli autistici che, senza alcun rispetto delle regole, sfidando la giustizia e le forze dell’ordine forzano i posti di blocco e valicano confini alla conquista di mezz’ora di tranquillità.”
Quando hanno aumentato le restrizioni si è tirato un sospiro di sollievo: “finalmente la finiscono di inventarsi scuse per uscire e infettare tutti!”. Se vogliono che sia guerra, è inevitabile che si impostino categorie di pensiero belliche: ben venga il coprifuoco, i delatori, i politici con il moschetto. Il primo pensiero è e rimane la salvezza propria e di coloro che sono più prossimi. Varrà anche l’egoismo a tirarci fuori da questo tunnel? Dimenticarsi per un po’, giusto il tempo di svuotare gli ospedali, che ci siano coloro per cui rispettare le benedette regole sia una maledizione, non per passioni podistiche riemerse all’occasione, per inscalfibile ignoranza o per puro spirito di contrarietà, ma per necessità. Mi ha scritto Debora Coradazzi, la mia amica dalle mille risorse, sempre in movimento dal piccolo comune delle Marche, dove vive con suo marito Luigi, per assicurare la maggiore tranquillità possibile al loro Lorenzo. Si sono inventati strumenti educativi per gli studenti autistici come lui e sperimentano da anni la strategia vincente del viaggio, breve o lungo, per lenire eventuali crisi e contenere stati di ansia. Debora, proprio da poco, ha ricevuto una proposta di lavoro a tempo determinato come operatrice socio sanitaria e non ha potuto dire di no. Sette ore di turno al giorno, una entrata fondamentale, ora che Luigi, consulente aziendale, ha il lavoro bloccato. E Lorenzo? Scuole chiuse, attività ferme, e adesso nemmeno la possibilità, vitale, di un giro in macchina, passibili di multa e condanne penali. Mi scrive che allora rischiano, senza arrecare danni a terzi, perché non si muovono certo per le strade del loro piccolo comune e limitrofi a diffondere il virus, ma rimangono nella loro automobile e scendono per pochi minuti solo nei luoghi isolati. Vogliono solo impedire che, stando in casa tutto il giorno, il loro ragazzo possa regredire completamente e scoppiare in crisi ingestibili. La traccia di Debora che come sempre ringrazio, non è un invito alla trasgressione delle regole, ma a conservare uno sguardo obliquo, a ribadire che neanche ora, davanti allo stesso nemico, siamo tutti uguali, perché c’è sempre chi ne avrà uno in più con minori forze per affrontarlo. Debora, Luigi e Lorenzo si sentono fuorilegge davanti a norme che anche ora dovrebbero provare ad essere meno cieche.
Alcuni comuni come Trento, Treviso, Torino, Rimini e la Regione Lazio hanno accolto le sollecitazioni di famiglie e associazioni, approvando delle direttive che consentono spostamenti, sempre nel rispetto di tutte le precauzioni, a persone con disabilità psichiche e gli accompagnatori, considerando le loro condizioni una valida motivazione per uscire dall’ambiente domestico. E’ necessario estendere questa attenzione e questi provvedimenti.
“Si sa quanto siano legati a rituali e abitudini i nostri ragazzi: percorsi, punti di riferimento, orari e tempi. In poco tempo hanno dovuto affrontare: lo stravolgimento della chiusura delle scuole, la sospensione del servizio di educativa domiciliare e poi i primi restringimenti sulle uscite. Ora addirittura il divieto di uscire dal proprio comune di residenza, posso capirlo (ma neanche tanto) per chi abita nelle grandi città, ma per chi come noi vive in un piccolo centro è improponibile: l’unico svago, momento di serenità è il giro in macchina o la passeggiata lungo la ciclabile. Sembra facile dire: “fallo camminare per il paese”, oppure “beh se gli piace andare in macchina gira per le strade del Comune”. E’ autistico non è scemo, non sa cosa sia il CORONAVIRUS, o cosa sia la matematica, ma conosce tutte le strade, ogni particolare, non lo fai fesso.”
“La nostra certificazione recita testualmente: “Per le sue condizioni cliniche particolarmente gravi, al fine di evitare un’accentuazione in frequenza ed intensità dei comportamenti disfunzionali e di pericolosa aggressività auto ed eterodiretta in contesto familiare, ha bisogno dal punto di vista terapeutico di mantenere quanto più stabili possibili le sue routine quotidiane, che prevedono anche passeggiate all’aria aperta in contesti isolati. E’ pertanto essenziale, soprattutto in questo periodo di chiusura delle scuole e di sospensione dei servizi educativi domiciliari, che sia concesso alla famiglia di potersi spostare nell’ambito del territorio di residenza per massimo un’ora al giorno per far fare al ragazzo giri in macchina senza scendere dalla stessa o per raggiungere luoghi tranquilli e isolati in cui possa camminare all’aria aperta.” Praticamente i miei cani possono uscire più di Lorenzo, non hanno neanche un limite di tempo. E allora eccoli, i pericolosi fuorilegge: genitori con figli autistici che, senza alcun rispetto delle regole, sfidando la giustizia e le forze dell’ordine forzano i posti di blocco e valicano confini alla conquista di mezz’ora di tranquillità.”
“Verranno arrestati e incarcerati? Verranno multati in maniera pesantissima al fine di dissuaderli dal ripetere il gesto di sfida? Verranno piantonati a casa in preda alle crisi disperate di chi di tutto questo non ci sta capendo assolutamente niente e chiede solo di fare due passi sulla ciclabile che ahimè è oltre confine? Staremo a vedere”
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