“Chi ha voglia di dare il proprio contributo di idee e di energie agli altri, supera confini e paure. Vengono da Francia, Germania, Spagna e Polonia, partono dall’Italia per le stesse destinazioni: hanno dai 18 ai 26 anni, sono rimasti nei paesi in cui hanno deciso di fare progetti di volontariato che la pandemia non ha interrotto. Rappresentano l’immagine più bella dell’Europa.”
C’è una generazione che sta vivendo silenziosamente questo periodo di pandemia. Hanno dai 18 ai 25 anni. Molti sono in casa a studiare per un esame di maturità che ancora non si capisce quanto sarà desueto o per quelli universitari, svolti online dalla propria camera o dal salotto. Ce ne sono alcuni che sono fuori, non perché irresponsabili fuorilegge, ma consapevoli volontari. Prestano il proprio contributo di forze e di energie per contrastare i colpi quotidiani del virus. Hanno trovato un modo, in sicurezza, per continuare a stare accanto agli anziani, alle persone più fragili e ai bambini, consegnando spese e farmaci o inventandosi corsi, laboratori e giochi a distanza. Tra loro, ci sono anche le ragazze e i ragazzi che partecipano al Corpo europeo di solidarietà: mentre vacilla la fiducia per un continente unito e solidale, proseguono nei progetti di volontariato internazionale legati al programma Erasmus. Nella Regione Marche sono circa venti, provenienti da Germania, Francia, Spagna, Austria, Danimarca, Estonia, seguiti dall’associazione Vicolocorto. La realtà no profit, nata a Pesaro nel 2006, specializzata in mobilità internazionale, sta continuando a coordinare anche gli altrettanti ventenni italiani, dislocati nei paesi europei: i tanti che non sono voluti tornare, stanno aiutando come possono, nell’attesa di ricominciare i progetti per cui sono partiti. Laura, una delle fondatrici di Vicolocorto è certa: la paura, che pure tutti stiamo provando, non fermerà la voglia dei giovani di scoprire, viaggiare e costruire ponti. La sua traccia è una speranza per il dopo che in tanti stanno costruendo ora, dando un senso profondo alle parole del Manifesto, scritto da Altiero Spinelli e Ernesto Rossi, a Ventotene nel 1941.
La traccia: progetti di volontariato europeo
“Vicolo corto perché è il primo tassello in cui ci si trova quando si gioca a Monopoli. Si comincia senza le pretese del Parco della Vittoria, per poi proseguire il viaggio. Così siamo partiti anche noi nel 2006. Volevamo occuparci di incontri e scambi culturali per hobby: dal 2012 siamo un’organizzazione, riconosciuta da enti pubblici e privati, che coordina centinaia di ragazzi europei, attivi in progetti di volontariato internazionale. La nostra sede è all’interno del Centro per l’impiego del comune di Pesaro. Abbiamo deciso di collaborare con loro e con l’Informagiovani: si è visto che il nostro servizio costituisce un decisivo passaggio dalla scuola al lavoro. Operiamo a livello regionale (Regione Marche), seguendo progetti diversi legati ai bandi a cui partecipiamo per riuscire ad ottenere i finanziamenti dal programma Europeo Erasmus+. Grazie ad essi possiamo consentire, a chi viene e a chi parte, di avere pagato: il viaggio di andata e ritorno, l’alloggio, una quota per le spese necessarie durante la permanenza, assicurazione e corsi di lingua. In sei anni, in questo modo, abbiamo potuto garantire un’esperienza unica a 802 ragazzi italiani e 777 stranieri, raggiungendo 35 paesi.”
“Ci sono stati progetti speciali che raccontano meglio dei numeri il senso della nostra attività. Nel 2016 abbiamo vinto un bando, rivolto alla ricerca di volontari per supportare i cittadini durante il periodo di difficoltà successivo al terremoto che ha colpito fortemente la nostra comunità. Abbiamo ricevuto tante richieste e inviato ragazzi dalla Spagna, Polonia e Austria a Cingoli e San Severino. Due cicli di 10 volontari, sei mesi a gruppo. Hanno portato energia, voglia di fare e un sorriso alle famiglie, ai bambini e agli anziani nei villaggi SAE. Terminato il primo periodo, però, alcuni volontari hanno chiesto di rimanere: delle ragazze spagnole alla fine dell’intero anno, non potendo più prolungare la permanenza attraverso il progetto, hanno ottenuto di poter svolgere il servizio civile europeo sempre a Cingoli.”
“E’ la voglia di fare, di stare dove serve il proprio contributo che non si fa fermare da ostacoli politici o burocratici. E’ accaduto anche con la Brexit. Temevamo molto per le tante attività che ci legano all’Inghilterra. Ci hanno subito rincuorato delle volontarie che da Londra ci hanno confermato che avrebbero continuato a venire, proprio in risposta a questa scelta politica non condivisa. La nostra prospettiva ci permette di immaginare un futuro positivo di condivisione anche adesso.”
“Le prime settimane è stato normale si diffondesse una certa paura. Le famiglie dei ragazzi che venivano da altri paesi, temevano a saperli qui in Italia, mentre alcuni degli italiani pensavano fosse necessario rientrare. Dopo poco, come sempre, abbiamo avuto la conferma della volontà che supera qualsiasi timore. I volontari spagnoli, francesi, tedeschi, polacchi, danesi che sono nella nostra regione, stanno continuando a rendersi utili. La loro preoccupazione è stata principalmente questa: cosa possiamo fare ora, rispettando tutte le restrizioni necessarie? C’è chi si occupa della consegna della spesa a domicilio, chi, in carica alla Croce Rossa, dei lavori di sanificazione delle ambulanze. E poi ci sono i tanti che hanno attivato progetti online per aiutare i bambini a fare i compiti o laboratori di conversazione in lingua per i più grandi. Coloro che erano inseriti in percorsi a contatto con persone disabili e anziani, stanno trovando strategie per non far mancare la vicinanza. Da fuori, ragazze e ragazzi italiani non hanno più chiesto di tornare, rimangono dove sono, chi può continuando il progetto di volontariato, altri ci hanno comunicato che preferiscono aspettare per riprenderlo appena possibile.”
“Noi abbiamo dovuto chiudere l’ufficio, ma le nostre attività non si sono bloccate. Siamo sempre in contatto per gestire le necessità, sia di chi è fuori, sia di chi è nel nostro territorio. Siamo in cinque a tempo pieno ad occuparcene. Oltre a me che ho pensato, ormai 14 anni fa, di far nascere quella che doveva essere una piccola associazione per condividere idee, ci sono altri quattro amici specializzati nella formazione, nelle relazioni internazionali e nella comunicazione. Non abbiamo mai smesso di sentirci: ogni giorno siamo online anche per costruire nuovi progetti per partecipare ad altri bandi. I ragazzi non si faranno fermare neanche questa volta. Abbiamo già richieste di chi vuole venire e partire a fine aprile. Hanno davanti il mondo e la voglia di scoprirlo. Nel bagaglio che portano non c’è più solo la determinazione a svolgere percorsi delineati per migliorare la lingua o le competenze professionali: si parte con la volontà di dare una mano, di compiere un’esperienza che faccia crescere attraverso l’aiuto agli altri. Se non credessimo in questo attivarsi continuo, capace di reinventarsi in ogni contesto, non saremo partiti da un Vicolocorto.”
La traccia volante: “La via da percorrere non è facile né sicura. Ma deve essere percorsa, e lo sarà.” Altiero Spinelli
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