Quando chiude una libreria, una strada e tutta la città si ritrovano più vuote, prive di storie e protagonisti, disarmate di parole e sogni, nel silenzio, senza più il suono di versi e di riflessioni.
“Cari viaggiatori, non avremmo mai voluto darvi questa notizia ma, allo scoccare della mezzanotte tra le luci del capodanno, dovremo lasciare questo luogo e non abbiamo un piano B o almeno non uno in pianta stabile, ma leggendo questo post capirete un po’ meglio. Via del Pellegrino, che per tutti noi è stata una seconda se non addirittura una prima casa, ci vedrà fare i bagagli per iniziare un nuovo viaggio. Destination Anywhere, canterebbero Jimmy e i suoi commitments…”
Il messaggio, comparso circa 22 ore fa nella pagina della Libreria del viaggiatore, sta girando nei profili, nelle redazioni, nella testa e soprattutto nei ricordi di migliaia di affezionati ad uno dei più affascinanti luoghi di cultura del mondo. A scriverlo sono coloro che cinque anni fa, riuscirono a salvare questi 50 metri quadri, profumati di legno e di carta, il sogno, realizzato nel 1991 insieme a due amici da Bruno Boschin, il libraio che ognuno vorrebbe incontrare. La sua morte nel 2014 lasciò sgomenti chi pensava fosse un finale così mal scritto di un’avventura che era riuscita a coinvolgere così tanti personaggi.”
“Eleonora Pellegrini e Luigi Politano, grazie alla casa editrice Round Robin che ha concentrato quasi tutte le sue attività romane sulla Libreria, facendone anche la propria Redazione pur di tenerla aperta, non lasciarono soli quei viaggiatori spaesati. Come raccontano loro stessi: la proprietà che calmierò le spese, l’appoggio di tantissimi lettori, affezionati, oltre alla stima espressa a livello internazionale per questo posto unico, permisero alle vele di Bruno di raccogliere altro vento e tornare in mare. Ora però le energie, il calore, la forza concreta e immaginata pare non bastino più: la realtà, cieca e senza prospettiva, stride come il rumore di una serranda che viene abbassata con troppo vigore. “
“Dal primo gennaio la più bella libreria di Roma, una tra le più importanti e raccontate realtà librarie indipendenti al mondo, la più antica tra le libreria di Viaggio, inizia un altro e diverso viaggio, il cui punto d’arrivo rimane ancora un mistero. Anche per noi. Non c’è un luogo dove trasferirla e, di fatto, ci stiamo rendendo conto che una libreria con questa storia, lontana da questa strada, diverrebbe inevitabilmente altro. Semmai altro ci fosse.”
“La mente viaggia e va al mio primo anno al Liceo Virgilio. Avevo 15 anni, in piena crisi adolescenziale avevo chiesto di lasciare la scuola, pur avendo un’odiosa media alta. Mi stava stretto il liceo di quartiere nel quale avevano studiato cugini e sorella. Il Virgilio, come una metropoli di culture che si incontrano e scontrano in un centro trafficatissimo, mi salvò. Uscendo da Via Giulia, cuore elegante della capitale, mi piaceva perdermi per le strade che portano a Campo dè Fiori, una tappa, però, era fissa in via del Pellegrino. Mi ero perdutamente innamorata di quel ragazzo bellissimo, alto e serio, che presidiava il vascello della Libreria. Cercavo di mimetizzarmi tra gli scaffali, anche se non era molto facile perchè lo spazio era così libero eppure così denso. Temevo la domanda su cosa cercassi. Per fortuna non arrivava da chi sapeva bene quale fosse lo scopo primario di chi varcava la soglia: lasciare le certezze intorno per volare nelle atmosfere, evocate da mappe, guide, versi, racconti in grado di portare in Africa o a Parigi, senza muovere un passo. Compravo raramente, ma quasi tutti i regali, fino alla maturità, li ho acquistati lì: mi piaceva persino la bustina di carta con il timbro. Mi piaceva tornarci anche dopo, perchè resisteva quello scambio che si attivava, solo se richiesto, con chi era in grado di suggerire la lettura perfetta per ogni viaggio reale o della mente: per rendere felice uno zio con la storia antica di un’isola e conquistare un’amica con una guida speciale di una capitale europea. Quando ho saputo della morte di Bruno che non ho mai avuto il coraggio di chiamare per nome, ho temuto molto per le sorti di quel mondo fantastico. Sapere che si fosse trovato il modo per portare avanti la sua storia, mi ha rasserenato.”
“Sono già passata attraverso il lutto della chiusura di alcuni luoghi fondamentali nella mia crescita culturale. Ricordo la battaglia strenua per Bibli di Via dei Fienaroli, dove si poteva scegliere un libro, ascoltando brani eseguiti dal vivo al pianoforte, gustare torte al cioccolato discutendo di filosofia nella caffetteria, nella quale ho pure lavorato per un periodo o organizzare manifestazioni culturali nello spazio all’aperto. Il giorno in cui ci si arrese, tra le lacrime vere, presi una piccola libreria rossa della Pimpa che ho preservato in ogni trasloco: un pezzetto di quel sogno interrotto che, proprietà e amministratori senza coscienza, ci stavano portando via. Della libreria del Cinema, idea geniale di Giuseppe Piccioni, che per un periodo troppo breve aveva sfidato per iniziative ed energie diffuse Bibli nella stessa via dei Fienaroli, porto con me la gioia di uno dei compleanni più divertenti tra locandine, dvd, testi di sceneggiature introvabili altrove e ottimo vino rosso. Ho con me anche il libro della favole più amato da Viola che presi, a prezzo stracciato, dagli scaffali di Croce, in quegli ultimi giorni che sembrava preludessero solo ad una temporanea chiusura della storica libreria di Corso Vittorio dove ora vendono scarpe americane.”
“Quando chiude una libreria, una strada e tutta la città si ritrovano più vuote, prive di storie e protagonisti, disarmate di parole e sogni, nel silenzio senza più il suono di versi e di riflessioni. Sento quindi fortemente mie le domande che tormentano i gestori di via del Pellegrino 165:
“ma la città di Roma si rende davvero conto dell’enorme patrimonio lasciato dall’esperienza di un libraio come Bruno Boschin e di cosa significhi la Libreria del Viaggiatore per il patrimonio culturale? Come mai, di questo posto, si parla e si è parlato nei 5 continenti, varrà qualcosa? “La Libreria del Viaggiatore” accompagna le suggestioni letterarie di cui si parla in giro per il mondo, dalla Libreria Atlantide di Santorini fino alla libreria Ferlighetti di San Francisco. Qualcuno, quindi, sa cosa vuol dire rinunciare al pezzo di storia che la libreria rappresenta?” “
Condivido le loro amare riflessioni sulla mia povera, amata città.
“Roma non si occupa dei suoi figli migliori. Una pubblica amministrazione che fa ben poco per la cultura del libro e della lettura, che permette che altre librerie prendano fuoco, che non si è mai occupata di tutelare alcune attività artigiane, rendendo il centro storico un enorme supermercato a cielo aperto, perchè dovrebbe occuparsi dell’ennesima libreria in procinto di chiudere?”
Nella rabbia verso chi preferisce spuntare le armi della cultura invece di tutelare chi sconfigge i rischi di un’ignoranza diffusa, rimane l’affetto di tanti che, al contrario, continuano a credere che i libri possano unire, qualificare un futuro migliore e sanno riconoscere le fatiche e i meriti di coloro che lungo questo percorso non si arrendono. Per dire arrivederci a tutti coloro che hanno amato profondamente le atmosfere di questo spazio unico, si è organizzata una festa, perchè i viaggiatori non si scoraggiano mai.”
“Il 29 novembre dalle 10.30 si potrà comprare un pezzettino di libreria, da portare a casa. Una strategia condivisa per provare a rendere errante il progetto, mettendo al sicuro il tesoro che conteneva e aiutando anche economicamente chi lo ha difeso in questi anni. Il modo per fare un regalo di Natale unico e speciale. Senza la tristezza che, purtroppo, caratterizza il finale amaro di questa storia meravigliosa.”
“La traccia volante per chiudere questo racconto, la lascio a quel libraio bellissimo e fiero che non dimenticherò mai, pur non avendo mai osato chiamarlo per nome. In una intervista, riportata dalla casa editrice Polaris, gli citarono Emily Dickinson “Non esiste un vascello veloce come un libro per portarci in terre lontane” e lui ribattè:
“Non so quanto fosse grande la camera in cui Emily Dickinson trascorse la maggior parte della sua vita viaggiando con l’immaginazione; lo spazio in cui riescono a “perdersi” i nostri clienti, grazie ai libri, è di appena 50 mq.”
Alla domanda “Perché affiancare altre letture a una guida?”, replicò invece:
“Leggere brani dell’Odissea con la schiena poggiata ad una colonna di un antico tempio greco a Selinunte, passeggiare tra i templi di Elephanta leggendo le descrizioni che ne fa Cesare Brandi nel suo Persia Mirabile, bersi un caffè in un bar di Provincetown – sulla penisola di Cape Cod – sfogliando Moby Dick di Melville… si potrebbe andare avanti all’infinito. Sarebbe un vero peccato privarsi di piaceri così grandi.”
Già, un vero peccato.
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