“Finalmente ci siamo sentiti accolti nel palazzo in cui viviamo sin da quando abbiamo avuto la diagnosi dell’autismo di Lorenzo. Dopo anni difficili, tra incomprensioni e proteste per i suoi comportamenti, questo 2019 stiamo allestendo tutti insieme, non solo con i bambini, l’albero all’ingresso. Piccoli gesti che dimostrano la bellezza dell’incontro.”
Case, piazze, giardini, facciate: è partita la gara per l’allestimento natalizio più brillante e originale. Per noi c’è già un vincitore. L’albero più emozionante in grado di esprimere al meglio i sentimenti che dovrebbero caratterizzare le feste è nell’atrio di un condominio di Folignano in provincia di Ascoli Piceno. Lo stanno addobbando insieme piccoli e grandi del palazzo, rispondendo all’idea lanciata da Debora, la mamma di Lorenzo, bambino affetto da autismo. Abbiamo seguito la traccia di questa madre speciale che ha trovato insieme a Luigi, il marito, diverse idee, concordate o meno con medici e terapeuti, per far trascorrere il più possibile serenamente la vita non facile al proprio figlio. Quest’anno il sorriso di Lorenzo prova a passare da una stella, una renna, un nastro colorato, realizzato proprio per il suo abete che poi sarà di tutti, a testimoniare quanto poco ci vuole per incontrarsi, senza paure e pregiudizi. E’ Debora a raccontare il senso di questo che sarà l’ albero più luminoso di questo Natale.
“Abbiamo passato anni duri, con l’inquilino del piano di sotto che ci ha sfinito e massacrato proprio poco dopo la diagnosi, quando avremmo avuto bisogno solo di pace e supporto. Ci citofonava da sotto, dicendo di far stare fermo Lorenzo, di farlo smettere di saltare: ci insultava perché ci avevano assegnato un parcheggio disabili. Insomma un disastro. Fortunatamente eravamo in affitto. Quando si è liberato un appartamento sullo stesso pianerottolo, l’abbiamo preso subito. La nostra padrona di casa è straordinariamente comprensiva. Soprattutto: la signora che abita al piano di sotto non si è mai lamentata una volta dei salti di Lorenzo o delle corse pazze, anzi, quando mi scuso minimizza sempre. Nel frattempo il malefico inquilino se n’è andato dal palazzo e viviamo in un buon ambiente di accordo e serenità.”
“Ho pensato che bisognasse approfittare di questa fortuna: purtroppo, guardandosi intorno, di questo si tratta, di un raro stato di accoglienza. Lo psicologo che segue Lorenzo ci ha consigliato di lavorare sui periodi dell’anno, per cercare di fargli comprendere lo scorrere del tempo e degli eventi, quindi inverno – natale, carnevale; primavera – pasqua; eccetera. Mentre stavamo procedendo, insieme alle educatrici, alla realizzazione degli addobbi natalizi, mi è cominciata a venire l’idea. Si è concretizzata di notte: chi vive nelle nostre stesse condizioni, sa che si dorme molto poco, ma spesso si utilizza quel tempo anche per coltivare buone riflessioni. Ho ripensato all’albero di Natale che avevo in cantina e da lì la proposta: ho chiesto alle mamme dei bimbi più piccoli del palazzo di metterlo all’ingresso e di far partecipare tutti all’allestimento come meglio credono, con disegni o lavoretti.”
“Ci ho provato, un po’ ci ho creduto ma non mi aspettavo che tutti accettassero con entusiasmo, anche gli altri condomini che non hanno figli dell’età d Lorenzo. I piccoli si sono messi all’opera: abbiamo già slitta, renna e presepe, un bambino che va alla materna ha garantito che sta preparando decorazioni spettacolari. Altri ci stanno portando palline e altri materiali da decorare. Vedremo come evolve giorno per giorno. A volte basta iniziare con un piccolo passo, magari gli altri per non metterci in imbarazzo non lo fanno, ma è stato bella la risposta immediata alla mia proposta. Non parliamo di miracoli, ma di gesti che possono illuminare, spingendo ad un sorriso in più e una citofonata di protesta in meno. “
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